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CONOSCERE E ADORARE IL VOLTO SANTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo I

Cammino Vocazionale

" A Concetta sarebbe piaciuto vivere in un ambiente calmo, tranquillo....... ".

 

La serva di Dio, Maria Concetta Pantusa, nacque a Celico (CS) , IL 3 / 2 / 1894, da Pasquale e Giuditta Guido e fu battezzata nella Parrocchia di S. Nicola, il 4 / 2 / 1894. Trascorse la sua infanzia nel paese natale. Fin da piccola decise di donarsi totalmente a Dio ed ai fratelli. Questa sua volontà non coincideva, pero, con quella del padre che la voleva maritata. Questi, per distoglierla e convincerla a sposarsi, la portò con sé in Brasile. Tutto ciò lo attingiamo dalle testimonianze dei contemporanei. Ecco quanto dice la Signora Campanaro Carmela, nata a Celico il 1902 ed ivi residente: << Ho conosciuto Concetta Pantusa perché abitavamo nella stessa via di Manneto di Celico. Proma che partisse per il Brasile, Concetta era una giovanetta come tutte le altre, buona ed educata. Però o primi scontri con il padre li ebbe quando manifestò il desiderio di non volersi sposare.... allora il padre decise di partire per il Brasile e portare con sé Concetta....>> E la Signora Rosa Aquino, nata a Celico il 1898 ed ivi residente, aggiunge: << In giovane età ho conosciuto personalmente Concetta Pantusa in quanto abitava di fronte casa mia. Abbiamo trascorso la nostra infanzia insieme, così fin da bambina ho potuto notare la grande umanità di cui era dotata......>> Altro non e' dato sapere, da testimoni diretti, sulla fanciullezza di Maria Concetta. Del resto se, come sembra, Pasquale Pantusa e la figlia Maria Concetta partirono per il Brasile verso il 1910, le Signore Carmela Campanaro e Rosa Aquino rispettivamente di 8 e 12 anni, non potevano ricordare se non quello che in giro si diceva di lei: << era dotata di grande umanità .... era buona ed educata.... non voleva sposarsi e perciò il padre la condusse con sé in Brasile....>>. Circa la data di emigrazione dei Pantusa, in mancanza di testimonianze e documenti precisi, abbiamo ipotizzato che possa essere stato l'anno 1910. Abbiamo preso come punto fermo il 1914, anno in cui Maria Concetta, dietro varie insistenze del padre, il più delle volte con maniere brusche, contrasse matrimonio con Vito De Marco, un italiano di origine pugliese. Poiché, dalle testimonianze di Sr. Speranza, sappiamo che Maria Concetta e il padre, inizialmente, presero dimora in un quartiere povero di negri, dove restarono solo due anni per l'inadeguata sistemazione, si deduce che i due, arrivati in Brasile il 1910, si trasferirono in una zona più confacente ai desideri di Pasquale Pantusa il 1912: il 1913, Maria Concetta conobbe Vito De Marco ed il 1914, i due passarono a matrimonio. Il 1915 nacque Maria Carmela. Pasquale Pantusa, dopo il matrimonio della figlia ritenne assolto il suo compito e fece ritorno in Italia. Nella primavera del 1916, rimpatriava anche Vito De Marco unitamente alla moglie ed alla figlioletta, Maria Carmela, prendendo domicilio a Polignano a Mare (Bari) .

Maria Concetta e sua figlia, Maria Carmela a Celico.

Tutto ciò lo rileviamo dal racconto della stessa Serva di Dio, tratto dalle testimonianze di Sr. Speranza : <<.... IL 28 Ottobre 1915 nacque Maria Carmela, che fu la nostra gioia. Questa gioia durò poco perché quando scoppiò la guerra del 15/18, Vito fu richiamato. Nella primavera del 1916 tornammo in Italia. I primi sei mesi li trascorsi presso la famiglia di mio marito; poi Vito preferì portarmi dai miei genitori a Celico. Qui fui accolta dai miei e da essi dipendevo in tutto. Facevo quello che essi mi dicevano, però non trascuravo di frequentare la chiesa. Durante la guerra, Vito venne due volte a casa. Poi trascorse molto tempo senza ricevere sue notizie. Pregai S. Nicola perché ottenesse dal Signore il suo ritorno. E S. Nicola mi apparve per dirmi che Vito era morto.... Quale angoscia ! Quale dolore ! ....>> . A Celico, dunque la serva di Dio dipendeva dal padre, ma guadagnava il pane col sudore della fronte, senza perdere mai di vista il Bene Supremo, per sé e per i fratelli. Tutto ciò ci viene dalle testimonianze di alcuni Celichesi. Ecco quanto dice, a tal proposito, la signorina Ida Belsito: <<.... Ebbi la fortuna di conoscere personalmente la Pantusa e, anche se allora ero bambina, il ricordo e' nitidissimo nella mente. A Celico, il padre della Pantusa esercitava il mestiere di contadino a mezzadria; era un uomo chiuso, burbero, quasi misantropo; a stento salutava chi lo incontrava e non era mai un saluto cordiale, aperto, spontaneo, ma una specie di sordo brontolio. Spesso capitava di assistere, al tramonto, a questa scena: terminato il lavoro e tornando a casa dai campi, Concetta si ritirava con un pesante fascio di legna in testa sospinto dalle parolacce e dai grugniti paterni.....>> . Questo suo guadagnarsi il pane, con stenti sacrifici, e' confermato dal prosieguo della testimonianza della Signora Carmela Campanaro : <<..... Presto il marito fu chiamato in guerra, dove mori. Restata vedova, Concetta si dedicava a fare i servizi a chi la chiamava ed a raccogliere la legna per guadagnarsi da vivere..... >> .

Nelle pagine successive, riservate alle virtù, avremo modo di vedere come gli impegni materiali impedissero alla Serva di Dio di prodigarsi nell'apostolato, tra le ragazze, che venivano chiamate <<Figlie di Maria>> .  Era l'apostolato che stava soprattutto a cuore a Maria Concetta, nella quale non si era spento il desiderio di consacrarsi a Dio ed ai fratelli. Pertanto, la morte di Vito, se da una parte le aveva lacerato il cuore per il distacco della persona amata, dall'altra le consentiva di aspirare nuovamente alle mura claustrali. Perorarono, per questo scopo, presso le Suore dei Sacratissimi Cuori, Don Domenico Intrieri e la famiglia Belsito. Tutto ciò lo apprendiamo da testimoni diretti, quali Ida Belsito ed Ermenilda Intrieri. La prima dice: <<.... Durante il periodo in cui fu ospite a Rose, la Pantusa conobbe le Suore << Piccole Operaie dei Sacri Cuori >> che avevano una casa a Redipiano, un'amena località tra Celico e Rose. A Concetta sarebbe piaciuto vivere in un ambiente calmo, tranquillo, come un'oasi di pace e, grazie all'interessamento di mia madre, le Piccole Operaie accolsero Concetta con sua figlia, nella loro casa. Li rimase per circa due anni, durante i quali conobbe Sr. Speranza.....>> . La Signora Ermenilda Intrieri dice: <<.... Spesso Maria Concetta veniva a casa, dove abitava anche mio zio, e ricordo le numerose volte che lei, venendo a casa, lo pregava perché le trovasse una sistemazione in un convento, dicendo che la vita del mondo non la interessava. In seguito alla sua insistenza, mio zio riuscì a farla entrare tra le Suore dei Sacratissimi Cuori, a Redipiano>> . Pertanto, Maria Concetta, nel 1928, veniva accolta da queste con le mansioni di collaboratrice. Qui s'incontro' con Sr. Speranza, colei che doveva essere la sua compagna inseparabile, colei che la Divina Provvidenza aveva predestinato a sua guida sicura. Il ruolo di guida di Sr. Speranza fu sancito solennemente da un Sacramento, il Sacramento della Cresima, che la Serva di Dio ricevette a Redipiano. Da quel giorno, Sr. Speranza, che era stata la madrina e che Maria Concetta chiamerà << Parrina>>, sarà per lei come una madre, alla quale affidarsi, perché la Serva di Dio resterà sempre come una bambina. Nel 1930 ci fu una svolta decisiva nella vita delle tre anime. Sr. Speranza Pettinato, nata ad Acri (CS) , IL 17 / 10 / 1901, da Cosimo Pettinato e Carmela Paterno, fin da giovanetta aveva sognato la clausura, ma non trovandosene nei dintorni, entrò nell'Istituto dei Sacratissimi Cuori, fondato dalla zia, Maria Teresa De Vincenti. Questo suo desiderio di entrare in un monastero di stretta osservanza ed il desiderio di Maria Concetta di esser Suora a tutti gli effetti, con una Regola da osservare e con un abito monacale da indossare, spinsero le due ad accettare la proposta di Sr. Gabriella Panza, che le aveva invitate ad entrare in clausura. Era costei una monaca, appartenente al monastero di Airola, che era tornata a Redipiano, suo paese natale, dietro suggerimento del medico curante. Sr. Gabriella scrisse alla Badessa, Madre Immacolata Cusani, la quale, dopo aver informato il Vescovo di S. Agata dei Goti, Mons. Giuseppe De Nardis, comunicò alle due il suo assenso. Sr. Speranza incontrò non poche difficoltà, da parte delle sue superiore, ma ormai aveva deciso: voleva entrare in clausura. L'8 maggio 1930, dopo due giorni di viaggio, le tre giunsero ad Airola. Qui ebbero una sgradita sorpresa. La Badessa disse che c'erano state nuove disposizioni, secondo cui mamma e figlia non potevano stare nello stesso monastero. E poiché Sr. Speranza non ebbe la forza di entrare in clausura lasciando fuori la sua << figlioccia>> , la sola ad essere accolta fu Maria Carmela. Questo inaspettato rifiuto fu un improvviso oscurarsi del cielo che impediva, alle due, di vedere la strada giusta da seguire. Fu una tappa della loro vita veramente difficile; e quando Sr. Speranza la ricordava, lo faceva con tanta tristezza. Ecco quanto ella dice nella testimonianza scritta: << ..... Dove andare? Con chi?..... La Badessa ci suggeri di parlare con il Parroco, don Pietro Ianniello, per avere una stanzetta. Ci fu data, ma più che una stanzetta era un sotterraneo: piccolo e umido. Nella stessa giornata, facendo un giro per Airola, salimmo a Monteoliveto e all'Addolorata. Fu questo il luogo che preferimmo, fino a quando non incominciammo a lavorare: ai piedi di un ulivo, ci raccontavamo vicendevolmente i nostri affanni e le nostre pene, versando abbondanti lacrime.....>> . Finalmente dopo varie difficoltà ambientali e logistiche, le due allestirono, anche se in modo rudimentale, dati i tempi, un asilo infantile, curando, con amore materno, le piccole pianticelle che venivano loro affidate

 

Capitolo II

RICERCA DI UNA GUIDA SPIRITUALE

<< Voglio essere guidata, perché la mia debolezza lo vuole>> .

 

Maria Concetta aveva sempre avvertito un grande bisogno di una Direzione Spirituale, che la incoraggiasse e la rassicurasse della volontà di Dio. I primi due, più che Direttori Spirituali, possono essere considerati dei confessori, che le davano utili consigli. Essi sono P. Sebastiano Cerroni e P. Bernardo Fiori dei Padri Passionisti. Il primo la guidò per cinque anni, fino al 1935, anno in cui P. Sebastiano Mori. In occasione della sua morte troviamo nel <<Diario>>: << In questa settimana sono stata con il cuore trafitto, per la morte del mio Direttore spirituale. Quindici giorni prima che si mettesse a letto, mi sono confessata ed egli mi ha detto:  "" Confessati bene, perché non troverai più P. Sebastiano, forse questa e' l'ultima volta che ti confesso "" e lui stesso mi aiutava a ricordare tutti i peccati ed ancora aveva un grande desiderio di assolvermi.... mi lasciò tanti ricordi, ammonimenti, buoni esempi. Che dolore per aver perduto un Santo Padre! E' stato lui a darmi conforto ed entusiasmo nelle tribolazioni. Voglio piangere con tutto il cuore, ma poi devo rassegnarmi alla volontà del Signore. Voglio ubbidire alle parole del mio santo padre spirituale: tutte le mortificazioni che vengono, le manda il Signore per la santificazione dell'anima nostra. Anche la morte del mio amato pare spirituale, P. Sebastiano, e' stata una vera mortificazione; ma voglio ubbidire alla sua voce, alle sue parole che ho scolpito nel mio cuore; perciò voglio cambiare le lacrime in sante preghiere e dedicarle a lui, dando gloria alla Passione di Gesu' che egli tanto amava. Ora mi ha lasciato sotto la guida del Rev. Padre Bernardo, Rettore della casa di Monteoliveto. Prego sempre il Signore perché questo nuovo Direttore concluda la mia opera e mi conduca al cielo, dopo essere stata sua fedele ed umile penitente, in opere ed esempi>> . Leggendo i Quaderni, dopo cieca due mesi dalla morte di Padre Sebastiano, troviamo l'annotazione circa Padre Bernardo: <<.... Sono andata a confessarmi ed ho trovato una grande soddisfazione con il mio Padre Spirituale. Non mi sembrava il mio confessore, ma un Angelo che mi confortava con i suoi insegnamenti.....>> . Parlando della necessità del P. Spirituale, nello stesso quaderno troviamo: <<..... ho sofferto ancora di più, perché mi e' mancata la guida spirituale. Il mio Direttore e' andato a predicare e quando mi manca il mio Direttore, mi manca la felicità dello spirito>> . E più avanti: << In questo tempo, in cui e' stato assente il mio padre spirituale, ho sofferto tanto.... Sono rimasta con altri padri, buoni si, ma non ho trovato il mio conforto, perché il mio padre spirituale mi raccontava bellissimi fatterelli dei Santi che davano tanta consolazione al mio spirito. Prego il caro Gesu' che presto mi consoli. Voglio essere guidata, perché la mia debolezza lo vuole. La mia anima e' come una pianticella tenera che, quando il vento soffia forte, subito si piega, ma quando e' ben coltivata non ho paura>> .

GUIDA SPIRITUALE DELLA B. GEMMA

Era direttore P. Bernardo quando la serva di Dio si iscrisse alla congregazione della Passione. Ecco quanto dice Sr. Speranza a tal proposito: Essendo io iscritta alla congregazione della Passione di Gesu' dei PP. Passionisti, Concetta mostrava un grande desiderio di entrare anch'essa a far parte di tale congregazione. Poiché ella apparteneva già al Terz ' Ordine Francescano, il Direttore P. Bernardo, nella sua delicatezza, ha voluto chiedere il permesso a P. Modestino Del Prete, francescano, che non ha trovato alcuna difficoltà a concederlo.....>> . Ed allora il giorno 14 Maggio 1937, Maria Concetta coronò il suo sogno ricevendo la Mantella della B. Gemma. E' la stessa Serva di Dio a ricordare il fatto: <<.... il 14 maggio, festa della B. Gemma, ho indossato la sua e mia cara Mantella, che tanto avevo bramato. Il Direttore, in segno di ringraziamento verso la cara Santa, mi ha imposto perfetto silenzio per tutta la giornata...>> . Questo silenzio causò mormorazioni ed indignazione per l'inappagata curiosità di chi, incontrando Maria Concetta, non riusciva a sapere il perché di quella vestizione. Ecco quanto ella dice: << Molti di quelli che incontravo, nel farmi gli auguri, volevano sapere anche il significato della Mantella, ma il Signore mi ha dato la forza di non rispondere.....>> . Questo suo tacere, che veniva mal interpretato e che le procurava derisione, raggiungeva un duplice scopo: obbedienza ed umiltà. Infatti quelli che non avevano ricevuto risposta esclamavano: << Sr. Concetta e' impazzita! Oppure si e' montata la testa per la Mantella...>> . L'umiltà' e lo spirito di sacrificio di Maria Concetta furono in seguito coordinati ed accresciuti dalla B. Gemma Galgani. Fu in questo periodo, infatti, che la Serva di Dio, incominciando, i contatti col Soprannaturale, ebbe da Gesu' il grande privilegio: << La B. Gemma sarà la tua guida per tutta la vita>> . Al che Maria Concetta rispose: << Signore, io non sono contento di Gemma, ma voglio Voi>> . Gesu' replicò : << Io ti sarò sempre vicino, ma la B. Gemma ti deve guidare giorno e notte, perché non hai la forza per vincere tutte le tentazioni: prega sempre, non farti allontanare la mia ancella>> . La Beata Gemma non si limitava ai suggerimenti, ma imponeva e pretendeva la perfezione; e quando Maria Concetta si faceva trasportare dalle umane debolezze, ella la correggeva con effetti visibili, che poteva constatare anche Sr. Speranza: <<.... dopo un'alterazione, sono stata chiamata dalla B. Gemma a suon di campanello divino. Appena sono entrata nella mia celletta, il Signore ha voluto che compensassi la mancanza commessa: ho ricevuto due forti schiaffi dalla mia cara Gemma, e delle bacchettate sulle spalle che mi hanno fatto cadere due volte per terra. La B. Gemma mi ha rialzata e mi ha detto:  "" Sorella mia, ora hai compensato la mancanza e ricevi tanti doni. Chi sta in colloquio col Signore deve essere senza colpa. Guarda il cielo e vedi cosa ti manda Gesu'. Alzando gli occhi, ho visto una nube candidissima. Dentro c'era la corona di spine di Gesu', tutta piena di sangue, che e' venuta a posarsi sul mio capo. Si e' presentato Gesu' e mi ha detto: Che gioia preziosa hai ricevuto, e di alla tua << Parrina>> che oggi le ho donato un altro ricordo, che le resterà impresso fino alla morte facendole sentire le percosse divine. Dopo uscita dalla stanzetta, volevo raccontare alla <<Parrina>> ciò che era accaduto, ma ella mi ha risposto: Ho sentito tutto. Mi ha visto con la fronte piena di sangue e subito mi ha pulito per non dare ammirazione.

DIREZIONE DI PADRE NAZARENO MARCHIONNI

La perfezione, voluta dalla B. Gemma, coincideva col consueto rigore di P. Nazareno, Provinciale dei PP. Passionisti, morto il 14 agosto 1939, quando questi aveva ancora la responsabilità delle due anime: Maria Concetta e Sr. Speranza. Con P. Nazareno si ha la prima, vera direzione spirituale per la Serva di Dio. La dirittura morale di P. Nazareno, il grande spirito passionista e la vasta esperienza nell'ascetica e nella mistica sono una vera garanzia per tutti i fatti straordinari che Maria Concetta ha vissuto. E' emblematica, a tal proposito, la lettera che riportiamo e che risale al 27 aprile 1938, periodo in cui P. Nazareno assunse la direzione spirituale di Maria Concetta.

                             li, 27 / 4 / 1938

Carissima figliola, poiché avete creduto bene aprire a me il vostro spirito e raccontarmi le cose che vi tengono sospesa e dubbiosa, mi sento in dovere di lasciarvi le seguenti norme affinché possiate piacere sempre più al Signore e non cadere nell'inganno: 1) Pregare Iddio che accresca sempre più in voi il suo Divino amore e la sua santa Grazia; 2) che vi faccia sempre più comprendere il vostro nulla e vi conceda la vera umiltà ; 3) pregare Dio che vi renda sempre più simile spiritualmente a Gesu' Crocifisso, ed amante di portare la croce con Lui; 4) non desiderare rivelazioni, visioni, apparizioni, o manifestazioni visibili e sensibili di cose misteriose e sovrumane, perché non consiste in esso la perfezione e sono cose piene di pericoli spirituali, e nelle quali facilmente si può cadere nell'inganno; 5) non turbarvi però quando il Signore le concede da sé; e vedere se tali cose vi fanno crescere nelle sante virtù, specialmente nella santa umiltà e nel proprio disprezzo, nell'amore di Dio e del prossimo, e nella pazienza; e nella santa purità; 6) non andare da medici per far vedere ed esaminare tali cose e fenomeni; 7) conservare stretto silenzio di tali cose; e parlare soltanto con la vostra compagna Sr. Speranza. Raccontare tutto al Padre Spirituale. Coi confessori poterne parlare solo in confessione; 8) Cercate sempre il Signore con sincerità e semplicità; ed il Signore non vi abbandonerà giammai, e sarà sempre più generoso e misericordioso nel farvi le sue grazie; 9) pregate ogni giorno il Signore che vi liberi dalle insidie diaboliche.

Vi benedico P. Nazareno Passionista

P. Nazareno, tra i Direttori che si sono succeduti, e' stato il più rigido: ha provato, sperimentato, constatato e poi ha fatto chiedere alla Serva di Dio tutte le sofferenze di Gesu'. Le ha fatto pronunziare i tre voti comuni: castità, povertà ed obbedienza, e poi quella di vittima. Tra le preghiere suggerite da P. Nazareno, c'e' la coroncina della rassegnazione: << Santissima Trinità, datemi lo spirito dei veri figli di Dio per abbandonarmi in tutto nelle vostre braccia divine. Fate di me quel che volete ed e' più gradito al vostro divino cospetto. O Signore, sia fatta in tutto la vostra divina volontà ! >> . E quando la Serva di Dio, vedendo Gesu' Crocifisso tutto piagato, disse : << Signore datemi tutte le piaghe, non solo le piaghe, ma fatemi essere una sola piaga >> ed ella diventò improvvisamente una sola piaga, P. Nazareno non permise l'intervento del medico dicendo che come il Signore le aveva mandate le piaghe, così doveva farle scomparire. P. Nazareno non fece le cose in modo approssimativo, con una guida all'insegna dell'improvvisazione, ma diede alla Serva di Dio una regola, capace di portarla fino alle vette del Calvario per essere crocifissa col Crocifisso. La sua fu un'azione continua e pressante, perché Maria Concetta potesse consumarsi col Martire Divino.

DIREZIONE DI P. TOMMASO TATANGELO

La direzione di P. Tommaso fu la più lunga, ma, data la guerra e lo stato di lontananza, gli incontri, con la Serva di Dio, furono poco frequenti. IL rapporto fu prevalentemente epistolare, a cui provvedeva Sr. Speranza. Vediamo, ora, in che modo P. Tommaso divenne Direttore Spirituale; lo facciamo riportando le sue stesse parole: <<.... Circa la spiritualità di Sr. Concetta Pantusa, esprimo la mia impressione, la prima che ricevei. Premetto che sono, per carattere, un po' scettico in tutto ciò che nel lato spirituale si discosta dai limiti ordinari dei principi cristiani. Quando mi si presentano casi straordinari o mi si richiede il parere su certi fenomeni di cui non apparisce la causa, comincio' col respingere tutto; poi in via d'esame, se i fatti reggono al vaglio rigoroso, presto ad essi qualche adesione. Le prime notizie dell'alta spiritualità della Pantusa, la conobbi nella riserva di un segreto di ufficio. E mi spiego. Ero segretario particolare del Preposito Provinciale P. Nazareno Marchionni il quale diresse nello spirito la Serva di Dio fino all'agosto dell'anno 1939, quando se ne volo in cielo. Era questi un valente teologo e un non ordinario conoscitore delle altezze mistiche. Possedeva belle qualità di mente e di cuore e spiccavano in lui la delicatezza, la cortesia, il tratto gentile; sicché numerose erano le anime che egli dirigeva nelle vie dello spirito. .... Deceduto il P. Nazareno Marchionni il 14 agosto 1939, verso i primi giorni di settembre dello stesso anno, la Pantusa si presentò alla portineria del convento di Napoli, facendomi chiamare. Fu introdotta dal portiere nella sala attigua alla sagrestia, dove mi attese per alcuni minuti, al mio giungere mi strinse la mano, baciandola, ma non disse una parola.... La invitai ad accomodarsi ed appena seduta, mi fissò gli occhi in volto, pronunziando queste parole: << IL Signore vuole che voi prendiate la direzione dell'anima mia>> .  Dall'accento calabrese conobbi che era la Pantusa e mille pensieri mi si affollarono alla mente: l'altezza raggiunta e la vetta che ben presto avrebbe toccato, la ferrea volontà nell'eseguire le aspre penitenze, chieste dalla Vittima Infinita, le contraddizioni degli uomini e dei demoni, la lotta e gli strali scagliati contro il direttore precedente.... L'azione futura mi si presentava complessa e delicata. Non era il caso di rimandare la decisione. Era inutile e forse contro producente chiedere dei pareri a riguardo. Stimai opportuno una sola cosa: Chiedere comunicazione diretta col Pastore Supremo e domandargli se veramente fosse suo il messaggio pervenutomi. L'unico dubbio che avevo era questo: Conoscere se la frase << Dio vuole >> rispondesse a verità. Sicché appena la pia donna tacque, disse tra me: << Adesso vediamo se Dio vuole >> . Poi mentalmente dissi all'Onnisciente: << Se e' vero quanto quest'anima asserisce e Voi lo volete, compiacetevi di darmene tre segni estemporanei e sensibili >> . Indi, senza frapporre tempo, soggiunsi: << Datemi il primo segno >> . La Pantusa seguiva questa mia attività mentale e capii che stavo facendo accertamenti, significandomi il suo interno con uno sguardo penetrante, che non compresi se fosse di approvazione o di compassione. Appena indirizzata la mia richiesta a Dio, nel medesimo istante, scorgo sulla fronte della donna piccole gocce di sangue che, crescendo di volume, scorrevano sul volto, causando lo spasimo delle punture di spine. Ottenevo la prima prova, ma ero addolorato nel vederla soffrire tanto, e quasi avrei voluto dire a Colui che regola tutto: << Perché la scelta di un segno tanto doloroso? >> Ma ! ... l'aveva scelto lui ! ... Intanto notavo la precisione dei due aggettivi: il primo segno era estemporaneo e sensibile. E la Serva di Dio che mi era di fronte, con i gomiti poggiati sul tavolo, sebbene soffrisse tanto, pure era orgogliosa di ciò che sperimentava, quasi volesse dirmi con gli occhi furbetti: Io non dico bugie. Dopo trascorso qualche minuto, decidevo di chiedere il secondo segno, unendo alla preghiera di concedermelo indolore. Gli dissi pertanto con piena fiducia: << Datemi anche il secondo >> . Nel medesimo istante della richiesta una grossa lagrima di colore rosso acceso, sgorgava dalla caruncola lagrimale e, solcando la guancia, cadeva sul petto della donna. Anche il secondo segno era estemporaneo e sensibile. La volontà di Dio era manifesta: non vi era più dubbio sulla veridicità del messaggio ricevuto. Il terzo segno era superfluo: decidevo di non chiederlo. Ma poi.... la visione del presente si spinse nel futuro e potei conoscere che non per la direzione di quest'anima, ma per le connessioni a questa direzione, avrei dovuto soffrire per molti anni... e non poco. Così, distratto dalla brutta visione, in quel momento non avvertii la grande indelicatezza che commettevo e, ragionando da sciocco, dissi fra me: << Quest'anima mi farà mettere i capelli bianchi ed i diavoli combatteranno anche me. La lotta sarà aspra e ne uscirò col fegato malato. E poi... di prove ne ho chiesto tre.... >> . E la conclusione fu uno sbaglio grosso... la grave indelicatezza che dovevo evitare; indelicatezza di cui spero dal Signore le attenuanti generiche. Senza quindi riflettere a ciò che dicevo e facevo, e senza pensare al Personaggio con cui  Trattavo, emisi l'atto della volontà, dicendogli: << Datemi il terzo segno >> . E la risposta fu quale la meritavo. Formulata appena la mia richiesta mentale, la donna apri le braccia e carica di meraviglia, esclamo': << Padre, non dubitate più, perché il Signore si dispiace >> . Anche la terza prova era estemporanea e sensibile, unita all'avvertimento di rispettare le norme del galateo verso il Padre Celeste. La pia anima era più soddisfatta di me, per le tre prove chieste ed ottenute; e nel licenziarla ci scambiammo un sorriso, dandole la risposta che attendeva: << Ho capito - le dissi - farò quello che Dio chiaramente ha manifestato >> . Da quel giorno feci buoni studi e tante prove sulla spiritualità di quest'anima e la mia impressione fu ed e' stata sempre positiva >> . P. Tommaso confermò con qualche piccola modifica, la Regola scritta da P. Nazareno. Tuttavia, data la malferma salute della Serva di Dio, questi sovente la sollevava dall'osservare quei punti di maggiore rigore. Ma Gesu' la voleva sempre e comunque sotto la croce con Lui. <<.... Perché Maestro mio, Sposo mio, vi vedo vestito di rosso e sempre sotto la croce? >>  << Sono i peccatori - rispose Gesu' - che mi caricano dei loro peccati e mi vogliono crocifiggere >> . La Serva di Dio riprese: << Maestro mio, non a voi questo soffrire, datelo a me, Voglio dire: Fiat, Fiat: io sono la vostra vittima, voglio compensare per tutti i peccatori >> . E Gesu' replicò: << Figlia mia, se mi vuoi compensare, non devi rifiutare ciò che desidero. Di al tuo Direttore che ti dia la santa benedizione e di nuovo ti sottometta al duro sacrificio: martedì, venerdì e sabato, oltre alle altre penitenze, dormirai sulla croce. Il sabato lo trascorrerai con la sola Comunione, tornando al digiuno stretto >> . Che P. Tommaso badasse più all'accettazione delle croci quotidiane, mandate dal Signore, e non alle penitenze volontarie, lo rileviamo dalla lettera del 5 novembre 1939, in cui tra l'altro, dice: << .... Riguardo alla quarantena potete farla nei soli giorni di mercoledì, venerdì e sabato. Nei giorni in cui vi sarà qualche indisposizione, penserà Sr. Speranza a regolare il vitto. Vi ringrazio dei fioretti e dei dolori che soffrite per me: IL Signore vi renderà il centuplo e vi aumenterà la forza per patire ed accrescere il cumulo dei meriti che vi renderanno felici eternamente in Paradiso. Fra qualche giorno vi spedirò le altre immaginette per gli atti di riparazione, tanto necessari in questi tempi in cui il buon Dio e' offeso assai. Concetta si faccia coraggio nel soffrire i dolori che il Signore le manda, perché sono grandi regali che riceve. IL Signore quando vuole bene ad un'anima glielo manifesta mandandole dolori e patimenti; perché solo con i patimenti l'anima si accosta a Gesu' e diventa grande di quella grandezza vera che non tramonta con le meschine cose di questo mondo. Nell'altra vita si troveranno segnati a grandi caratteri quei giorni in cui avremo portato la croce insieme con Gesu' e lo avremo accompagnato nella salita del Calvario. La vita, secondo il volere del cielo, allora vale quando incontra molti patimenti e non vi e' ufficio più nobile, più meritorio e più accetto a Dio che offrirsi vittima per riparare gli oltraggi che offendono la Divina Maestà. Con le migliori benedizioni. Aff / mo nel Signore P.Tommaso Dell'Angelo Custode, Passionista >> . Ma la direzione di P. Tommaso non si conclude con la morte della Serva di Dio. Essa, ad un certo punto, e' interrotta. Perché? IL Signore solo consce i suoi fini. Certo e' che nei  << Quaderni >> troviamo, come un  << refrain >>, che Maria Concetta dovrà essere abbandonata? >> Gesu' le rispose: << Ti ho dato questo abbandono per vedere la tua fortezza, anch'Io sono stato abbandonato dal Padre mio ed ho sopportato in silenzio per non dare soddisfazione ai carnefici... >> . E più avanti, Gesu' le dice ancora: << Quanto ti voglio bene >> . Maestro mio, dite che mi volete bene, e perché mi avete abbandonata? >> Gesu' rispose: << E' stata una prova, ma preparati con la preghiera, perché quando sarà la tua morte devi essere abbandonata da tutti >> . E S. Tommaso D'Aquino, durante gli esercizi spirituali, che, in questo9 periodo, egli stesso tenne disse: << Verrà un giorno che sarai disprezzata ed abbandonata da tutti; persino il tuo direttore, pur non volendo, dovrà abbandonarti. Ma tutto ciò accadrà per volontà di Dio >> . IL 10  luglio 1948, le due, infatti, ebbero da P. Tommaso la comunicazione che le relazioni epistolari dovevano essere troncate. E' quanto troviamo nel 26° quaderno: << Gesu' ci ha fatto assaggiare l'amarezza dell'abbandono. Scrive il Direttore dicendo che, per ordini superiori, non può più avere relazioni e noi ci dobbiamo piegare a fare la volontà di Dio, specie nell'obbedienza >> .

DIREZIONE DI P. BONAVENTURA MARTIGNETTI O.F.M.

P. Bonaventura conobbe la Serva di Dio il 1946, allorché giunse ad Airola. Ciò lo rileviamo dalle << Dichiarazioni Giurate >> , fatte al Vescovo di Sant'Agata dei Goti Mons. Ilario Roatta, in cui, tra l'altro, dice: IL 10 / 12/ 1946 fui mandato di casa ad Airola e subito chiesi al mio compagno Giustino P. Antonio Curcio che mi prestasse il libro di Hynek per leggerlo ancora e studiarlo e poi me lo feci regalare. Venni intanto a conoscenza che ad Airola vivevano due Suore calabresi, Sr. Concetta e Sr. Speranza, che si facevano guidare dai PP. Passionisti e portavano una divisa della Passione ( stemma dei Passionisti ) . Pensai che il volume sulla Passione e sulla Sindone potesse loro interessare e giovare e lo diedi loro a leggere. Senza sapere che erano quasi analfabete ! IL 3 febbraio 1947, tornando da confessarmi da Monteoliveto, ove andavo abitualmente per la confessione, mi fermai ed entrai nella casa delle Suore. Era la prima volta che le conoscevo individualmente e parlavo con loro. Sr. Concetta venne poi a confessarsi da me, e durante la confessione la vidi trasfigurarsi, lei che non aveva i lineamenti fini, in una figura luminosa e bellissima, davanti a cui dovetti abbassare gli occhi. La luminosità durò a lungo ed in essa Sr. Concetta parlava con il Sacro Cuore, che era visibile in una immagine che era nella stanza, e mi riferiva che il Sacro Cuore le faceva vedere scritto il mio nome nel suo Cuore. Fatto impressionante perché era il mio segreto coltivato nel mio intimo fin da bambino. Mi parve un'evidente prova che era proprio il Signore che si manifestava >> . IL Signore si era manifestato non senza uno scopo ben preciso. Era stato lui, infatti, P. Bonaventura a far conoscere il Volto di Gesu' della Sindone, che poi darà il grande << Messaggio >> alla sua Serva. Ed il 12 settembre 1947, i tre si consacrarono al Preziosissimo Sangue. Ciò lo rileviamo dal 25° quaderno: << IL 12 settembre 1947, alle ore 12, ci siamo consacrati tutti e tre, al Sangue Preziosissimo di Nostro Signore Gesu' Cristo e Maria Desolata, con l'accettazione perpetua fino alla morte e nel'eternita' di fratello e sorelle in Gesu' Cristo: Sr. Concetta, Sr. Speranza e P. Bonaventura Martignetti.... >> La direzione di P. Bonaventura si divide in due fasi: una transitoria ed una definitiva. Allorché assunse la direzione provvisoria, P. Bonaventura, più che Direttore, si considerò un fratellino, affidando, invece, al Maestro Divino la guida delle loro anime, come si rileva dalla lettera dell'8 luglio 1948, tratta dal 26° quaderno: << Mia sorellina Concetta, Solo a sola ! Sola a Solo ! : in queste parole e' racchiusa, o mia sorellina, la vita tua umana e la vita tua divina con Gesu': Gesu' ti chiama, ti vuole alla solitudine dell'amore con se stesso. Come Egli e' stato il Divino Solo, cosi Egli ti vuole: Sola. All'inizio della tua vita Egli spezzava tutti i legami che ti tenevano, o meglio che ti potevano tenere avvinta alla terra. All'inizio della sua vita Divina nella tua anima, Egli iniziava l'opera di unione che ti avrebbe tenuta legata a se stesso. Nulla ha lasciato in te, che ti potesse trattenere alle creature: ha spezzato tutti i ponti che ti potessero allacciare agli uomini e alle creature, ti ha messo fuori l'ambito delle nostre cose umane ed ha creato in te tutta la separazione. Sei stata creata in maniera che nulla opera potesse in te esistere che ti mettesse in comunicazione umana con le creature. Ti ha fatto come quel bimbo del Vangelo che Egli chiama a Sé separandolo dagli altri e del quale a noi dice: Se non diventerete come uno di questi pargoli, non entrerete nel regno dei Cieli.... Questo atteggiamento divino nei tuoi riguardi e' singolarissimo. Non può essere compreso, anzi ha tutte le possibilità dell'incomprensione, come la noncuranza ed il disprezzo.... Questo tuo stato particolare crea intorno a te un vuoto immenso, una distanza incolmabile, una solitudine assoluta.... Mia sorellina, così ti vuole Gesu', tu non ti devi rivolgere all'uomo direttamente in nessuna maniera ne' in pensiero, ne' in affetto, ne' in azione: devi solamente salire. Ascendere con Gesu', tua guida verso Dio, accompagnata da Maria, questa e' la tua via. Tu devi arrivare agli uomini discendendo, poiché salendo agli uomini saresti sola, discendendo invece vai agli uomini con Gesu' e Maria.... Sono al tuo fianco in ogni momento.... Se stessi ad Airola vi potrei seguire più da vicino. Ma Gesu' non mi portò ad Airola per darvi tanto una guida, quanto per dare un fratellino alle sorelline e due sorelline al fratellino solitario e pellegrino errante. Gesu' vuole essere Lui il Direttore delle nostre anime e la nostra guida. Lui e' la nostra vera via, che ci porta alla vita. Uniamoci sempre più nel suo Spirito Santo perché ci conduca al Padre. E preghiamo il Padre nostro che ci dia Gesu' tutto, come lo diede alla B. Vergine Maria. Preghiamo Maria che anche a noi partecipi la sua Divina Maternità, affinché anche in noi possa germinare Gesu' di Dio.

IL  Vostro Fratellino del Volto Santo

       Vitulano, 17 giugno 1948 >> .

Dopo circa due anni e cioè il 3 gennaio del 1950, P. Bonaventura ne assunse la direzione definitiva. Ecco quanto troviamo nel 27° quaderno, a tal proposito: <<.... La mattina del 3 abbiamo visto il fratellino che ci ha incoraggiato con i suoi santi consigli. Gesu' ha voluto una nuova  << Guida >> . Egli, nella sua delicatezza, ci ha fatto mille domande: se eravamo decise e disposte a stare sotto la sua guida. Noi abbiamo detto di << si >> , perché il Signore lo vuole, in quanto da due anni siamo restate abbandonate da tutti. I Passionisti ci hanno voltato le spalle, siamo divenute l'obbrobrio degli uomini. IL Direttore P. Tommaso si mantiene fedele, ma e' stato impedito di ogni cosa: e' sorvegliato dai Superiori e da tutti. La nostra anima ha bisogno di aiuto e Gesu' ce l'ha fatto trovare in P. Bonaventura Martignetti, che, nella sua delicatezza, ha chiesto le nostre firme di accettazione. Come primo atto nelle sue piene funzioni di Direttore, P. Bonaventura dispone la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria: << IL due febbraio 1950 il nostro Direttore P. Bonaventura ci ha mandato l'atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. L'abbiamo recitato in unione di preghiera. La Vergine Santissima si e' tanto compiaciuta e ci ha consegnato il suo Cuore perché compensassimo le trafitture che riceve per i tanti peccati, gli scandali e la profanazione della Chiesa >> . Questa consacrazione, voluta da P. Bonaventura, e' accettata dalla Vergine Santissima perché, essendo il suo Cuore lo stesso Cuore della Santissima Trinità, ogni consacrazione, che mira alla compensazione delle offese fatte a questo Cuore, mira alla compensazione delle offese fatte alla Santissima Trinità. Tutto questo si desume da quanto dice la Vergine Santissima alla Serva di Dio il giorno 25 gennaio 1950, dopo che era pervenuta alle due la lettera di P. Bonaventura, in cui egli diceva che in una lettera successiva avrebbe mandato l'atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, da recitare, in unione di spirito, il 2 febbraio: << Alle ore 3 del pomeriggio, Sr. Concetta e' andata in estasi alla mia presenza - dice Sr. Speranza - e quando e' tornata nelle facoltà naturali, ha detto : << La Vergine Santissima si e' tanto compiaciuta ed ha benedetto P. Bonaventura per le buone intenzioni della consacrazione al suo Cuore Immacolato >> . Maria Concetta, dopo una breve descrizione di come vestiva la Madonna, dice: << Aveva un Cuore fresco e caldo, tra le mani, ed era circondato di spine. Si vedeva il fumo che saliva alto e portava un intenso profumo. A volte, dal Cuore Immacolato, fuoriusciva abbondante sangue che scendeva fin giù. La Vergine Santissima ha detto: << Siete disposti a compensare questo mio Cuore oltraggiato, con i vostri sacrifici, anche i più piccoli? Offrendoli a questo Cuore, compenserete per tutti i peccati del mondo. << Tu lo sai, Mamma Bella - risponde Maria Concetta - che noi faremo ciò che tu vuoi. Te lo promettiamo. Voglio baciare questo Cuore, voglio bere questo Sangue e ne voglio dare anche a Sr. Speranza ed al Direttore P. Bonaventura..... >> . << Si, figlia mia - risponde la Vergine Santissima - offritemi  sacrifici e bacia questo Cuore dell'Eterno mio Padre, bacia questo Cuore del mio Divin Figliuolo, bacia questo Cuore del mio Spirito Santo e mio Cuore >> . Nel Cuore della Vergine -  dice Sr. Concetta - sentivo le parole dell'Eterno Padre che m'insegnava i piccoli sacrifici, perché facendo i piccoli sacrifici, farò anche i grandi: obbedienza al Direttore e a tutti; andare ad ascoltare la S. Messa anche quando le forze vengono meno, a causa della mia non buona salute; silenzio e mortificazioni di qualsiasi natura, accettati con umiltà e senza risentimento alcuno. Tutto questo, offerto con la benedizione del Direttore, ci procurerà grandi meriti >> . Questi insegnamenti, dati dall'Eterno Padre, cambiano la strategia, ma non la pedagogia, che resta quella della Croce. Sotto la direzione di P. Bonaventura, finiscono o stanno per finire le grandi penitenze, con cui la Serva di Dio ha martirizzato il suo corpo, per tanti anni, con digiuni e cilizi. Le parole dell'Eterno Padre indicano, ora, << La Piccola Via >> , che ha fatto grandi tanti Santi, tra cui Santa Teresa Del Bambin Gesu' Del Volto Santo. Con << La Piccola Via >> , la Serva di Dio continua ad avere come modelli Gesu' Passionato e Maria Desolata. P. Bonaventura, infatti, conferma questi Modelli attraverso la Regola, data da P. Nazareno, accettata quasi integralmente da P. Tommaso e confermata, con qualche variante, dallo stesso P. Bonaventura. La variante più evidente la troviamo all'inizio, allorché parla  << Del Fine >> . E' qui, come nella Premessa, che notiamo delle novità importanti, che sono tutto un programma in proiezione futura. Riportiamo, pertanto, la Premessa della Regola ed il paragrafo relativo al << Fine >> : I. X. P. W Cristo Re !

Mie sorelline nel Sangue Preziosissimo di Gesu', in conformità ai vostri desideri liberamente e spontaneamente manifestati, ho accettato di essere il vostro Direttore Spirituale. E ne avete firmato un documento, scritto a Foglianise (BN) IL 3 / 1 / 1950 presso l'Istituto delle Suore Antoniane. Ho riveduto il vostro regolamento e vi ho apportato qualche modifica. Osservatelo. Da ora innanzi siete figlie della S. Madre Chiesa, nella imitazione di Nostro Signore Gesu' Cristo, amante e sofferente, e della sua Madre, Maria Desolata, rimanendo solo spiritualmente figlie della Passione e di S. Paolo della Croce, libere da ogni impegno e legame verso qualsiasi Istituto Religioso. Appartenete a nessun Ordine. Siete di Gesu' e della Chiesa.

               Vitulano, li 23 / 1 / 1950

<< Del Fine >>

1) IL fine di ogni propria azione deve essere di piacere sempre più a Dio e di uniformarsi alla sua Divina volontà, crescendo nel suo amore e nell'amore del prossimo.

2) Si cercherà di promuovere la Devozione alla Passione del Signore Gesu' con la Preghiera e con il sacrificio, con le parole e con il buon esempio, secondo lo spirito della Passione ( S. Paolo della Croce) e l'ispirazione della Grazia.

3)  Specialmente si procurerà di farlo col propagare la conoscenza e la devozione verso il Volto Santo di Gesu' e l'intero suo corpo passionato verso il Volto Santo di Maria, e quando si parla di peccatori, ai moribondi, ai sofferenti e a tutti, secondo la possibilità.

4)  Pregheranno per l'unita' della Chiesa e di tutti i fratelli e per tutti i Missionari del mondo. Espieranno per il mondo intero. E pregheranno per i defunti.

5)  Venereranno Maria, Assunta corporalmente in Cielo, quale Regina dell'universo e Mediatrice di tutte le grazie, Madre di Dio e degli uomini, Tale costituita in atto, nell'istante della morte del suo Divin Figlio Gesu'.

 

Capito III

OPERAIA INSTANCABILE NELLA VIGNA DEL SIGNORE

<< Beato chi ha ricevuto la scienza dei Santi >> .

Fin dalla sua infanzia, la Serva  di Dio praticò le virtù teologali e cardinali, in modo esemplare, e mostrò il desiderio di consacrare tutta se stessa al Signore. Abbiamo già visto come il padre costrinse Maria Concetta a sposarsi, ma non poté impedirle di nutrire un grande amore per il Signore e per i fratelli. Nel settimo quaderno, Sr. Speranza dice: << Fin da bambina, Maria Concetta ebbe un grande amore per i poveri ed i moribondi >> . E' lei stessa a parlarne: << Sono stata piena di carità verso gli ammalati specialmente quelli più abbandonati. Facevo del mio meglio per sollevarli anche con la pulizia. I miei genitori non volevano, ma io non sapevo rifiutarmi, vedendo in loro Gesu' sofferente. Allora, di nascosto, lavavo le loro piaghe e li sollevavo con la biancheria pulita. IL mio mestiere, di nascosto dei genitori, era quello di assistere gli infermi >> . La stessa cosa continuerà a fare ad Airola. Ed a proposito dell'assistenza ai moribondi, di cui molte sono le menzioni nei quaderni, riportiamo la testimonianza di Teresa Ricciardi: <<.... In un'altra occasione ebbi modo di constatare quanto le stessero a cuore le anime, che voleva tutte in Paradiso. Ella andava assistendo i moribondi ed a volte chiamava anche me per aiutarla a pregare. Una mattina, venne da me e disse: << Commare' (Comare), andiamo che oggi deve morire zio Vincenzo, il diavolo non lo vuole lasciare, dobbiamo pregare molto >> . Andammo, infatti e mentre pregavamo, Sr. Concetta presentava un volto rosso e tutto ricoperto di sudore. Non appena il moribondo fini, ella si segnò e tornò normale >> . L'amore della Serva di Dio era manifesto ai Celichesi, perciò il Parroco, Don Domenico Intrieri, le affidò le bambine appartenenti alle << Figlie di Maria >> , pur sapendo che Maria Concetta era analfabeta. Ella, pero, suppliva la scienza umana con la Sapienza dei Santi, che le derivava dal continuo vivere in comunione con Dio. Pertanto, in quest'opera meravigliosa della cura delle tenere pianticelle, la Serva di Dio fece uso di una pedagogia adeguata: esempio personale ed esempi tratti dalla vita di Gesu', della Madonna e dei Santi. Abbiamo due testimonianze a riguardo. La prima e' della Signora Carmela Palmieri, nata a Celico il 19 / 7 / 1914, la quale dice: <<.... Concetta Pantusa, sebbene non avesse un alto livello culturale, incaricata probabilmente dal Parroco, Don Domenico Intrieri, raccoglieva gruppetti di bambine e le conduceva in chiesa a pregare. Concetta chiamava le sue bambine << Figlie di Maria >> . La seconda ci viene dal Canada ed e' della Signora Maria Abbruzzino. Ella nella sua lettera indirizzata a Suor Maria Carmela, Figlia della Serva di Dio, dice: << Mi ricordo bene che Sr. Concetta Pantusa veniva chiamata da tutto il paese << Concetta a' Santa >> , per la sua bontà e per la sua vocazione alla chiesa. La sua vita la passava a pregare in chiesa e a fare del bene. Raccoglieva le bambine, dai sei ai quindici anni, che chiamava << Figlie di Maria >>, e le portava in chiesa a pregare. Ella ci raccontava che Gesu' ci vedeva e che ci era sempre vicino. Nel modo con cui lo diceva, sembrava che Gesu' fosse veramente presente.... >> . Abbiamo accennato all'analfabetismo di Maria Concetta, di cui ella, nella più schietta semplicità, spesso si lamentava con il Signore. Ed un giorno, durante gli esercizi spirituali, S. Tommaso D'Aquino le fece capire la vanità della scienza umana. Ecco quanto troviamo nel 15° Quaderno: <<.... La buona e semplice Concetta - dice Sr. Speranza - nella sua semplicità si lamenta con Gesu' di non riuscire a pronunziare molte parole delle preghiere che recitiamo insieme. Ella dice: << IL Signore a chi ha dato tanta scienza e a chi ha dato tanto poco, come ha fatto con me, che non so dire una parola >> . Interviene subito la B. Gemma rimproverando il peccato commesso. Anche S. Tommaso la rimproverava aspramente per non aver fatto la volontà del Signore. E cosi egli parla della scienza dei Santi: << Sulla terra vi sono due specie di scienze: una del mondo e l'altra celeste. E' quest'ultima che piace a Dio e che ci fa Santi. Quella del mondo subito svanisce. A che vale essere dotti, ricchi della scienza del mondo, se non hai la scienza di Dio? Perché ti lamenti sempre con Gesu' per non averti dato la scienza del mondo? Quale altra scienza deve darti Gesu'? Tu parli con il Dotto dei dotti, con il Sapiente dei sapienti. Cesu' ha mandato me per farvi i Santi Esercizi, perché siete indietro ed e' lontano chi può darvi un aiuto (il Direttore, P. Tommaso).. Beato chi ha ricevuto da Dio la scienza dei Santi. La scienza dei Santi e' il sapere amare Dio.... >> . In un'altra occasione, Maria Concetta si lamentò della sua ignoranza anche con la Professoressa Lydia Sintoni, che ne riporta il fatto: <<.... Un'altra volta in cui c'incontrammo sempre ad Airola, ebbe a dirmi: Viata a tia ! Viata a tia... (beata te) Quante cose sai ! IO sugnu surda, sugnu sciema; nu sacciu fari nienti; nu leggiu, nu scrivu; leggiu nu libbru sulu: int'a a cchistu ! ( Sono vecchia, sono sorda, sono scema; non so fare niente, non leggo, non scrivo; leggo un libro solo dentro questo) E mi mostrò il Crocifisso. Ella aveva il dono della sapienza della Croce - che e' solo degli eletti -  ma non lo sapeva e si rammaricava di non possedere le briciole della povera sapienza umana >> . Della santa vita che la Serva di Dio conduceva, ce ne parla anche la Signora Giulia Montella, di Airola. Ecco quanto ella dice: << Ho ricoperto la carica di presidente dell'E.C.A. di questo comune per circa 20 anni e cioè dal 1945 in poi. Fra le tante persone che, in quegli anni veramente difficili, avevano bisogno di assistenza, medicine ed altro, ebbi la fortuna di conoscere Suor Concetta, una donna umile venuta dalla Calabria, con la consorella Sr. Speranza. Devo dire che, al primo incontro con la Suora, rimasi colpita dalla sua semplicità, fatta di bontà ed animata da profonda fede. Ricordo che era dolce e remissiva, rassegnata e serena nella sua malattia che le procurava molte sofferenze !  L'ho seguita con affetto, tanto che quando il suo stato si aggravò, feci di tutto per ottenere un permesso speciale dall'Arcivescovo, S.E. Mancinelli e poterle dare la gioia di rivedere per l'ultima volta la sua unica figlia, suora nel monastero delle Clarisse.... Di Sr. Concetta mi e' rimasto il ricordo di un'anima illuminata da una grande e profonda fede in Dio, della sua bontà ed umiltà.... Sulle sue virtù, Titina Ferrara, di Napoli, tra l'altro, dice: <<... Ho conosciuto Sr. Concetta tramite il nostro caro P. Nazareno Passionista, nel negozio della Signorina Rappolla, oggi deceduta, non ricordo l'anno ed il giorno, certamente tra il 1936/37. Alla luce della personale esperienza, Sr. Concetta era un'anima santa, seguace autentica di Gesu' Cristo e testimone delle virtù degne delle anime più sante, che veneriamo sugli altari >>.

Maria Concetta con un bambino dell'asilo

Ed in un'altra testimonianza, più dettagliata, la stessa Titina Ferrara, dopo aver fatto ricerche più approfondite circa il primo incontro con la Serva di Dio, dice: <<.... Sotto la santità del giuramento affermo quanto segue: Ho conosciuto Concetta Pantusa fin da 1939 / 40, certamente prima della guerra. I fatti che vado narrando o ne sono stata spettatrice o me li hanno raccontati immediatamente dopo che sono avvenuti.... Sr. Concetta aveva una grande fede in Dio e per ognuno di noi aveva sempre parole convincenti per farci abbandonare nella Divina Misericordia. Con tutti usava tanta carità: era sempre pronta a spogliarsi di tutto per dare agli altri, mostrando tanta gioia nel vedere gli altri contenti. Era molto severa con se stessa, amava vivere di rinunzie e sacrifici. Aveva un grande spirito di penitenza. Obbediva a Sr. Speranza come a una Superiora, dando a noi molta edificazione..... >> . Tra le varie testimonianze di Sr. Speranza, presenti nel Diario, riportiamo la seguente, tratta dall'ottavo quaderno: << Vedo la Serva di Dio distaccata totalmente da questo misero mondo ed il suo amore cresce sempre più verso Gesu' appassionato. La vedo spesso, ai piedi di Gesu' Crocifisso, piangere per i suoi peccati e chiedere perdono e misericordia. Molte volte, nelle sue estasi, le ho imposto l'ubbidienza, in tante maniere, ed ella si e' mostrata sempre pronta e paziente, facendo atti di umiliazione. Ha una singolare carità verso di me. Ella si priva per me dei migliori pasti. Soltanto se glielo impongo, con l'obbedienza, accetta. Nel periodo estivo si sacrifica con le bambine per consentire a me un po' di riposo. A volte, vorrei farla riposare ed invece la trovo ai piedi di Gesu' Crocifisso e ripara per tutti i peccatori. E' molto caritatevole con gli ammalati e le bambine; e, spesse volte, essa stessa e' considerata una piccola fanciulla. Parla sempre con sincerità >>

Capitolo IV

CREDO NELLA SS.MA TRINITA'

E meglio andare in Paradiso senza braccia e senza gambe...... >>.

Sant ' Anselmo dice: << Credo ut intelligam >>, credo per capire. Dunque credo per capire la grandezza di Dio, credo per conoscere l'amore, la misericordia e la paternità di Dio. La grandezza, l'amore, la misericordia e la paternità di Dio si pregustano sin da questa terra. Certo non possediamo Dio in tutte le sue prerogative, perciò con Sant ' Agostino diciamo: << IL cuore e' inquieto, o Signore, finché non riposa in te >> .  Un giorno lo possederemo nella sua pienezza ed il suo Volto ci apparirà in tutto il suo splendore: e' questa la nostra fede, questa fu la fede di Maria Concetta. Ella anelava continuamente al Paradiso per possedere Dio nella sua pienezza e per questo amava tanto il Signore da annullare il proprio <<io >>, divenendo l'eroina dell'amore. E' proprio quest'amore che la fa esclamare: << Signore, dammi tutte le tue piaghe, non solo le tue piaghe, ma fammi essere una sola piaga >> . Ed un giorno, dopo averla accontentata, facendola divenire tutta una piaga, Gesu' poté provare la grande fede della sua Serva, allorché si presentò il tentatore il quale disse: << Finalmente sei rovinata. E' venuta l'ora che devi morire. Le braccia si devono tagliare e sono in pericolo anche le gambe. Tutto questo pus, con sangue, ti porterà alla morte; perderai la pazienza e poi sarai nelle nostre mani >>. La Serva di Dio, memore delle parole del Vangelo, rispose: << Voglio fare la volontà del Signore. E' meglio andare in Paradiso senza braccia e senza gambe, ma non con te, sana e come vuoi tu. Vai via e lasciami con il Signore >> . Dopo la prova, Gesu' per consolarla, mandò S. Gemma che le disse: << Non ascoltare il demonio, il sangue ed il pus delle tue piaghe lavano la tua anima. Beato chi soffre per Gesu' >> . Ella, infatti, sopportò fino all'inverosimile le indicibili sofferenze per amore di Gesu' Crocifisso, che Maria Concetta ebbe sempre nel cuore e nella mente. Ecco quanto dice Sr. Speranza a tal proposito: << Quando non può sopportare il grande dolore, non fa altro che cantare "" Santa Madre deh Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore " .... asciuga le piaghe ella stessa e spesso, spesso dice: " Evviva la Passione di Gesu' ! Evviva le piaghe di Gesu' appassionato " >> . E per queste piaghe, la Serva del Signore si sentiva le spalle coperte dalla saggia guida di P. Nazareno, del quale il Signore diceva: << Voglio che riveliate tutto al mio prediletto figlio P. Nazareno, perché e' degno di essere consolato con la mia Parola, IO l'amo tanto perché la sua fede e' grande e sarà anche per lui un privilegio perché appena e' arrivato il suo permesso delle piaghe, subito le ho donate. Che rispetto gli porto ! Chi mi ama, lo farò degno delle mie grazie e dei miei privilegi >> .  E' stata la grande fede della Serva di Dio a farle vedere Gesu' nel confessore e Direttore. Ciò lo rileviamo dal 26° quaderno: << Sono disposta a fare nuovi proponimenti per emendarmi dei miei peccati. Sarei contenta se la mia anima diventasse candida come la neve, monda di ogni peccato. Ma chi mi darà la santa sorte? Certo Gesu' ma Gesu' non mi da' questa soddisfazione, perché non la merito. Allora a chi mi devo rivolgere? Al mio Direttore, perché quando parla il mio P. Spirituale, parla Gesu' >> .

La serva di Dio in preghiera ai piedi del Crocifisso

E nel 1938, quando Maria Concetta era sotto la guida di P. Nazareno, parlando con Gesu' Bambino, ella disse: << Gli ho raccomandato tanto il mio Direttore e Gesu' mi ha detto: IO gioco sempre con la sua anima, ma dimmi: " chi ami di più  Me o il Direttore?  " Signore - risponde Maria Concetta - come ministro vostro, io l'amo come la vostra stessa Persona "  " Mi compiaccio tanto - replica Gesu' - ora vi dono la mia benedizione a tutti e tre " . Gesu', pur essendo l'Onnisciente, che legge nell'intimo dei cuori, un giorno volle dalla sua Serva la professione di fede, in forma esplicita. << Mi dice Gesu': Vuoi vedere il Padre mio e lo Spirito Santo? >>  << Signore - rispose Maria Concetta - voi me l'avete fatto sempre vedere, e come vedo Voi cosi vedo il Padre e lo Spirito Santo >> .  << Allora - replicò Gesu' - tu credi nella SS.ma Trinità Padre Figlio e Spirito Santo >> . Ecco la fede di Maria Concetta che non e' una fede arida, verbosa, ma fede vissuta che ha fatto morire il seme, perché desse frutto; ed il frutto lo ha dato in abbondanza: il frutto dell'amore.

Capitolo V

PARADISO PARADISO TRONO DI DIO

<<..... Quando, quando verrà il giorno in cui potrò possedervi in Paradiso? >>

La Speranza, la grande Speranza della Serva di Dio la fa sentire come in esilio e le fa invocare il Paradiso. IL Calvario e la Croce la confortano, in Gesu' Sacramentato trova il suo riposo: << In questa settimana sono stata contenta perché le mie sofferenze sono state unite a quelle del mio Signore. Ah quanto e' bello soffrire con Gesu' ! IL mio pensiero e' stato sempre rivolto a Lui. Ho chiesto al caro Gesu' di farmi soffrire con lui, dandomi, però, un po' di forza per poter assistere alle funzioni. Giovedì Santo, dopo aver visitato il Santo Sepolcro, sono stata a fare l'ora di adorazione. Che gioia ! Che Paradiso e' stato per me ! Ah se fosse possibile ci starei la notte intera per saziarmi del mio Signore ! Ma non mi basta. Allora sarò contenta, quando lo possederò in Paradiso. Paradiso, Paradiso, Trono di Dio ! E sempre dico: O Signore, quando, quando verrà il giorno in cui potrò possedervi in Paradiso? >> .  Tutta la vita la Serva di Dio fu un dolce sospirare il Paradiso, per sé e per i fratelli, appoggiando tutta la sua fiducia sull'amore misericordioso di Dio che accrebbe tanto in lei la Speranza, da trasformarla in certezza. << La mia sete e' nelle anime - disse un giorno Gesu' - voglio che tutti siate salvi, perché mi siete costati tutto il mio Sangue;  voglio che il vostro cuore si accenda del mio amore. Vi ho chiusi nel mio Cuore e voglio che non ve ne usciate più. Guai a quelli che tradiscono questo mio Cuore Divino ! Offrite tutto a questo Cuore che vi dona la salvezza eterna >>. Dunque Gesu', infinitamente amoroso e misericordioso, infuse certezza nella sua Serva, ma le infuse tanta generosità, onde completare ciò che manca alla Passione di Cristo per la salvezza dei fratelli. Ed il 23 giugno del 1940, a Gesu' che si lamentava per aver sparso inutilmente il suo Preziosissimo Sangue per tanti peccatori, Maria Concetta disse: << Mio caro Gesu', sono io la riparatrice di tutti i peccatori, voglio riparare tutto il vostro Sangue; voglio baciare, ad una ad una, le vostre Sante Piaghe e, baciandole, chiedo perdono per tutti quelli che vi hanno offeso. Dateci la pace, o Gesu', la pace dell'anima, la pace nelle famiglie, la pace nel mondo. Come sarei felice se tutto il mondo vi amasse, vorrei dare tutto il mio sangue per farvi conoscere ed amare.... >> . Ed ancora: << Signore - disse un giorno a Gesu' risorto, apparsole in tutto il suo splendore - adesso che siete risorto statevi sempre con me, non morite più >> . Gesu' - continua Maria Concetta - sempre buono, affabile e compiacente con tutti, dice: << Figlia mia, sono morto una volta e non morirò più; sono i peccatori che mi fanno morire ogni giorno. Ma se il Padre mio mi mandasse di nuovo per salvare un solo peccatore, io mi farei raddoppiare i flagelli. E tu cosa faresti per i peccatori? >> << Se volete - rispose Maria Concetta - offro anche la mia vita >>. La disponibilità della Serva di Dio nell'accettare tutte le sofferenze, che la facevano somigliare a Gesu' Crocifisso, per amor suo e per la conversione dei fratelli nella colpa, si concretizzava giorno per giorno. Ecco una delle testimonianze di Sr. Speranza, tratta dai quaderni: << La mia cara Concetta, virtuosa e coraggiosa nelle sofferenze, pur sentendo dolore, toglie da sola le pezzuole, attaccate alle piaghe marcite. IL sangue scorre ed ella da' gloria a Gesu' ed alla Santissima Vergine. IL suo grande soffrire l'offre per la conversione dei peccatori ed in riparazione del Sangue Preziosissimo di Gesu', versato per le nostre scelleratezze. E nella stessa pagina, Maria Concetta aggiunge: << La mia Gemma, sorridendo, dice: << Coraggio, sorellina mia, prima che guariscono queste piaghe, facciamo le altre >>.  << Martedì alle ore 5 - continua la Serva di Dio - si presenta con la spada divina e mi dice: <<  Ti piace vedere Gesu', la Santissima Vergine, gli Angeli e me vicini? Ebbene, ti deve piacere anche il soffrire cosi dicendo, mi apre le piaghe dei polsi e poi aggiunge: << un altro giorno apriremo quelle del cuore e chiedi alla mia Speranza (Sr. Speranza) se e' contenta >> . Non erano i privilegi o le penitenze che le davano Speranza - certezza di possedere il Paradiso, ma la misericordia di Dio. << IL tentatore, con astuzia, mi tormenta dicendomi che il popolo ha una grande stima per me. Egli, infatti, mi dice: << Tutti ti considerano Santa, anch'io ti stimo come grande peccatrice. Sei già Santa, non occorre, perciò, tanta penitenza >> .  << Vai via, tentatore - replica Maria Concetta - perché so io quello che sono. La stima del mondo e' un fumo che subito svanisce. Io confido nella misericordia del Signore che mi faccia degna del Paradiso..... >> . Maria Concetta, dunque, pur godendo privilegi particolari, era ben conscia delle debolezze umane e delle possibilità di cadere nella colpa, perciò, un giorno, se ne lamentò con Gesu' e la Madonna, sospirando il Paradiso: << In chiesa, quando esce il sacerdote, vedo Gesu' accompagnato da tre o da cinque Angeli e, nel salire l'altare, si forma una corona di Angeli e tutti assistono al Santo Sacrificio. Non riesco ad esprimere le bellezze e la gloria che godo. Non mi stancherei mai di raccontare le grandezze di Dio, della Regina del Cielo e di quanto vedo in Paradiso ! Perciò sempre dico: << Fai presto, Signore, voglio venire in Cielo, non riesco più a stare senza questo eterno godere >> .  Gesu' e la Vergine Santissima, con L'Angelo e S. Gemma mi dicono: << Verrai quando sarà l'ora, ma non lamentarti, perché anche in casa tua, tu godi la stessa felicità >> .  << E' vero quanto Voi dite - rispose Maria Concetta - ma il soffrire non manca, perché sono nell'ambiente dei peccati, dove posso cadere ed offendere la Vostra Divina Maestà >> . E' bello quest'umile desiderio della Serva di Dio: possedere Dio per amarlo; poiché ogni piccola ombra le impedisce di possederlo, vuol mettere la sua anima al riparo dalla caligine terrena e sospira il Paradiso !

Capitolo VI

IL VOLTO DI DIO IN OGNI FRATELLO

<< Mangiate.... come riceviamo dal Signore cosi dobbiamo dare a chi ha bisogno >>

Dalle varie testimonianze, ma soprattutto dal << Diario >> . Maria Concetta appare come colei che, in ogni istante della sua vita, ha dovuto lottare, come ogni mortale, contro se stessa, reprimendo i suoi trasporti giorno dopo giorno, onde scolpire nella propria anima, L'Immagine di Cristo. Gli sforzi diuturni della Serva di Dio tendevano all'amore di Dio e del prossimo. Quest'amore di Dio e del prossimo e' inscindibile, perché chi ama veramente Dio non può trascurare le sue creature; in Maria Concetta quest'amore si confonde. Per compensare la giustizia divina, ella si offriva vittima volontaria, ad imitazione del Martire del Golgota, perché nel suo cuore ardeva la fiaccola dell'amore di Dio che si riverberava sui fratelli. E' emblematica la testimonianza di Sr. Maria Cherubina Liberatore, Pallottina, la quale dice: << Ero di comunità ad Airola, quando, tra il 1945 / 46, conobbi Sr. Concetta e la sua compagna Sr. Speranza. Spesso ci scambiavamo le visite per stare insieme e vivere momenti di alta carità cristiana, perché Sr. Concetta ci rivelava Dio che e' Carità, e' Amore, e' Luce; e la luce e' fatta per illuminare e tutta la comunità si sentiva, quindi, invasa da questa luce amorosa >> . Non si può dare ciò che non si possiede. E Maria Concetta rivelava Dio, perché lo possedeva; Lo possedeva, perché Lo amava; Lo amava, perché era in intima unione col Cristo penante per la salvezza del mondo. Dire dunque che la Serva di Dio pregasse e dir poco, perché ella era in continua unione con Dio. Del resto, ciò lo prevedeva anche la Regola. Nel capitolo << Dell'Orazione e pratiche di Pietà >> , troviamo: << Procurerà di stare sempre in unione con Dio, facendo sempre orazione. La mattina, dopo le pratiche di pietà,, fare la santa meditazione ed ascolterà la S. Messa, accostandosi ogni giorno alla S. Comunione. E vi impiegherà un'ora e mezzo. Prima e dopo i pasti, dirà sempre le preghiere approvate dal Direttore. Spesso fra giorni, e specialmente prendendo occasione delle circostanze che ci accadono intorno, si raccoglierà in modo più particolare nella contemplazione di Dio e dei suoi attributi. Nel pomeriggio farà la visita a Gesu' Sacramentato ed alla Vergine. In serata farà di nuovo la Santa meditazione e le pratiche di pietà, approvate dal Direttore. Procurerà di recitare ogni giorno il Rosario di quindici poste, l'Ufficio della Passione o della Vergine >> . IL capitolo continua con altri cinque articoli che omettiamo, dando preferenza ai tre articoli relativi al << Riposo notturno >> , da cui si rileva, oltre alla grande penitenza, anche la continua unione con Dio. Ecco quanto dicono: art. 35 - Dormirà coricata sulla nuda terra o sopra la tavola o sulla rete, ed avrà per cuscino una pietra o mattone. Art. 33 - La notte si leverà per fare L'Ora Santa art. 34 - La mattina si alzerà alle 5 nel tempo estivo ed alle 5 e mezzo nel tempo invernale >> . Le preghiere della Regola non venivano mai tralasciate. Quando Sr. Speranza era ammalata, ne prendeva il posto S. Gemma. Ciò lo rileviamo dal 20° quaderno: << Dopo aver fatto il dovere dell'ammalata ( Sr. Speranza era gravemente inferma per colecistite) , mi sono ritirata in cucina; la cara Gemma, come tutti i giorni dell'assenza della Suora, ha recitato l'Ufficio divino e le altre preghiere della Regola, per non farmi mancare, e gli Angeli rispondevano. Io sono restata in estasi senza dire una parola; sembrava che il cielo si aprisse. Che Maria Concetta pregasse con S. Gemma e con L'Angelo custode, non era un fatto occasionale, ma abituale. Nello stesso quaderno, troviamo che S. Gemma le aveva fatto recitare, insieme a lei, 1.000 giaculatorie. Quando la Serva di Dio pregava, s'immergeva nell'Assoluto ed il tempo diventava relativo. Era la stessa Serva di Dio ad avvedersene e a meravigliarsene con Sr. Speranza: << IL giorno 27 sono andata ad ascoltare la S. Messa ed ho pregato tanto per la pace e per i poveri soldati, Gesu' mi ha dato la croce e mi ha detto: " Soffri e spera " . S. Gemma mi ha dato tanti insegnamenti: come mi devo comportare con le mie sofferenze, mi ha corretto molti difetti, mi ha detto che durante la sua malattia, ella soffriva tutto in silenzio, abbracciava tutto con pazienza e diceva sempre di volere assomigliare al suo Sposo Crocifisso. Sono stata più di due ore e, come tutti i giorni, mi sono messo i cilizi e le catenelle, sacrificando il mio corpo per somigliare anch'io a Gesu' Crocifisso. Sai, Parrina mia, - continuerà la Serva di Dio - io sono contenta quando sto sola, in compagnia del Signore, e prego per tutti. Ogni minuto, che sto in mezzo al chiasso dei bambini, mi sembrano ore, ma stando con il Signore, anche una giornata intera, mi sembrano minuti >>. Sr. Speranza, sempre vigile nella sua guida, disse: << Hai  ragione, ma il Signore non vuole solo la preghiera, ma anche il sacrificio; e quando si fa il sacrificio, con il sacrificio, il Signore l'accetta di più. Anche questo sacrificio con i bambini per noi e' una preghiera, e' un'opera di carità >> .  << E' vero - replicò Maria Concetta - anche S. Gemma mi dice la stessa cosa; tutto dipende dalla buona volontà: mettiamo la cooperazione in tutto >> . IL continuo immergersi nell'Assoluto, astrae4ndo le facoltà intellettive dal mondo circostante, dava luogo, in Maria Concetta, al fenomeno dell'estasi. Tale fenomeno, nella vita della Serva di Dio, era del tutto abituale ed i quaderni lo confermano. Riportiamo un episodio, a questo proposito, di cui e' stata testimone la Signorina Maria Arganese e raccontato anche da Sr. Speranza nel 24° quaderno. Ecco il racconto della Signorina Arganese: << Attesto quanto segue con coscienza: bussai il mattino del 16 gennaio del 1947 alla camera di Sr. Concetta per le mie care relazioni di devota amicizia. Non avutane risposta, spinsi la porta socchiusa e mi trovai davanti un'anima, perduta nell'estasi d'amore del Crocifisso. Tutto ciò che sa di terra, di umano scomparve dall'esistenza della Suora. Immedesimata nella preghiera non vedeva, non sentiva che Dio. Era ai piedi della statua dell'Addolorata e sudava sangue. Pensai bene a non disturbare i suoi colloqui con Dio. Le girai le spalle e tremante e commossa di quella impressione, distolsi lo sguardo da lei e lo volsi su di un altro quadro sacro. E fu tale l'impressione ricevuta che non resistetti in piedi e dovetti sedermi. Entrarono in quell'istante due bambine dell'asilo che portavano una pentola d'acqua. Passando, alla vista di Sr. Concetta che sanguinava, le due bambine, con semplicità naturale, gridarono: " Suora, che vi siete fatto? " . La Suora si scosse, come da un sonno profondo. Repentinamente tirò un candido fazzoletto per asciugarsi il volto madido di sangue. Quando si accorse che c'ero io presente ebbe un momento di perplessita'. E scappo in un'altra stanza a nascondersi. Si presentò un po' dopo, asciugata si, ma ancora con due strisce di sangue sul viso. A me che ero impallidita a quella scena, dette parole di conforto e mi assicurò che era stato Dio stesso a permetterlo. La Suora capì che io volevo sapere un po' di quello che avevo visto e mi presentò il fazzoletto, sporco di sangue colorito rosso. Le domandai se aveva sudato solo il viso. " No - rispose - sono tutta bagnata " . Cosi finirono quei momenti di emozione, ma il ricordo e' sempre vivo e' presente. Chi può scrutare le vie misteriose del Signore? . Maria Concetta, dunque, e' generosa, e' eroicamente generosa: vede soffrire Gesu' o un suo simile e si prodiga in tutte le maniere per mitigarne il dolore. Riportiamo, a tal proposito, una delle tante offerte di se stessa onde alleviare le sofferenze di Gesu': << Dopo la S. Messa ho tanto sofferto alla presenza del Signore. Gesu' si e' presentato stanco e curvo per i flagelli, con una veste stracciata ed insanguinata. Gli ho detto: " Signore, datemi questo vostro soffrire " . E Gesu': " Come e' possibile, figlia mia, dare tutto a te? Le tribolazioni sono molte, i peccati sono senza numero, i flagelli sono a non finire. Mi vuoi compensare qualcosa? Prendi la mia Croce e vieni con me nell'Orto del Getsemani, la soffriamo e compensiamo insieme >> .  Gesu'  mi ha dato il sudore di sangue, la corona di spine e le punture alle braccia. Mi sentivo morire. Gesu' mi ha detto: << Più soffri, più mi compensi. Io sono triste >> .  A me, Signore, le vostre sofferenze, Vi voglio compensare anche a costo della mia vita. La vita della Serva di Dio e' un continuo partecipare alla Passione del Redentore. E' un continuo bere il calice. E un giorno l'Angelo, usando verbi apparentemente sinonimi, ma profondamente diversi, le offri il calice amaro, dicendo: <<.... Prendi questo calice a gloria del Signore e consumatevi per i vostri fratelli: io sono venuto per consolarti, ma per confortarti... Offrite quello che non volete facendo la volontà del Signore >> .  Maria, Concetta, lo strumento umile e docile, in un'azione cruenta, si e' lasciata plasmare dallo scalpello dello Scultore Eterno. Alla fine verrà fuori un << Alter Christus >> , la cui anima e' protesa verso il Padre, senza, pero, uscire dalla storia, cosicché ha fatto propri, i problemi altrui. Chi, come Rosina Stanzione, ha beneficiato dell'azione amorosa della Serva di Dio, ne parla con entusiasmo. Ella dice: << Abitavo con la mia famiglia alla via Monteoliveto, 83, l'attuale CASA DEL SANTO VOLTO, quando conobbi Sr. Concetta e Sr. Speranza, perché queste vennero ad abitare nello stesso stabile, occupando il piano superiore e cioè le attuali stanze da letto, più la cucina ed il bagnetto; mentre la stanza a sinistra, dopo la scala, era fittata alla Signora Tommasina Rungi, io, invece, occupavo il piano terra. ... Era il periodo del primo dopo - guerra, le ristrettezze che tutti hanno sentito, noi le abbiamo sentito in un modo particolare, perché non avevamo niente. Di giorno lavoravo come bracciante, e i datori di lavoro ci passavano il pasto del mezzogiorno, ma la sera dovevo provvedere per me e per la mia famiglia. Molto spesso, non avendo niente per cena, incominciavo ad imprecare contro queste persone presso le quali ero andata a lavorare, e contro Dio bestemmiando. Sr. Concetta sentiva e scendeva per confortarmi e portarmi qualcosa per la cena. Ella diceva: " Non bestemmiare, Rosina, perché oggi soffri e domani godi. Queste persone oggi non te lo danno, però domani vorrebbero dartelo e non possono più farlo " . Altre volte Sr. Concetta ci portava qualche salame sotto olio dicendo: " Mangiate.... come riceviamo dal Signore, cosi dobbiamo dare a chi ha bisogno " . L'amore e la grande umanità della Serva di Dio non si limitano a consolare fattivamente con bene indispensabili, ma vanno oltre. Ella comprende il dramma dell'uomo e gli va incontro in tutte le necessità, purché questi non si allontani dalla sfera dell'azione amorosa di Dio. E' emblematico quanto Rosina Stanzione ancora dice: << Inoltre, mio marito era amante del cinema e spesso voleva andarvi. Per questo litigavamo: lui, bestemmiando, insisteva che voleva da me i soldi; ma io, non avendo la possibilità, bestemmiavo più di lui. Era un inferno ! Dopo qualche minuto scendeva Sr. Concetta e porgendo le cinquanta lire a mio marito, diceva: " Tieni Luigi, vai al cinema e non bestemmiare più " . Mio marito insisteva che dovevo darglieli io i soldi e lei replicava: " Non vedi che tua moglie non ha come provvedere neppure al necessario per la famiglia ? " E cosi mio marito prendeva le cinquanta lire e se ne andava. La Serva di Dio era l'angelo consolatore, che era sempre presente, quando si trattava di portare conforto e soccorso. La sua azione consolatrice era presente anche quando questa poteva compromettere la sua integrità fisica. La stessa Rosina Stanzione, che da lei e' stata assistita, perché affetta da febbre tifoidea, conclude: << Insomma, Sr. Concetta ce la siamo sentita sempre vicina in tutte le nostre necessità, con il suo amore e la sua bontà. Un'altra volta quando ebbe il tifo mostrò ancora la sua grande carità. Per la febbre alta non capivo ciò che avveniva intorno a me. Pero, quando venne la croce rossa per portarmi all'ospedale, perché il medico aveva denunciato il caso, mi resi conto che le due signorine che erano entrate, erano due infermiere e gridai: " Mamma, sono venute a prendermi per portarmi all'ospedale ! " Mamma, invece, pensava che fossero le due signorine che erano presso Sr. Speranza e Sr. Concetta. Dietro la mia insistenza, ella si rese conto che erano effettivamente infermiere. Allora corse a prendere un bastone, minacciandole di usarlo se non fossero andate via immediatamente. Venne Sr. Concetta e disse: " Non farò avvicinare nessuno a Rosina, sarò io stessa a prepararle il cibo e farla mangiare ".  E cosi fece per tutta la durata della mia malattia. Insomma Sr. Concetta era veramente piena di carità. Spesso diceva: " Quando stai a tavola e viene qualcuno, dagli il tuo piatto perché, la sola gioia che ti procura quell'atto di carità ti fa sentire sazia ". Quanto stia a cuore al Signore l'amore per i poveri ed i bisognosi, e' Lui stesso a dircelo: << Avevo fame e mi deste da mangiare, avevo sete e mi deste da bere, ero infermo e mi visitaste..... >>. Quando, o Signore, abbiamo fatto tutto questo? Ogni volta che avete fatto ciò a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l'avete fatto a Me. IL Signore volle provare la sua Serva e confermare contemporaneamente l'amore che Egli ha per i poveri, presentandosi sotto le vesti di un mendicante. Ciò avvenne il 1937. Ecco quanto racconta Sr. Speranza nei suoi << Ricordi >>. << I bambini che ci affidavano, aumentavano sempre di più. Le mamme ci pagavano come potevano, senza una quota fissa. Un giorno la madre di due bambini disse: " Ho una poltroncina che non mi serve più volete comprarla? " " Portatela - le risposi - defalcheremo l'importo corrispondente dal mensile ". La signora tutta contenta, ci portò la poltroncina che attualmente sta nel Santuario del Santo Volto. L'impegno dei bambini ci impediva di andare a Messa insieme. Prima andavo io e poi Sr. Concetta o viceversa. Una mattina, mentre io ero a Messa, si presentò un povero vecchio, con i vestiti a brandelli, senza calze, ne' scarpe, ne' cappello. Chiese a Sr. Concetta: " Mi dai un po' di pane? " Sr. Concetta rispose: " Se vuoi, ho solo un po' di pane giallo ". " Si, si ", rispose il vecchio, e si sedette sulla poltroncina innanzidetta. Sr. Concetta si allontanò per prendere il pane, ma al suo ritorno non trovò più il vecchio. Al mio arrivo dopo la Messa, mi riferì il fatto ed io le disse: "Probabilmente quel vecchio era Gesu' ". " Era Gesu'? No, Gesu' e' bello, quello che e' venuto era senza calze, senza scarpe, senza cappello: era uno straccione ". Non replicai alla sua insistenza. La sera, appena iniziata la recita del Piccolo Ufficio della Passione, che ci aveva consigliato P. Sebastiano, Sr. Concetta si alzò in piedi, fissando lo sguardo sulla parete, disse: " Ah, si....? Io non ti conosco. No, non ti conosco, ti vedo come un'ombra ". Più tardi ella raccontò che l'ombra che aveva visto, le aveva detto: " Se mi vuoi riconoscere, domani mattina vai a confessarti e cadranno le tenebre, mi vedrai chiaramente. Io sono il vecchietto di questa mattina che e' venuto a chiederti la carità per vedere se amavi i poveri, perché io amo i poveri. Tu sei stata generosa con me ed io sono stato generoso con te e sono tornato ". Cosi dicendo, la visione scomparve. La mattina seguente, Sr. Concetta andò subito a confessarsi e nella stessa giornata, le riapparve Gesu' in tutto il suo splendore: le mostrò il Cuore aperto, come a S. Margherita Maria Alacoque e le disse: " Figlie mie, venite che voglio chiudervi nel mio Cuore. Io vi amo, amatemi e fatemi amare " >>. Abbiamo appena visto che le mamme, che affidavano alle due Suore i loro bambini, non pagavano una quota fissa, ma pagavano a seconda delle proprie possibilità. Le testimonianze che stiamo per riportare, oltre a confermarlo mettono in evidenza l'amore con cui la Serva di Dio accudiva i piccoli.  Ecco quanto dichiara la Signora Cesare Antonietta, residente ad Airola: << Ho conosciuto direttamente Sr. Concetta intorno al 1948, allorquando portavo i miei figli all'asilo: Maria e Vincenzina..... Di lei ricordo che quando i bambini miei piangevano, perché non volevano staccarsi da me, lei, col sorriso sulle labbra e con amore materno, li accoglieva rassicurandomi di stare tranquilla perché " Sr. Concetta - diceva - non  li farà piangere ".

Maria Concetta e Sr. Speranza tra i bambini

Faccio notare che Sr. Concetta e Sr. Speranza, anche se vivevano in una miseria squallida ed avevano bisogno di tutto, non chiedevano mai i soldi per la retta mensile. Ero io, di mia spontanea volontà, che portavo qualcosa in natura ( Fagioli, patate, pomodori ecc..) Rosina Stanzione attesta ancora: << Le due Suore si occupavano dei bambini, che, quando era bel tempo, portavano in cortile. Qui ebbi modo di costatare l'amore e la cura che avevano per i piccoli. Le due pregavano e facevano pregare anche i bambini. Sr. Concetta, con tutti i suoi dolori, non si faceva mai indietro nei lavori, anzi era lei ad essere maggiormente a contatto con i bambini prodigandosi in tutto. Cira Pasqualina Rungi, che, con la sua famiglia, abitava in stanze diverse, ma allo stesso piano, attesta: << Anche se ero molto piccola, essendo nata il 1947, ricordo bene Sr. Concetta, che si prendeva cura di noi piccoli. Per noi Sr. Concetta era come una mamma buona e premurosa. Mamma usciva, lasciando me, di cinque anni, ed i miei fratelli, Pompeo Pasqualino ed Antonio, rispettivamente di tre e di un anno. Mamma, nell'uscire, legava Antonio in un seggiolone per non farlo cadere. Di tanto in tanto, Sr. Concetta veniva ad affacciarsi: copriva mio fratello, con un velo,perché non lo infastidissero le mosche. Quando mamma tardava, Sr. Concetta ci portava la scodella con orzo e pane. Tutte le volte che le due Suore ricevevano un pacco dall'America, Sr. Concetta ci conservava le zollette di zucchero. Tutte queste cose allora le registrai nella mia mente, senza riflettere perché troppo piccola, ma oggi, vagliate dalla ragione, considero Sr. Concetta una grande Santa per l'amore che nutriva per il prossimo. Quella ciotola di orzo e di pane, che a noi portava, era certamente frutto di privazioni perché le due Suore vivevano anch'esse nella povertà. Sempre a questo proposito, Sr. Lourdes, Pallottina, dice: << Abitavo nella casa adiacente al giardino di Sr. Concetta e Sr. Speranza, casa che attualmente e' stata trasformata in Santuario del Santo Volto. Conobbi le due Suore fin da piccola. Mia madre mi affidava alle loro cure perché costretta ad andare in campagna. Ella si disobbligava con fagioli e patate. Pur essendo allora piccola, il ricordo e' nitido: Sr. Concetta era come una madre buona, paziente che faceva tutto con amore. Nel rievocare il passato, Sr. Speranza mi appare come la direttrice che badava all'educazione dei bambini ed alla quale Sr. Concetta ubbidiva come ad una superiora, e quest'ultima mi appare come l'umile accudiente che si prodigava nei lavori più umili: pulizia dei bambini e delle cose....>>. Queste testimonianze, da cui si rileva l'umiltà' e l'amore, con cui Sr. Concetta accudiva i bambini, coincidono perfettamente con quelle rese da Sr. Speranza che conferma - nei suoi << Ricordi >> - la disponibilità della Serva di Dio nel riservare a sé i lavori più umili: <<... Accudivamo i bambini, come dovuto, e poi insegnavamo loro a pregare e a dire il Rosario. IL lavoro, Sr. Concetta lo svolgeva con tanto amore. I bambini, affidati alle nostre cure, erano figli di contadini, i quali, a causa del loro lavoro, erano costretti a portarceli il mattino presto, appena tirati su dal letto. Ce li consegnavano dicendo: " Suore, noi non abbiamo tempo per pulirli, pensateci voi ed il Signore vi ricompensi ! ". Sr. Concetta li prendeva e faceva loro la pulizia necessaria. Quando volevo pulirli io, mi respingeva dicendomi: " vattene, tu non hai lo stomaco adatto per questi lavori " . Sr. Concetta e' stata sempre generosa, prima con il Signore e poi con il prossimo, mettendo in pratica il comandamento: << Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze. Ama il prossimo tuo come te stesso... >>. E' stato proprio per questo amore che Maria Concetta e' entrata nel cuore e nel ricordo degli Airolani. Questo amore, la Serva di Dio lo partecipò, lo diffuse in ogni modo, anche attraverso le immagini, di cui si serviva per la lettura del messaggio, essendo ella analfabeta. Meravigliosa e', infatti, l'Immagine che Maria Concetta diede a Sr. Maria Angelica delle clarisse, sia per il messaggio iconico che per quello grafico. In essa vediamo tre bambini alla scuola di Gesu' che appaiono felici per aver ottenuto quanto desideravano. Stupende sono, inoltre, le parole: << Nelle mani più vuote posa il suo dono e se ne va'. Un pane un balocco una rosa? Oh ! non importa. E' la felicità >>.

CAPITOLO  VII°

PRUDENTE NELLA SEMPLICITA'

<<... faccio come volete, purché non commetto mancanze....>>.

La Serva di Dio possedeva, in grado straordinario, la virtù della prudenza. In tutte le sue azioni era guidata dalla più retta intenzione. Ha sofferto ed offerto con generosità. Tuttavia, anche quando Gesu' le chiedeva penitenza per riparare e compensare, la sua Serva si atteneva alle disposizioni del Direttore ed a quelle di Sr. Speranza, che era la responsabile diretta. La prudenza le suggeriva di fare la volontà di Dio, attraverso la volontà di chi aveva la responsabilità della sua anima. Nel 15° quaderno, troviamo: << Gesu' e' contento del mio soffrire, sono senza forze. Durante la notte, i dolori non mi hanno dato pace. Sono abbattuta e consumata. Ho ricevuto la lettera del Direttore che mi da' il permesso di fare la quarantena, come la desiderava Gesu' >>. E Sr. Speranza, in questa stessa pagina, conferma il prudenziale agire della Serva di Dio: << La buona Concetta volentieri fa il sacrificio di fare ogni penitenza, poi quando e' contrastata dalla Suora, dice: << Come volete, io faccio, purché non commetto mancanze.... >>. Maria Concetta ha praticato la virtù della prudenza anche in occasione delle apparizioni e ne abbiamo una testimonianza nel 10° quaderno, dove, dopo aver fatto la meditazione sulla natura, dice: <<... Dopo questa meditazione, vedo la Vergine Addolorata, che si trova in una barca in mezzo al mare. Si ferma e dice: " Figlia mia, vieni anche tu a navigare insieme a me, perché ci sono tanti demoni contro di te e cercano di mettere discordie con chi ti fa del bene... " Mi ha dato poi tanti ammaestramenti per l'anima mia, perché potessi vincere tutte le tentazioni. Ed io le ho detto: " Dolce Madre mia, io mi sento dubbiosa in tutte queste apparizioni: ho paura degli inganni. Vorrei da te una carità: di pregare anche tu, Mamma mia, il Dolce tuo Figlio che mi allontani tutto quello che non e' vostro ". La Santissima Vergine, con dolcezza, mi ha risposto: " Non avere dubbi, perché e' tutta realtà: quello che ti dico io e' realtà, quello che ti dice Gesu' e' realtà, quello che ti dice Gemma e' realtà e tutto quello che comanda Dio e' realtà. Statevi tranquille. Vi dono la mia benedizione: In nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo " >>. Questi stessi dubbi, la Serva di Dio li manifesta nel 20° quaderno, quando dice: <<.... Non sai, parrina mia, mi sono ricordata della meditazione che ieri sera hai fatto su Gemma, quando ella aveva paura delle visioni, perché poteva cadere nell'inganno, ed ho detto a Gesu': " Se non sei Gesu', non ci venire più. Io ti adoro come Dio con tutta la fede, purché non cado nell'inganno " . Gesu' ha risposto: " Figlia mia, non temere perché sono il tuo Gesu'. Stai sempre attenta, perché sei in pericolo più tu che l'anima che non ha Me, perché il demonio ti perseguita e ti odia. Confida e spera " >>. La Serva di Dio si e' fatta sempre guidare da grande prudenza, anche quando le e' costato disprezzo. Ecco quanto troviamo nella pagina 9 del 22° quaderno, risalente al tempo in cui era facile trovare materiale adatto a pettegolezzi per l'avversione di alcuni Padri Passionisti nei confronti delle Suore: <<... La Suora, dopo la Santa Messa, si e' ritirata in casa per evitare tante occasioni del demonio, ma le ho incontrate io. Una persona, che spesso ci da' occasione di turbare la pace, mi ha fatto alcune domande sui miei Religiosi Passionisti. Per usare prudenza, io fingevo di non capire e non le ho risposto ne' di bene ne' di male. Questa persona mi ha chiamato " scema ". La mia Gemma mi ha suggerito all'orecchio: " E' meglio usare prudenza ed essere chiamata scema " >>. La prudenza e la santità della Serva di Dio erano note e molto spesso, non solo i secolari, ma anche i sacerdoti religiosi frequentavano la sua casa per avere consigli. Ecco quanto troviamo nel 23° quaderno: << In questa stessa giornata e' venuto un sacerdote che cade spesso nel peccato di impurità e da' anche scandalo a quelli che lo sanno. Io temevo di avvertirlo, ma la Suora, che era consapevole di questo scandalo, mi aveva detto che quando si presentava l'occasione avrei dovuto avvertirlo e fargli conoscere le pene del purgatorio ed il timore di Dio. Allora questo sacerdote religioso e' venuto a casa come persona di Gesu' Cristo. L'abbiamo gradito offrendogli quella provvidenza che manda il Signore e poi ho incominciato ad avvertirlo. Il sacerdote non ha negato nulla. Mi ha detto: " Mamma mia, perdonami, prega Gesu' per me perché mi allontani questa debolezza perché sono facile a cadere, usa carità e prega per me " >>.

Capitolo VIII°

VITTIMA RIPARATRICE

<< Si Padre mio, sono pronta a darvi tutta la mia vita... per la salvezza dei peccatori >>.

La Serva di Dio fu esatta nell'osservare la giustizia verso Dio, mediante il costante esercizio delle virtù. Ella non solo fu attentissima nel rendere sempre a Dio il dovuto onore e nell'adempiere alle sue leggi, ma, quale strumento di riparazione e compensazione, si sostituì eroicamente ai fratelli che non lo facessero. Di atti eroici, miranti a placare la Divina Giustizia, i quaderni sono pieni. Ne prendiamo solo alcuni: << Un giorno stavo abbattuta per la stanchezza. Ho chiesto a parrina di potere andare a letto, ma la B. Gemma si e' presentata con la bacchetta in mano dicendomi: " Vittima di Gesu', non si dorme, inginocchiati e prega. Tu devi dormire quando non hai sonno e devi mangiare quando non hai fame. La vittima di Gesu' deve soffrire ogni patimento, deve essere rassegnata in tutte le cose. Anche Gesu', seppur sfinito, dovette obbedire a sacrificare la sua volontà sul legno della Croce. Sorella mia, considera quale e' stato il letto del tuo Maestro ! >>. <<... Un altro giorno, con grande dolore al cuore, pregavo per i peccatori perché non avessero più offeso il mio Signore e si fossero convertiti. Improvvisamente mi sono uscite tre lacrime di sangue. E' apparso Gesu' che mi ha detto: " Figlia cara, ora sono contento per la tua compensazione: questo tuo sangue mi e' stato di consolazione; prega sempre per tutti i peccatori, che mi fanno tanto soffrire; compensami tu, figliuola mia, perché mi sei tanto cara quanto sono stato caro io al Padre mio che e' nei Cieli " >>. Ed ancora: << Mi trovavo nel cortile con i bambini quando passò un bestemmiatore che mi faceva rabbrividire. IL nome di Gesu,' e della Vergine e di tutti i Santi erano nella sua bocca, con forte ira. Nel sentirlo, il mio cuore batteva forte, forte. Chiesi il permesso alla Suora di riparare con le discipline e mi fu accordato. Mentre riparavo, si presentò Gesu' tutto grondante di sangue e disse: " Figlia cara, ora sono consolato con la tua riparazione. Ecco come mi aveva ridotto quel bestemmiatore ! Compensa per tutti quelli che mi maltrattano continuamente " >>. E nell'11° quaderno, Sr. Speranza ricorda l'eroicità' con cui Maria Concetta si sottoponeva alle discipline: << Facendo la disciplina, comandata dal Signore in riparazione degli oltraggi che riceve il caro Redentore, la Serva di Dio e' svenuta sulla sedia tra le braccia della Suora, della B. Gemma e dell'Angelo Custode. Dopo essere stata interrogata, Maria Concetta ha risposto che Gesu' le aveva comandato di fare doppia disciplina in riparazione di tutti i peccati che erano stati commessi nella giornata. Tre carnefici percuotevano Gesu' con grande violenza. Gesu' le diceva anche che ella, con la sua riparazione, Lo liberava. La Suora voleva togliere le discipline alla Serva di Dio per sostituirsi a lei, ma il Signore non ha voluto perché " la riparazione - ha detto Gesu' - la fa durante la notte, quando si alza per la recita dell'Ufficio ". IL Signore ci ha dato la benedizione e la sua Serva e' restata tutta consumata >>. La disponibilità e la grande generosità hanno sempre caratterizzato la Serva di Dio. Ecco quanto troviamo nella pagina 63 del 18° quaderno: << Giorno 10, venerdì, sono stata unita al mio Sposo Celeste, per tutto il tempo della Santa Messa. Mi ha parlato delle sue sofferenze, dicendomi che il suo Cuore e' squarciato per ognuno di noi; la flagellazione e la morte le ha offerte per tutti. Ma un giorno, ogni momento, l'umanità' gli da' questa morte. " E tu, figlia mia - aggiunge Gesu' - perché non mi aiuti? IL Padre, tuo e' stanco di tanti peccati " >>. << Si, Padre mio, - risponde Maria Concetta - io sono pronta ad aiutarvi e a darvi tutta la mia vita, fatene quello che volete per la salvezza dei peccatori >>. << La vittima - dice Sr. Speranza - stava alla mia presenza e, mentre io scrivevo, ella mi raccontava ciò che Gesu' le aveva detto. Ma ad un certo punto vidi il suo volto, penetrato dal dolore, che era rivolto al cielo. Era S. Gemma che stringeva la corona di spine ed il Signore si era benignato alla mia presenza. Io, Sr. Speranza, restai più che tranquilla, anche se il sangue, dalla fronte della mia Concetta, stava per cadere sulle mie mani. La guardai e sulla fronte si era formata una corona di vivo sangue. Tutto quel soffrire l'offri' alla piaga del costato del Cuore di Gesu' in riparazione dei peccati. Santa Gemma era contenta per tanta soddisfazione che Gesu' mi aveva dato. Nel 21° quaderno, troviamo ancora: << Ho pregato assai per i peccatori. Gesu' si e' presentato flagellato e legato. Mi ha detto che per noi miseri peccatori l'hanno flagellato e gli hanno dato la morte. " O Gesu', che volete che io faccia? " Vuoi soffrire - rispose Gesu' - per i peccatori? " " Volentieri - replicò Maria Concetta - fate presto, voglio soffrire " . Ho visto scendere il mio Angelo del Primo Coro e la cara Santa Gemma con la corona di spine. Appena ne l'hanno messa in testa, ho sentito il peso di tutti i dolori: il sudore, le lacrime di sangue e la pesante croce, che avevo sulle spalle, mi hanno fatto cadere svenuta. La cara Santa Gemma ha voluto che la Suora osservasse tutto. Io, Sr. Speranza, l'ho trovata con un viso irriconoscibile: era tutta coperta di sangue. La cuffia che portava in testa ed un fazzoletto non avevano un centimetro che non fosse bagnato di sangue. Tutta la persona era ricoperta di sudore naturale ". << La mia Gemma - continua la Serva di Dio - mi custodiva e dopo finito la funzione, Gesu' mi ha lasciata per la via del Calvario. Santa Gemma mi ha detto: " Evviva Gesu' ! " >>. La generosità di Maria Concetta nelle sofferenze e' grande e Gesu' gliene mostra i frutti: << Maria Concetta e' stanca e soffre per le piaghe da non poter stare in piedi, perché le danno tanto fastidio. La Suora desidera che si metta a letto e starci quanto vuole. Alle ore tre, si presenta Gesu' dicendole: " Come sei bella con le mie sofferenze ! Sei contenta, se io mi libero delle mie piaghe? " " Mio Gesu' - risponde Maria Concetta - voi potete fare tutto ciò che volete di me; datemi, se volete, tutte le vostre piaghe, purché non vi veda soffrire ". " Come sono felice, figlia cara, vieni dunque a baciare le piaghe del tuo Maestro Crocifisso ". Come ho baciato le piaghe - continua Maria Concetta - Gesu' si stacca dalla Croce e le piaghe sono guarite. Con i suoi raggi, mi ha aperto tutte le piaghe: ho sentito un dolore intenso. Gesu' mi ha domandato: " Ti dispiace di questo soffrire? Alle mie mani hanno messo i chiodi e per il dolore sono svenuto, nessuno usava delicatezza..... il tuo dolore offrilo per la pace e per i peccatori. Tu usi tanta delicatezza, perché senti dolore, Io invece, con la croce sulle spalle, venivo picchiato senza compassione. Ora compensami tu, figlia cara.... " >>.  In tutta la sua vita, la Serva di Dio non si tirò mai indietro, non fu capace di dire mai di <<no >> al Signore. Anche quando la malattia si trovava all'ultimo stadio e della quale il demonio si serviva per farle apparire tutto buio e pauroso. Ecco quanto leggiamo nel 28° ed ultimo quaderno: << Un altro giorno, Sr. Concetta, stanca di soffrire, si lamenta con il Signore e ripete: " Voglio guarire un poco per quanto possa andare in Chiesa; dato che i medici non sanno trovare il mio male, voglio da Voi la grazia ". Gesu' vede l'insistenza della sua Serva, si presenta tutto incatenato e le dice: " Vuoi che io resti incatenato con queste funi per i peccati del mondo, oppure mi sciolgo io e soffri tu con le mie funi? " La Suora - dice Sr. Speranza - non ebbe il coraggio di dire: " Voglio guarire " e disse a Gesu': " Scioglietevi Voi ed incatenate me, basta quanto siete stato legato per i miei peccati " >>. Ella si offriva vittima per i fratelli, senza dimenticare di educare, di ammonire perché anche gli altri rendessero il debito culto a Dio. Invitava a pregare ed a soffrire, additando a tutti il Redentore pendente dalla Croce. E' quanto rileviamo dalla testimonianza della Signora Anna Caselli, in Truppi, residente ad Airola, via Monteoliveto. Ella, tra l'altro, dice: <<.... Quando veniva a casa mia non voleva sedersi su poltrone o sedie comode, ma si sedeva su una cassapanca. Non prendeva caffé o liquore. Quando incominciava a discorrere con mia madre, succedeva i duetti: lei, alzando la voce, diventava rossa fino ai capelli. Diventava rude dicendo che se mia madre amava Gesu', non doveva criticarne l'operato; anzi doveva ringraziarlo perché Gesu' la voleva con Lui. Sr. Concetta, dunque, era nervosa perché voleva che tutti entrassimo nel Regno dei Cieli e soffriva quando vedeva che noi non sapevamo soffrire.

Dal suo intimo traspariva qualcosa che non era terreno; ed io che ho vissuto questo periodo, lo posso veramente testimoniare.....>>.  La Serva di Dio ha esercitato, in modo esemplare, la virtù della giustizia. Ella, infatti, neppure quando Gesu' le ha dato la possibilità di chiedere ciò che voleva, ha perso di vista Dio ed il Paradiso, per sé e per i fratelli. Ecco quanto ella chiede, in un crescendo meraviglioso, rispettando sapientemente le priorità volute da Dio: << Gesu' dice: " Figliuola mia, oggi voglio offrirti il mio Cuore. Cuore nuovo vuol dire vita nuova.... tutto quello che mi chiedi, questa mattina voglio darti ". " Signore - implora Maria Concetta - Voglio il perdono dei peccati "

" Che vuoi di più? " Gesu' le chiede.

" Voglio la piaga nascosta che avete alla vostra spalla ".

" E niente più? "

" Voglio partecipare alla vostra flagellazione ".

" Nient'altro? "

" Voglio la vostra corona di spine ".

"Che altro? "

" Voglio che perdoniate tutti i peccatori ".

" Che più? "

" Voglio essere la vostra vittima ! "

" Non vuoi altro? "

" Voglio che la mia parrina si faccia santa ".

" Nient'altro vuoi? "

" Per la vostra misericordia, voglio il Santo Paradiso ".

" Ora basta - dice Gesu' - tutto ti e' dato. Più mi chiedi e più ti do ".

Capitolo IX°

CAMMINO SPEDITO GUARDANDO LA CROCE

" Venite alla mia Croce: pregate e troverete conforto e fortezza, la consolazione e la pace".

La Serva di Dio esercitò in grado eroico la virtù della fortezza, superando lietamente ogni ostacolo ed opposizione per raggiungere la perfezione cristiana. La sua fortezza trovò origine nella Passione Santissima di Gesu':  << O voi che siete affaticati ed oppressi venite a Me ed io vi ristorerò >>. Abbiamo già visto con quale coraggio e forza, la Serva di Dio sopportasse le atroci sofferenze, derivanti dalle pieghe che ricoprivano tutto il suo corpo; e quando non poteva sopportare il forte dolore, cantava: << Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore >>. Poi quando Suor Speranza la medicava, la Serva di Dio, pur avendo le lacrime agli occhi, diceva: << Tira, tira anche  se le pezzuole sono attaccate, perché la mia carne e' come quella dell'asino >>. Con tutto il suo soffrire, la Serva di Dio si preoccupava della compagna Sr. Speranza, per la quale ella si prodigava perché non si affaticasse da sola. << La buona Concetta non si cura del dolore che soffre, vuole assolutamente lavorare. La Suora non vuole, ma ella dice: " Non importa, Parrina mia, soffro per Gesu' e poi mi dispiace di te che hai sempre da fare" >>. Solo l'eroica fortezza, che la Serva di Dio possedeva, può consentire ciò di cui parla Sr. Speranza nel 19° quaderno: << La Suora afferma con verità che tutta la settimana Santa, il volto della vittima Maria Concetta era tutto livido e portava impresso Gesu' agonizzante. Ha fatto la quarantena con pane ed acqua tutti i giorni.....>>. Ed ancora: << In giornata - dice Sr. Concetta - alle ore 17 sono andata a riposarmi, ma il riposo l'ho trovato con molte sofferenze insieme a Gesu' e S. Gemma. Gesu' mi ha dato le sue spine per i sacerdoti e per la conversione dei peccatori. Le spine mi hanno portato il sudore di sangue, poi con tre raggi mi ha ferito il costato e le braccia. Tanto e' stato il dolore che appena potei chiamare la mia Speranza, perché Gesu' l'aveva voluto >>. << Io. Sr. Speranza, trovai Maria Concetta una vera vittima, la figura di Gesu' Ecce Homo. Tutta insanguinata. Dalla ferita del costato, il sangue scorreva fino ai piedi e ne bagnò tutta la camicia. La stessa cosa fu per le ferite delle braccia. Maria Concetta, serena, senza turbarsi, si rianimò ed andò alla chiesa dei Padri Passionisti per la Porziuncola >>. Dove poter trovare la forza per sopportare le straordinarie sofferenze, le grandi penitenze e le dure lotte contro satana, e' Gesu' stesso ad indicarlo alla sua Serva: << Di nuovo Gesu' si e' presentato carico della Croce, tutto stanco e mi chiede aiuto. Mi ripete di fare penitenza e di andare al Calvario. Là ho trovato la Santissima Vergine, con le braccia aperte, che piangeva e chiedeva misericordia ed invitava tutti alla preghiera. Gesu' mi ha invitato a non sconfidarci, quando il demoni ci angustia e permette l'ira della disperazione. " Venite alla mia Croce - dice Gesu' - pregate e troverete conforto e fortezza, la consolazione e la pace " >>. E il demonio, molto spesso, in tutte le maniere e con vari mezzi, tentò Maria Concetta che, con la forza e la grazia di Dio, usci vittoriosa. Allorché il Direttore ordinò la scomparsa delle piaghe alle mani, per consentirle di lavorare, il tentatore disse: <<.... il tuo Direttore se n'e' andato, ma questi insegnamenti che ti ha dato non ti gioveranno. Le piaghe delle mani, che ti ha fatto passare, sono una grande perdita per la stima del mondo, ma se vuoi riacquistarle, io subito ti faccio le nuove piaghe alle mani e verrà un gran numero di persone a darti lode e ti provvederà di tante cose >>. << Vai via - dice la Serva di Dio - mi basta che faccio l'ubbidienza al Direttore e non mi importa che il mondo e tutto l'inferno sia contro di me >>. Ma ancora non soddisfatto, il tentatore dice: << In questi nove giorni in cui fai il digiuno, sarai nelle nostre mani, e' meglio se mangi >>. Ma vedendo che non poteva vincere niente si e' stizzito, ha preso la testa della Serva di Dio -  dice Sr. Speranza - le ha strappato la cuffia ed il velo con i pochi capelli che le restavano - dopo che le erano stati tagliati - l'ha buttata per terra per farle altri strazi. Io, Sr. Speranza, stando a pochi passi, ho visto quanto e' accaduto. Ho rialzato Sr. Concetta che lamentava anche un forte dolore ad una spalla. IL velo e la cuffia, che portava in testa, non riuscivamo più a trovarli. Li ho poi trovati in un angolo della finestra....>>. La Serva di Dio, col permesso del Direttore, P. Nazareno, molto spesso faceva la quarantena, nutrendosi delle sole Carni Immacolate del Redentore. Come a Gesu', anche a Maria Concetta si presentava il tentatore per offrirle cibi gustosi. Ecco quanto troviamo in alcune pagine dei vari quaderni: << Si presenta il tentatore, sotto forma di grazioso giovane e mi parla dolcemente, ma subito mi accorgo che non e' realtà. Gli ho detto: " Ti ho riconosciuto, lasciami in pace e vai a dormire ".  " Io non dormo - risponde il demonio - mangia qualche cosa altrimenti il cervello si indebolisce e non puoi fare più niente ne' per l'anima, ne' per il corpo ". " Gesu' mi darà la sua Grazia - ribatte Maria Concetta - faccio quello che posso. Mangia tu, perché io non sento fame ". Risponde il demonio: " Io non posso mangiare, perché non e' grazia mia, io mangio ira ed anime..... se tu non mi disprezzi ti insegnerò tante cose del Paradiso ". " Vai via - risponde la Serva di Dio - ci sta la mia Gemma che non mi lascia un minuto per darmi tanti insegnamenti..... ". Ed ancora: << Appena mi ha lasciato la compagnia di Gesu' e degli Angeli, subito si sono presentati quattro demoni, sotto la forma di Angeli, con un pranzo squisito, come io lo desideravo, maccheroni di una bellezza straordinaria, la carne di due qualità e la frutta come quella che mi ha portato il Signore. Uno dei quattro Angeli mi ha detto: " Guarda che bel pranzo ti ha mandato il Signore. Egli si dispiace del tuo soffrire, perché il Direttore non ti ha saputo comandare bene con questi digiuni. Tu cadi in debolezza e muori ". Io gli ho detto: " IL Signore non manda pranzi, perché mi ha cibato con il suo frutto divino ". IL tentatore ha replicato: " Se non mi avesse mandato il Signore, non sarei venuto; almeno assaggiane un poco, oppure prendi quest'altra porzione di frutta e starai sazia ". " Io sono sazia, vai via, perché ti ho conosciuto che sei il tentatore, vai dove Dio ti ha destinato ". Nello stesso quaderno, leggiamo: << IL demonio e' venuto ad inquietarmi sopra la purezza e mi ha ricordato tutta la vita passata. L'ho scacciato sulla purezza e si e' preparato sul mangiare: mi ha presentato tanta roba e mi ha ripetuto sempre le stesse parole: " Perché vuoi soffrire senza ricevere alcun profitto? Potresti fare la Signora facendo bene a tutti ed e' più facile salvarsi l'anima; tu sbagli se segui gli ordini del Direttore e poi verrai nelle nostre mani. A che serve allora tanto soffrire? " " Lasciami in pace, brutto tentatore, io non sento fame; Gesu' ogni giorno mi sazia con la sua Grazia. Se muoio, muoio per Gesu'. Tu vai nel luogo dove Dio ti ha destinato ". IL tentatore e' caduto a terra ed e' scomparso. Eroica fortezza mostrò la Serva di Dio, allorché i Superiori Passionisti non solo non le assicurarono più la guida spirituale, ma le tolsero anche il distintivo. Ella amava i Passionisti, perché amava la Passione di Gesu' e rispose con l'amore al loro rifiuto. E' quanto troviamo nel 27° quaderno: <<.... Tutto offriamo al nostro Gesu', anche quello che ho subito in questi giorni. Un Religioso Passionista mi ha fatto delle domande sul mio agire con il Direttore; " Tu sei tanto attaccata ai Passionisti, ma essi non ti calcolano, ne' vogliono vederti. IL Provinciale ci ha quasi proibito di confessarti, come ci ha proibito di venire a casa tua, ma io non ho il coraggio di nulla ". Gli ho risposto: " Voi non mi volete, io vi voglio. S. Paolo non mi vuole, io lo voglio e sempre bene gli voglio. Prego per tutti questi che mi fanno soffrire ". IL Padre mi ha detto: " Se fosse presente il Provinciale, tu lo saluteresti? " " Si - risponde la Serva di Dio - e gli direi come ho detto a voi: " Tu non mi vuoi, ma io ti voglio ". Anche quando e' venuto la prima volta in santa Visita, gli ho detto alcune cose, riguardo al mio aiuto spirituale. Egli mi ha risposto: " Tu credi che io sia P. Nazareno... io non ho compassione di nessuno ". Cosi e' stato, dopo pochi giorni mi fece venire il diluvio di tristezza, di tribolazione, di disordine e di completa solitudine con la proibizione di andare dai Padri, che davano un sollievo al mio Spirito, ed infine la proibizione al Direttore di guidarmi >>. La Serva di Dio, nella stessa pagina, continua con questa meravigliosa invocazione: << Mio dolce Gesu' appassionato, tu sai come io ami la tua Passione ed i Passionisti, ma essi non mi amano. Tuttavia, io voglio essere sempre Passionista. Essi mi vogliono allontanare dalla Passione, mi odiano, ma io mi sento di volerli bene ed essere più vicino a loro. O Gesu', te li raccomando di farli tutti Santi, specie i miei nemici e quelli che mi fanno soffrire. Ebbene Tu sai quanto mi sia duro rinunziare a queste sante aspirazioni, però riconoscendo, in tutto, la tua Santa Volontà che cosi dispone, mi abbandono completamente a Te. Dammi la forza, o Gesu' mio, dirigimi tu. Tu solo sei il mio Direttore, il mio Confessore, il mio Tutto. Non abbandonarmi >>. Gesu' mi risponde: << Figlia mia, quando verrà l'ora anch'io ti devo abbandonare per un poco, ma tu sei sempre la mia colomba che nessuno conosce. Non sanno quello che ho destinato  sopra di te. Più ti fanno soffrire, e più ti dono le lodi e opere grandi che ti salgono al mio Regno >>. << O Gesu' - riprende Maria Concetta - sia pure con grande dispiacere e forte dolore dell'anima mia, accetto, con piena sottomissione, le tue divine disposizioni >>.

Capitolo x°

RESE SCHIAVO IL PROPRIO CORPO

<< Dormire a terra o sopra le tavole, discipline e cilizi ogni giorno, digiuni.... >>.

La Serva di Dio condusse una vita eccezionalmente mortificata. Abbiamo visto, infatti, come non si curasse affatto della sua salute, perché doveva mortificare il suo corpo per divenire sempre più simile a Gesu' Crocifisso. Ella si mortificava in tutte le maniere. P. Nazareno le aveva dato una Regola molto rigida, che, tra l'altro a proposito del riposo notturno, dice: << Dormirà coricata sulla nuda terra o sopra le tavole o sulla rete; ed avrà per cuscino una pietra o mattone >>. Anche i quaderni fanno menzione delle penitenze imposte da P. Nazareno. Ecco quanto dice l'ottavo quaderno, a tal proposito: << Le penitenze imposte dal Rev. P. Nazareno concordano con la volontà di Gesu': dormire a terra o sopra le nudi tavole, discipline e cilizi ogni giorno, digiuni periodici; mangiare più verdura che altri cibi nutritivi.... usare come cuscino una pietra per mortificare aspramente il proprio corpo. Insomma, con la benedizione del Direttore e con quella di Gesu', ho avuto la libertà di ogni penitenza che il Signore mi ispira. Sono contenta perché Gesu' ha esaudito il mio desiderio. Grazie Gesu', sempre Vi ringrazio. Datemi la forza di adempiere a quello che Voi mi avete comandato per bocca del mio Direttore P. Nazareno. E inizialmente, la Serva di Dio dormiva sulla nuda terra, come possiamo rilevarlo dallo stesso quaderno: << La Serva di Dio si adatta a tutte le penitenze date dal Direttore, con l'obbedienza alla Suora e finanche ai bambini; digiuni, catenelle, discipline ogni giorno, dormire per terra serenamente.... però soffre i dolori reumatici >>. Per questo motivo, S. Gemma dispone diversamente. Ciò lo rileviamo alla pagina 49 dello stesso quaderno: << Si sono risvegliati i dolori reumatici per l'umidità' e la Beata Gemma da' l'ordine alla sua ancella di prendere una mezza porta, come si usava anticamente e che sta anche nella nostra casa dove abitiamo, di metterla a terra per dormire....>>. La Serva di Dio, dunque, dormiva sulla tavola, che poi sarà sostituita da una croce di legno, anche in momenti di particolari sofferenze, come possiamo rilevarlo sempre dallo stesso quaderno: << La buona Concetta cade ammalata con febbre, dolori alla gola e forte debolezza. La Suora le dice di mettersi nel letto, ma la Beata Gemma non risponde, quasi non ha volontà. La Suora - dice Maria Concetta - non mi fa arrivare neppure a mezzanotte e mi fa coricare nel suo letto e lei si corica a terra. La Beata Gemma fa un sorriso per la concordia che regna tra noi >>. Quando la malattia assunse l'aspetto più critico, la Serva di Dio, dietro disposizione del Direttore, fece uso della rete, come risulta dal 21° quaderno: << Mi sono ritirata nella mia cappella, dove ho trovato Gesu' che mi aspettava, mi ha dato la  Santa Benedizione e ci siamo messi in preghiera con la cara S. Gemma e l'Angelo mio.

La Croce su cui dormiva la Serva di Dio

M i sono messo i cilizi e le catenelle, ho fatto le discipline e le altre penitenze che mi ha ispirato il Signore. Mi sento consumata la testa, per la dura pietra, e tutte le ossa, per la rete. Tante volte la Suora mi vuole far cambiare letto, ma io le dico di no, perché dovrei coricarmi sulla nuda terra e non lo faccio perché non posso. Perciò basta cosi >>. La Regola le imponeva vari digiuni e mortificazioni e la Serva di Dio fu sempre osservante, mostrando un'eroica temperanza. Ella digiunava per lunghi periodi, preparava il cibo per Sr. Speranza e non l'assaggiava. Tutto ciò lo rileviamo dai seguenti passi che riportiamo, tratti dai vari quaderni: << Concetta dell'Addolorata soffre internamente, una debolezza l'accompagna; ma vedendo che la Suora non arriva in tutte le faccende di casa, le da' aiuto. Prepara il pranzo - dice Sr. Speranza - senza assaggiare niente. IL demonio, nel tentarla, tra l'altro, dice " .... devi essere proprio una cretina, prepari il cibo alla Suora e non mangi " >>. << In giornata la Beata Gemma la chiama più presto del solito per darle il frutto, perché ha compassione della buona Concetta, che mortifica il suo corpo: prepara il pranzo alla sua parrina, vede mangiare ed offre tutto al Signore dicendo alla Suora: " Mangia tranquillamente, perché non sento fame. Io mi rassegno, perché al mio Signore hanno dato il fiele per cibo e l'aceto per bevanda. La mia porzione dalla ai bambini che non hanno da mangiare perché il Signore usa la carità con noi e noi dobbiamo usarla con gli altri... " >>. << La Serva di Dio - dice ancora Sr. Speranza - si sente un po' abbattuta nel fisico, ma si sforza in ogni cosa. Ha compassione della Suora, che ella ama più della propria persona, perché sta anch'essa poco bene con le solite sofferenze allo stomaco ed alla testa. La Serva di Dio le prepara il pranzo senza che l'assaggi, perché si trova nel corso della quarantena. Gesu' e' contento che la sua Serva prepara il pranzo senza assaggiare, ciò le fa guadagnare molto. La Suora soffre vedendo il sacrificio di Maria Concetta, ma nel vedere il prodigio del Signore non si disgusta, ma ne da' gloria al Padre Celeste che si benigna di renderla distaccata da tutto. La sera siamo andate in chiesa per ricevere la benedizione, le prende la febbre a trentanove e tutta la notte soffre intensamente. In giornata si alza come se non avesse sofferto nulla. Offre tutto al Signore per quelli che l'oltraggiano. << Dopo la Santa Messa e dopo aver fatto i doveri delle preghiere, mi sono messa in cucina per fare il pranzo alla mia parrina. Oggi Gesu' ha permesso di cucinarle un po' di carne di maiale, di cui sono molto golosa. Un odore che mi procurava un forte desiderio. Gesu' mi e' apparso in cucina, mi ha dato la benedizione e si e' compiaciuto delle mie mortificazioni dicendo che oggi ho tanto guadagnato, perché non sono caduta nel peccato di gola >>. << Oggi, come gli altri giorni, ho preparato un po' di brodo di pollo alla mia parrina. Chiunque l'avrebbe assaggiato. Io offrivo a Gesu' Bambino questa mortificazione di gola. Santa Gemma accanto a me, mi dava coraggio dicendo; " Come sono graditi al Signore questi sacrifici: maneggiare tutto con le proprie mani, vedere con gli occhi, sentire l'odore e non toccare. Coraggio, questi sono i momenti più belli in cui si acquista e si guadagna " . Io non sentivo proprio niente, come se non fosse passato nulla tra le mie mani, specie quando stava presente S. Gemma >>. Sr. Speranza, attraverso i vari episodi, di cui e' testimone, vede la volontà del Signore nei digiuni di Maria Concetta. E' quanto si rileva dai passi seguenti: << Io Sr. Speranza ho fatto molte esperienze sulla volontà di Dio. Ogni volta che la Serva del Signore ha interrotto la quarantena, in occasione di qualche festa solenne, il giorno successivo e' caduta fortemente ammalata. Ho notato che e' proprio il Signore che vuole la vera penitenza. Ora Gesu' vuole che la Novena per il Natale la faccia con la sola Comunione. Non avendo il tempo per comunicarlo al Direttore, le ho dato il permesso.... >>. << Durante la Santa Messa, ho sofferto molto il freddo - dice Maria Concetta - ma Gesu' Bambino mi ha riscaldato con il suo Fuoco Divino e le sue bellezze senza fine. Mi ha parlato del suo Amore ed ha aggiunto che il grande sacrificio che faccio nel vedere la mia parrina cibarsi di molte cose, Gli piace molto... >>. << Si, e' realtà - interviene Sr. Speranza - quello che dice la mia Concetta, perché e' una forza superiore a tutte le altre: vedere la provvidenza del Signore tutti i giorni e non poterla assaggiare. Tante volte la prego, ma poi me ne trovo pentita perché le fa male. La volontà del Signore e' di stare con il cibo che Lui le dona... >>. L'episodio che riportiamo, conferma l'asserzione di Sr. Speranza: << A mezzogiorno mi e' venuto il desiderio di assaggiare un poco di verdura che avevo cucinato per la mia parrina. Le ho chiesto se potevo assaggiarne una sola forchettata ed ella ha acconsentito, ma subito mi e' venuto da rimettere. Allora sono stata libera, quando l'ho buttata tutta. Nello stesso momento, la Beata Gemma mi ha detto: " E' stato il Signore che non ha voluto, perché non hai assaggiato per obbedienza, ma e' stato un tuo desiderio. Per te basta la frutta che ti dona Gesu'... ">>. L'eroica temperanza della Serva di Dio e' confermata dal curioso episodio che riportiamo: La Serva di Dio, indebolita per la malattia, desidera un po' di carne. Col permesso di Sr. Speranza, ella la prepara, aiutata anche da S. Gemma. Ma quando tutto e' pronto, la Santa dice: non e' per te, ma per la Suora. Le testimonianze, circa la mortificazione della gola, ci vengono anche da Celico. Ecco quanto dice, tra l'altro, la Signora Scalise Emilia: << Sr. Concetta, oltre a fare la quarantena, col solo pane ed acqua, faceva anche la " sumbarcata ", che consisteva nel saltare i pasti tre volte alla settimana. Poiché la salute non le consentiva tali privazioni, il Parroco del tempo, Don Domenico Intrieri, le proibi di farla >>.

Capitolo XI°

CONDIVISE IL NECESSARIO CON I FRATELLI BISOGNOSI

<<.... fammi povera sopra la terra e donami la ricchezza del Cielo..... >>.

Era l'anno 1937 quando il demonio tentò  Maria Concetta sulla possibilità di avere delle ricchezze a fin di bene: << Allora il demonio mi ha tentato più spesso, dicendomi che se avessi tanta ricchezza, a questo mio Bambinello farei una campana d'oro; ma per vincere questa tentazione sono andata a pregare il mio caro Gesu'. Ho sentito subito la sua voce: " Non voglio ne' campana d'oro, ne culla d'argento, ma la colomba dell'anima tua.... ">>. Gesu' ha parlato alla sua Serva senza mostrarsi. Era il tempo del grande ardore di Maria Concetta, che stava dando una svolta alla sua vita. E' questo, infatti, l'inizio del continuo contatto col Soprannaturale; ed e' Gesu' stesso ad insegnarle la strada da seguire: Non sono le ricchezze che danno gloria a Dio, ma la semplicità, il candore dell'anima che possono venire soltanto da Lui, guardando Lui, seguendo Lui, da Betlemme al Calvario. E Maria Concetta, anche se a volte accenna al rammarico di non potere aiutare i fratelli nel bisogno, ha avuto sempre fisso nel cuore e nella mente Gesu', Colui che l'ha fatta vivere distaccata da tutto e tutti. Riportiamo, quindi, dei passi, tratti dai quaderni, da cui si evince questa lotta tra il desiderio ed il rifiuto delle ricchezze per amore della povertà, onde somigliare sempre più a Lui, al Ricco fattosi Povero, al Padrone di tutte le cose: <<... Di quella carità che il Signore mi ha provveduto, ne ho fatto parte anche ai poverelli del Signore e sono stata più contenta..... Ho pregato per la pace e per la mia famiglia. Mi sono privata del necessario ed ho fatto la carità ai miei genitori di quelle provvidenze che possedevo... Sono stata da mia figlia, che non vedevo da due mesi; avevo il desiderio di offrirle qualcosa, essendo giorno ricordevole della Santa Pasqua, ma, con la mia povertà, non ho potuto far nulla. Anche questa umiliazione offro al Signore, voglio fare la volontà di Dio, perché Lui cosi comanda. Sia fatta la sua volontà >>. <<.... Spesso penso alla povertà della mia famiglia; vorrei darle un sollievo, ma non mi e' possibile e mi sento consumare dal dolore. Santa povertà del Signore, solo pensando alla vostra povertà, mi rassegno per me e per i miei genitori. A volte si presentano tanti poverelli ed io, nel vederli, vorrei diventare ricca per soddisfare tutti. Poi dico: Signore ti ringrazio per questa povertà che mi hai dato, anche di questa ti voglio fare offerta. <<.... Tante volte mi viene il desiderio di avere una casa più bella, più adorna e più ricca, ma poi entro nella cella, guardando il Redentore, il vezzoso Bambinello, dico: Signore, io non sono niente e penso alla casa, mentre Tu, Sommo Bene e ricchezza senza fine, hai voluto una mangiatoia per culla ed una stalla per casa, per insegnarci la povertà ! Santa povertà di Gesu' insegna anche a me la rassegnazione della povertà, fammi povera sopra  la terra e donami la ricchezza del Cielo, perché solo Tu, o Gesu', mi basti >>. Un giorno, mentre la Serva di Dio si rammaricava per la sua modesta elemosina, Gesu' si mostro' contento e le diede il giusto valore, come l'obolo della vedova del Vangelo: << Di quella provvidenza che Gesu' mi ha dato, ne ho fatto parte ai poverelli di Gesu'. La carità mi e' tanto cara, ma tante volte mi dispiace di non poter sollevare quelli che hanno più bisogno. Gesu' mi dice: " Figlia cara, la tua carità, alla mia presenza, e' grande, fai quello che puoi per quanto sono le tue forze ed io sono contento. Chi ama i poveri, ama Me " >>. << Per una poveretta che non si e' alzata più dal letto, fanno la cerca di biancheria e di qualche cosa per il sostentamento. Le avrei voluto dare il mio cuore, ma ho dovuto fare secondo le mie povere forze e mi sono offerta a raccogliere altra biancheria per sollevare quell'anima. Gesu', che non abbandona mai nessuno, subito mi ha fatto trovare la provvidenza >>. Molto spesso - come abbiamo visto - il demonio tentò la Serva di Dio. E' stata una lotta diuturna, tra il Bene ed il male, la Luce e le tenebre, il Cielo e l'inferno. Ma il Bene, la Luce ed il Cielo, presenti in Maria Concetta, hanno prevalso sul male, sulle tenebre e sull'inferno: << Stando raccolta nella mia cella per le mie solite preghiere, si e' presentato il demonio, sotto forma di Angelo, ma non sono stata capace, per un po' di tempo, di riconoscerlo. Mi ha detto che era stato mandato da Dio per il mio bene spirituale e corporale. Gli ho risposto: " Allora preghiamo prima e poi mi spiegate tutto quello che Gesu' vi ha detto ". IL demonio cercava sempre scuse e mi rimproverava: " Un verme di terra comanda un Angelo mandato da Dio ! Ascolta i comandi e ti troverai bene. Gesu' ha detto che, se vuoi, ti da' tutti i doni spirituali e corporali " . Non sapendo cosa rispondergli, ho pensato per un istante e poi ho detto: " Gesu' non ha chiesto da me che povertà e miseria e mi ha detto che mi vuole ancora più povera. Come e' possibile chiedere quello che voi dite? ".  " No - dice il demonio - il Signore può fare tutto. Dice che se vuoi ricchezze, tutto a gloria sua, te le da'. Se vuoi sapere l'avvenire te lo dice. Tutto ciò che vuoi, ti dona. Tu sei la prediletta e vuole arricchirti di ogni cosa. Ti dirà l'avvenire del tuo Direttore. Ti dirà quello che vuoi ". Io insistevo nel chiedere di recitare L'Ave Maria, ma non e' stato possibile. " Più tardi - ha replicato il demonio - ora dobbiamo parlare ". Allora, ho detto: " Tu parla ed io prego. Non mi sembra cosa buona ". Ho cominciato a recitare l'Ave Maria. A questo punto, il tentatore da Angelo si e' trasformato in un mostro. Si e' sdegnato e, minacciando altre lotte, se n'e' andato >>. Testimonianze circa la vita povera, che Maria Concetta condusse, ci vengono anche da altre persone. La Signora Lina Damiani, residente ad Airola, attesta a tal proposto: <<..... Lei e la sua compagna vivevano in una squallida dimora, mancavano di ogni conforto e insieme, con dolcezza e amore, cercavano di renderla accogliente nel miglior modo possibile.....>>. La Signora Gemma Cerni in Abbate, che e' stata vicino alla Serva di Dio negli ultimi giorni di malattia, ha avuto modo di constatare la completa e volontaria privazione di tutto ciò che le appartenesse. Ecco quanto ella dice: <<.... Siccome tutte le persone che l'avvicinavano, chiedevano in ricordo qualche cosa che le fosse appartenuto, anch'io mi feci coraggio e la pregai di avere un pensiero per me. Si mortificò per non avere più nulla, poi si fermo per qualche istante a pensare. Non ricordo se mi lasciò per entrare nella sua stanza a prendere qualcosa o l'avesse di già. Certo e' che mi presentò e mi dette il Cuore della Passione e cioè lo stemma dei Padri Passionisti, dicendomi che era l'ultima cosa più cara che le era rimasta e che aveva sempre portato con sé. Forse con gioia fece l'ultimo sacrificio al Signore. Tale reliquia io conservo gelosamente. Una mia sorella mi ha detto che a lei lasciò un'immaginetta del Volto Santo con la sua firma e le raccomandò di recitare la preghiera che vi era scritta, ogni sera in ginocchio.....>>.

Capitolo XII°

GIGLIO TRA LE SPINE

<<.... ti ho portato il giglio della purezza e della verginità....>>.

La Serva di Dio voleva essere tutta del Signore e non voleva, in nessun modo, contrarre matrimonio. Fu costretta a seguire il padre in terre lontane, priva dell'affetto materno, perché cambiasse idea. Tutto fu vano ! Solo l'intervento del Cielo convinse Maria Concetta a divenire sposa e madre, senza abbandonare lo Sposo eterno, che poi le darà il titolo di << Sposa Nuova >>. Restata vedova, disse: << Gesu' me l'ha dato, Gesu' me l'ha tolto, sia fatta sempre la sua santa volontà >>, e quanto riferisce Sr. Maria Carmela, figlia della Serva di Dio, la quale, continuando, dice: << IL dolore, pur essendo stato addolcito dal Cuore di Gesu', non si estingueva ed allora, un giorno, mamma vide Gesu' che si avviava al Calvario, portando un tronco di croce sulle spalle: Gesu' era tutto piagato e insanguinato. IL suo Volto non si riconosceva più, talmente era sfigurato. Allora Gesu' disse a mia madre: " Vedi l'amore come mi ha ridotto? Vuoi seguirmi? "  Mamma rispose: " Si, lo voglio ! Ora sono libera, eccomi ! " Gesu' disse ancora: " Prendi questo mio tronco e seguimi: soffrirai tribolazioni, dolori, privazioni, umiliazioni, calunnie, contrarietà: devi essere inchiodata su questa croce e morire vittima d'amore, svelando a tutti il messaggio del mio Volto insanguinato ">>. Maria Concetta, con la morte del marito, non penso ' più al matrimonio, sebbene fosse restata vedova all'età' di 23 anni e fosse spinta ancora una volta dal padre a farlo, come precisa Sr. Maria Carmela: <<... Rimase vedova all'età' di 23 anni. Morto il marito, pur pressata dal padre, non volle passare a seconde nozze. Si dedicò tutto a Dio, menando una vita ritirata e dando buon esempio a tutti >>. Le seconde nozze, per la Serva di Dio, rappresentavano una tentazione che il demonio le suggeriva; e ne abbiamo riscontro nel 6° quaderno: << Poi sono assai tentata dal demonio, che vuole farmi lasciare la vita religiosa ed abbracciare di nuovo la vita matrimoniale. IL tentatore mi suggerisce: " Potrai diventare ricca, perché devi menare una vita cosi povera? ". Ma per me, non ci sono discussioni; il mio Sposo sta in Cielo, il mio Sposo già mi ha incatenata con le sue catene. La Mamma Celeste mi tiene sotto il suo manto. Non voglio più ricchezze del mondo, voglio vivere povera, come ha vissuto il mio Sposo Celeste. La mia ricchezza deve essere l'eternità....>>. IL tentatore, in tutti i modi, vuole turbare la coscienza di Maria Concetta, ma il Signore veglia sulla sua Serva: << " E' meglio che fai la vita comoda in questi pochi giorni che ti restano " e mi ha fatto vedere tanto scandalo. Ma il Signore ha mandato la B. Gemma a coprirmi con il mantello per nascondere tutto...>>. << Si e' presentato il demonio, con tre giovani coppie di una bellezza incantevole. Tutti e tre mi hanno detto: " Anche il godere e' stato creato, tu, che sei ancora giovane, puoi goderti il mondo e quando sarai più forte, potrai darti al Signore; non stare a sentire ciò che ti ha detto il Santo, perché non e' un bene, ma un male che ti rovina la salute ". Allora si e' presentato di nuovo S. Paolo della Croce, dicendomi poche parole: " Attenta a non farti vincere dal tentatore, perché sono inganni, e questi che si sono presentati sono tutti demoni, che, per il peccato, si trovano nel più profondo dell'inferno ". Quando si e' allontanato S. Paolo, i demoni hanno scatenato l'inferno con i peccati scandalosi. Io mi nascondevo più che potevo, ma tutto il male era sempre davanti agli occhi. Allora si e' presentata la mia fortezza, S. Gemma, per coprirmi gli occhi col mantello. I demoni borbottando, hanno detto: " E' sempre lei a farsi avanti " e sono spariti >>. << Finita la visione di Gesu' e della B.Gemma, si e' presentato il demonio, in forma di bellissimo giovane. Con le sue arti diaboliche, ha incominciato ad insultarmi. Io l'ho scacciato con tutte le forze, ma, quando non ha potuto, e' apparsa una squadra di donne scandalose, che commettevano peccati a non finire. Allora, e' venuta subito la mia prediletta Gemma, mi ha messo il suo mantello davanti agli occhi ed ha mandato il tentatore, con tutta la compagnia, al luogo dove il Signore l'ha destinato e subito sono spariti. La mia Gemma mi ha avvertito di non fermare il pensiero su ciò che vedo, essendo opera del tentatore, poiché tante sono le sue astuzie che ci fa cadere nell'inganno. Se non fosse tornata la SS.ma Vergine a darmi la benedizione, sarei restata talmente abbattuta da non potermi muovere; la Mamma Celeste mi ha messo il suo manto in testa per non farmi cadere in peccato >>. <<..... IL demonio stava arrabbiato, mi ha detto che non era riuscito a farci cadere in nessun modo. Allora mi ha tentata sulla purezza. Ma la mano del Signore e' sempre sopra di me. Appena ho sentito la tentazione, ho preso la disciplina e, per dispetto del demonio, mi sono fatta una buona consumata. Adesso sono senza forze, ma mi sento contenta, perché ho dato gloria a Dio.....>> <<... Sono stata in compagnia della B. Gemma che mi ha tanto avvertita sulle tentazioni. Realmente non e' passato lungo tempo che si e' presentato il demonio in tanti modi; ma non mi dava pace, volendomi tentare sulla purità. In ultimo si e' trasformato in un bellissimo giovane, molto elegante. Non potendo riuscire al suo scopo, si e' indispettito e scandalizzava con altri giovani simili a lui. La battaglia e' durata per lungo tempo. Mi sentivo proprio stanca, perciò era necessario l'aiuto del Cielo. Gesu' conoscendo la mia debolezza, mi ha mandato S. Gemma, colei che mi difende. Mi ha coperta con il mantello, cosicché non ho visto più nulla che potesse offendere la mia purezza >>. Furono un vero martirio, per Maria Concetta, queste tentazioni diaboliche sulla purezza, che il Signore permise per farla camminare più speditamente sul sentiero dell'umiltà'. Tuttavia ogni attacco diabolico, su questa virtù, risultò vano, perché il Signore le aveva donato nuovamente la veste dell'innocenza battesimale, con questa, la capacità di resistere agli assalti diabolici. <<... IL demonio gira tentandomi sulla purità. La mia coscienza si rianima, perché la B. Gemma mi dice: " Non dare ascolto al demonio, perché lo fa per disturbare la tua pace, ma un corpo morto non può risorgere. E' dono del Signore, resta in pace ">>. Gesu' le fece questo dono in un giorno particolarmente caro alla sua Serva ed embleticamente molto importante per la nostra Redenzione: il 3 maggio 1939, festività dell'esaltazione della S. Croce. <<giorno 3.... alle ore 6 del mattino, la B.Gemma mi ha detto: " Tutto e' preparato per te, alzati dal letto e pensa alle grazie speciali che ottieni nel giorno della S. Croce ". Con la B. Gemma ho visto un Arcangelo, l'Angelo custode e S. Michele. L'Arcangelo e L'Angelo custode erano pronti per farmi indossare una tunica bianchissima e S. Michele aveva un nastro bianco tra le mani, quando sono apparsi Gesu' e la Vergine SS.ma Addolorata. Mentre l'Arcangelo e l'Angelo custode mi facevano indossare la tunica, che Gesu' mi aveva preparato, e S. Michele mi cingeva con il candido nastro, e' caduta la veste nera dei miei peccati. Alla cerimonia era presente anche il nemico infernale che, mostrando il libro delle mie colpe, combatteva perché il Signore non doveva farmi degna della candida camicia battesimale. La B. Gemma, come e' caduta la veste nera, simbolo dei miei peccati, l'ha presa e l'ha gettata al demonio dicendo: " Prendi, questa ti appartiene, mentre la camicia bianca e' del Signore ". IL tentatore, borbottando per la rabbia, se n'e' andato. IL Signore ha detto: " Figlia mia, Rosa mia, quanto sei bella ! Ora sono contento. Ti prometto che, per tutta la vita, ti darò la grazia particolare perché tu non mi offenda col peccato di impurità, neanche col pensiero ". La Vergine SS.ma ha aggiunto:  " Concetta del Cuore mio e di quello di mio Figlio, oggi sei diventata come una bambina che riceve il battesimo; e con questa camicia hai acquistato tutte le virtù; Verginità, Castità, Obbedienza, Innocenza, Umiltà, Povertà... " >>. A questo dono meraviglioso dell'innocenza battesimale, lo Sposo Eterno ha fatto seguire, dopo due anni, le mistiche nozze: << Con grande venerazione ha meditato la festa dell'Arcangelo Gabriele. Durante la S. Messa, sono stata in sua compagnia. L'Angelo mi ha annunziato lo sposalizio con Gesu' portandomi due gigli: uno della purità e l'altro della verginità, con un ramo di rose. Io gli ho detto che non ero degna di quei gigli, perché sono stata la più grande peccatrice, ma Gesu' e la SS.ma Vergine mi hanno detto: " La peccatrice e' stata gradita al Padre mio, alla SS.ma Vergine ed a me stesso che sono il Figlio e la stessa sostanza del Padre. Oggi - continua Gesu' - per mezzo dell'Arcangelo, ti ho portato il giglio della purezza e della verginità. Ora facciamo lo sposalizio fra me e te, tu sei la mia sposa ". Ad un suono di Paradiso - dice la Serva di Dio - mi vedo tutti attorno a me. L'Angelo mi ha messo l'anello a forma di bocciulo di giglio. Da un bocciulo si sono formati altri che mi hanno coperto la mano. Gli Angeli hanno buttato una pioggia di rose su Gesu', sulla Vergine SS.ma e su me. Al momento della S. Comunione, si e' fatto lo sposalizio >>. E a distanza di circa un anno dalle mistiche nozze, Gesu' consegnando nuovamente l'anello alla <<Sposa Nuova >>, le chiede di rinnovare il voto di vittima, a nome anche di Sr. Speranza. Era il mese di febbraio del 1942. Ecco quanto troviamo, a tal proposito, nel 20° quaderno: << L'Angelo mi ha parlato dell'obbedienza e poi mi ha detto: " Gesu' ti ha mandato una bella cosa e la tiene Gemma, purché fai la promessa a Gesu' ". " Si -  gli ho risposto - faccio tutte le promesse al Padre mio ". Allora la mia Gemma mi ha fatto vedere l'anello che l'Angelo mi avrebbe consegnato. " Non lo voglio dalle vostre mani - dice Maria Concetta - lo voglio da Gesu', dal Padre mio ". Ecco che vedo Gesu' e mi dice: " Figlia mia, Sposa mia Nuova, ti chiedo una cosa, mi dici di si? " " Dimmi quello che vuoi, Padre mio, Sposo mio. Ma io non voglio l'anello dalle mani dell'Angelo e di S. Gemma, lo voglio dalle tue mani ". Gesu' mi ha fatto una carezza ha preso la mano destra e mi ha offerto l'anello, ripetendomi spesse volte " Sposa Nuova ", mentre, parlando di Sr. Speranza diceva " Sposa mia ". " Mi offendo - ribatte Maria Concetta - voglio che tu dica anche a me: Sposa mia. Io sono la tua sposa, Tu sei il mio Sposo, non ho altro sposo che Te ". Gesu', dopo tante insistenze, mi dice: " Si, tu sei la mia Sposa, io sono il tuo Sposo. Ora che sei la mia Sposa, voglio una cosa da voi due. Me lo giuri? ". " Con la tua grazia, te lo giuro ". " Voglio che fai il voto di vittima - dice Gesu' - per te e per la mia Speranza ". " Sposo mio, ti sei dimenticato che ho fatto questo voto con il mio Direttore, P. Nazareno? ". " No, figlia mia, voglio che lo rinnoviate e voglio la disposizione ". " Si mio Gesu', Voi illuminatemi ed io rispondo, voglio essere completamente morta al mondo e fare la vostra Santa Volontà in tutto quello che mi mandate. Con la vostra forza, sopporterò qualsiasi patimento e ciò che dirò io lo dirà anche la Suora ". Risponde S. Gemma: " Evviva Gesu' ! " A queste parole, Gesu' si e' compiaciuto, mi ha dato la benedizione ed e' sparito >>.

Capitolo XIII°

<< Signore, non vuole il Direttore.....>>

La Serva di Dio ha annullato tutto il suo << io >>, dipendendo completamente dalla sua compagna, Sr. Speranza, che era la responsabile diretta dell'osservanza della Regola e delle disposizioni dei vari Direttori, che si sono succeduti. << Vedo la Serva di Dio che fa l'obbedienza con esattezza ai superiori, specialmente in ciò che riguarda le manifestazioni esterne; per non essere udita dai vicini, si alza la notte e fa la penitenza con amore senza riserva. Tante volte le ho tolto le discipline, per obbedienza, ed ella, sempre pronta in ogni cosa, e scrupolosa agli insegnamenti. Quando involontariamente fa qualche cosa che non conosce e che le procura il mio richiamo, ne fa la penitenza e piange ai piedi di Gesu' Crocifisso dicendo: " Signore, datemi tutti i vostri patimenti, voglio essere la vittima di tutti i peccatori " >>. Che le Suore operassero di nascosto, perché i vicini non si accorgessero, e' testimoniato anche dalla Signora Tommasina Rungi, che, tra l'altro, dice: <<.... Sr. Concetta era una Santa, ma tutti i fatti straordinari avvenivano in grande silenzio, Pur stando, infatti, quasi nella stessa casa, non seppi mai dalle due Suore. che Sr. Concetta avesse le stimmate.... questo perché le due erano molte riservate sui fatti straordinari.... >>. Le disposizioni di P. Nazareno erano molto rigide e la Serva di Dio vi sottostava docilmente. Infatti, allorché Maria Concetta era ricoperta di piaghe che le portavano la febbre a 40. non fu chiamato il medico, perché mancava il permesso del Direttore. Ma veniamo a quanto e' scritto nel 9° quaderno: << Mi e' presa la febbre a 40.. e tutta la notte non ho avuto pace: i piedi, con tutte le piaghe, davano forte calore; le fasce erano attaccate alle piaghe: un soffrire sopra soffrire, dolore sopra dolore. Vittima dei dolori. La Suora si e' impressionata e voleva chiamare il medico, ma senza il permesso del Direttore non si muove, confida nel Signore. La B. Gemma dice: " Non aver paura, e' il Signore che vuole farti soffrire " >>. E fu P. Nazareno ad insistere di non volere medici, perché il Signore, come aveva mandato le piaghe, così doveva farle scomparire. << Si e' presentato il nostro amato Direttore all'improvviso: il nostro cuore palpita di gioia e consolazione. Questi osserva le piaghe e sembra che non avverta più dolore. Mi impone di dire a Gesu' che le piaghe come le ha mandate, cosi deve farle scomparire, per l'obbedienza che gli porto >>. Alla presenza del Direttore - dice Sr. Speranza - Maria Concetta e' rimasta immobile  e Gesu', attraverso lei, le ha dato la risposta: << IL Signore tutto fa sparire, ma ci vuole ancora un po' di tempo, per riparare il male che c'e' nel mondo e poi il Direttore sarà esaudito, in nome dell'obbedienza >>. IL Direttore desidera che la mattina, la Serva di Dio, per obbedienza, vada a Messa e faccia la Comunione, anche se le piaghe non sono del tutto scomparse. << La mattina, mi sono alzata per fare l'obbedienza, i piedi si sono " allavinati " (allagati) di sangue e sentivo un forte dolore da non poter dare un passo. Sono altre mortificazioni che Gesu' mi da' per non poter fare l'obbedienza al mio Direttore. La Suora mi impone la sua obbedienza di andare a letto, dopo che ella stessa mi ha asciugato le ferite >>. << E' la festa di S. Michele Arcangelo. Mi sono alzata alle 5 per andare alla S. Messa e fare l'obbedienza al Direttore, ma ai piedi sento un forte dolore. Le piaghe si sono aperte, scorre il sangue fino a terra. La Suora mi obbliga di andare a letto, perché il nostro Direttore non permette quello che non si può ma che si faccia l'obbedienza >>. La Serva di Dio, un giorno, bevendo il calice amaro della Passione di Gesu', restò in uno stato di completo abbandono, durante il quale compi azioni solo per obbedienza. <<... La mattina, Maria Concetta ha detto alla Suora: " Desidero che la Santa Comunione me la porti il Direttore, perché lo vuole Gesu' ". Nel dirlo al Direttore -  dice Sr. Speranza - questi mi ha risposto: avevo già deciso di portarle io la Comunione, già me l'aveva suggerito Gesu'. Ho trovato - continua Sr. Speranza - la Serva del Signore con la testa bagnata di sangue, col segno della corona di spine. Ho avvisato il Direttore senza dare soddisfazione alla vittima che, bevendo un'altra porzione del calice, si e' abbattuta in tutta la persona. Per obbedienza, ha pronunziato qualche parola in tempo opportuno. Non ha voluto assaggiare niente, perché il sapore era tutto amaro. Per obbedienza, ha preso un po' di latte. Si e' messa di nuovo in abbandono ed ha sofferto tutti i patimenti.... >> La Serva di Dio ubbidiva anche quando non era presente a se stessa: << In tempo di preghiera, venerdì, recitando le litanie, la Serva di Dio e' caduta per terra, a causa di uno svenimento. Non riuscendo ad alzarla, perché pesante, le ho imposto l'ubbidienza: " per obbedienza, alzati da sola ". Appena ho completato la parola, Maria Concetta, con  grande sollecitudine, scappa dalle mie mani e si mette seduta. Le ho ordinato di raccontarmi l'accaduto ed ella: " Sorella mia, ho visto Gesu' tutto flagellato, dal cui costato scorreva sangue a tutta velocità. Egli mi ha chiesto dolcemente: " Figlia mia, compensa tu questo mio Sangue, guarda come mi hanno ridotto i peccatori ". La Serva di Dio ha aggiunto che il forte dolore che ha provato, le ha procurato lo svenimento >>. E quando, il 3 ottobre 1940, ebbe un probabile ictus cerebrale, Maria Concetta, ancora obbediente a Sr. Speranza, non le diede alcun fastidio per farsi portare a letto. Ma veniamo al racconto della stessa Sr. Speranza, tratto dal 18° quaderno: << Alle ore 3, dopo pranzo la cara Concetta si e' sentita male e desiderava di stare a letto. Appena entrata nel dormitorio, e' caduta a terra paralizzata. La nostra Gemma ha battuto le mani per darmi il segno. Ho trovato la vittima distesa per terra. Ero sola e non sapevo come fare. L'ho presa sull'obbedienza, chiedendo aiuto a S. Gemma. Me la sono trovata a letto senza accorgermene..... >>. IL nascondimento era una norma di vita per le due. Sr. Speranza imponeva a Maria Concetta di allontanarsi, quando qualche persona volesse avvicinarla. Ecco quanto troviamo, a tal proposito, nel 10° quaderno: << La Suora avverte la sua cara Concetta, dicendo: " Quando viene qualche persona nella nostra casa per tentarci, tu subito la scia e vai nell'altra stanza, per obbedienza, così io subito mando via il demonio ". Nella stessa giornata, non e' venuto uno, ma due demoni. Durante la lettura, infatti, sono entrate due donne che non erano mai state in casa nostra e che neppure conoscevamo. Appena entrate, hanno detto: " Qual'e' la monaca santa? " Io appena le ho viste entrare, ho detto: " Gesu' mio misericordia, queste sono demoni per noi ". La più giovane si e' accorta della mia espressione e non ha parlato, ma la più anziana ha continuato a dire: " E' inutile che vi umiliate, sappiamo che vi state facendo sante..." L'obbediente Concetta subito se n'e' andata nell'altra stanza, dove ha trovato la B. Gemma che le ha detto: " L'obbedienza ti ha fatto trovare me ". Io con Santa pazienza ho dovuto scongiurare quegli spiriti diabolici, dicendo: " Sono tutte chiacchiere del mondo, andate in pace nelle vostre case " >>. La Serva di Dio, durante l'estasi, esegue gli ordini del Direttore, che la prova in tutte le maniere. Ecco il racconto, tratto dall'11° quaderno: << In giornata alle ore 3, abbiamo iniziato la recita del Divino Ufficio e subito la cara Concetta rimane immobile e si gode le bellezze di San Paolo della Croce per la durata di due ore. In questo tempo dell'estasi viene il Direttore che desidera scherzare santamente, a gloria del Signore. Comanda alla Serva di Dio di fare una tazza di caffé, ma ella non si muove. Quando glielo dice per obbedienza, subito si alza per preparare il caffé. IL Direttore ordina alla Suora di nascondere i fiammiferi. Suggerita dalla B. Gemma, Maria Concetta trova un cerino. Accende il fuoco con sollecitudine. IL Direttore spegne il fuoco con l'acqua. Maria Concetta, con pazienza, toglie i carboni bagnati, ma non può trovare i cerini. Gira di qua e di là. Vistasi affannata, smette di fare il caffé. Si lava le mani e si mette a sedere. IL Direttore le ordina di nuovo il caffé e la segue. Ancora non trova i cerini. Suggerita dalla B. Gemma, va nella tasca della Suora, prende i cerini, accende di nuovo il fuoco e fa il caffé. La Suora prende il caffé con il Direttore, poi fascia le piaghe alla sua cara Concetta, perché le dispiace di averle dato tanto trapazzo. Dopo due ore, Maria Concetta torna ai sensi. Gesu' e' contento di aver dato gloria a Lui.... >>. La Serva di Dio fu sempre docile agli ordini, che le venivano impartiti, riuscendo a ricordarli anche nei momenti d'estasi: << Ero tanto abbattuta e consumata che non volevo muovermi dal letto. La Suora era in Chiesa per la S. Messa. E' venuto Gesu', tutto flagellato e mi ha detto: " Rosa mia, sempre ti sono vicino. Guarda come e' ridotto il tuo Maestro, voglio che soffri e compensi ". Ho incominciato a recitare il Credo con le braccia aperte. Gesu', con i raggi delle mani, dei piedi e del costato ha rinnovato le stimmate. Appena ha dato il segno al palmo delle mani, subito le ho nascoste ed ho detto al Signore: " Non vuole il Direttore e poi si farà di nuovo pubblicità per il mondo ". Gesu', L'Angelo, la B. Gemma ed il caro P. Nazareno ( già volato al cielo) sorridono. Gesu' dice: " Quanto sei graziosa, con tutta la flagellazione mi hai fatto sorridere. Sono compiaciuto, ma se voglio Io, il Direttore deve piegarsi alla mia volontà " >>. Sr. Speranza spesso provò la Serva di Dio sull'obbedienza ed a tal proposito, dice: <<... In alcune cose ha la semplicita' di una bambina, fa l'obbedienza come le viene comandata. Se, alcune volte, trova delle osservazioni, la Suora non le lascia nessuna cosa vinta, ma la riprende e la fa rientrare in se stessa col chiedere perdono della mancanza non conosciuta >>. A conferma di quanto innanzi, riportiamo le seguenti testimonianze: 1) Tommasina Rungi: <<... Eppure Sr. Concetta obbediva a Sr. Speranza come ad una superiora. Un giorno, in occasione della festa dell'Immacolata, la vidi piangere e le chiesi perché piangesse ed ella, come una bambina, umile e semplice, mi rispose: " Parrina non mi fa andare a trovare mia figlia " >>. 2) Sr. Angelica Iuliucci delle Clarisse di Airola: <<... Nel frattempo che io stetti un po' in famiglia nei mesi invernali del 1944, un giorno andai a farle visita, lei contenta, mi disse: " Vieni con me, ti faccio vedere una bella cosa nella cassa ". Non seppi mai cosa volesse farmi vedere, perché Sr. Speranza si oppose, e non ci fece andare. Lei ubbidiente, si fece rossa in viso, a me fece una carezza quasi a dirmi: non ti dispiacere >>. 3) Titina Ferrara di Napoli: <<... Obbedientissima alla voce dell'obbedienza, obbediva a Sr. Speranza come se fosse la sua Superiora religiosa, dando a noi molta edificazione.... >>.

Capitolo XIV°

SOTTERRO' IL PROPRIO " IO "....

<<.... Si sente lodare da tante buone donne, ma ella non gode: soffre e piange stimandosi la più grande peccatrice del mondo...... >>.

<< Figlia cara, sopporta tutto, sii umile perché l'umiltà' e' la virtù che trascina le altre virtù..... >>. E' quanto Gesu' dice alla sua Serva. L'umiltà, dunque, apre la strada alle altre virtù e chi possiede le altre virtù, ha certamente esercitato, in grado eroico, l'umiltà'. Ed il demonio, conoscendo lo slancio ed i privilegi della Serva di Dio, la tenta contro questa virtù. << Si presenta il demonio e mi dice: " Ora si che sei perfetta, tu sei gia ' santa. Oggi hai avuto la fortuna, beata te ! " E tentava di farmi cadere nel peccato di vana gloria, ma nulla ha vinto. Gli ho risposto: " Vattene via, io sono la più grande peccatrice, non mi confondere. Quello che fa il Signore e' per sua misericordia..... " >>. << La vittima si sente ancora abbattuta. Si e' presentato il demonio per dirle: " Non impressionarti perché voglio stare insieme a te e fare dei ragionamenti ".  IL tentatore non mette spavento, parla come una persona - dice la Serva di Dio - però con le astuzie, cerca di farmi cadere in peccati di superbia. Infatti egli dice: " Come, con il privilegio delle stimmate stai soggetta ad altri? Tu sei già santa, perché questo privilegio si da' ai santi. " >>. La Serva di Dio gli risponde: << La tua superbia cerca di tirare gli altri; lasciami in pace, perché sono una povera creatura piena di peccati, però la misericordia del Signore mi invita a possedere il Paradiso >>. IL tentatore non lascia Maria Concetta neppure in confessione proponendole atti di superbia, ma la Serva di Dio confessa il contrario di quanto egli suggerisce: <<,, Dopo la S. Messa sono andata a confessarmi per guadagnare le indulgenze in occasione della Porziuncola. Quando stavo dicendo le colpe, di nuovo il tentatore si e' presentato. Mi ha dato una spinta per farmi cadere. IL confessore si e' accorto del mio spostamento, ma non gli ho fatto capire niente. IL demonio mi ha detto di dire al confessore: Sono una santa, prego notte e giorno, faccio molte penitenze. Io ho detto al confessore, tutto il contrario: mi sento che sono la più grande peccatrice del mondo, che offendo spesso Gesu' sono pigra, non faccio niente per l'anima mia, ne' per gli altri. IL demonio si e' arrabbiato ed e' andato via. Quando ho fatto la Comunione ho detto al Signore: " Mi sento stanca, se sapessi che mi ha fatto il demonio.... ". Gesu' mi ha risposto: " Sono stato Io che ho permesso tutto, per vedere la tua fortezza. Se avessi detto al confessore tutto ciò che il demonio ti aveva suggerito avresti peccato di vana gloria... " >>. Anche quando e' il Signore ad esaltare la sua Serva, questa si umilia alla presenza di Sr. Speranza: <<... Non sai, Parrina mia, che umiliazione mi ha dato Gesu' ! Egli mi ha detto: " Di' alla mia figlia Sr. Speranza che ti puoi chiamare Beata e la mia parola non fallisce mai ". Io mi sono messa a tremare e gli ho detto: " Signore, io non sono degna; Vi ringrazio di questa umiliazione in isconto dei miei peccati " >>. Le stesse parole gliele rivolge S. Francesca Romana, e la Serva di Dio si umilia ancora: << La mia cara S. Francesca mi ha fatto compagnia e mi ha detto: " Per te verrà il giorno in cui ti onoreranno come me e tu sarai la Beata Concetta ". Le ho risposto: " Io non sono degna, mi contento che Gesu' mi dia un posto in Paradiso per sua Misericordia " >>. Quando la Serva di Dio dice di essere una povera creatura, piena di peccati, non lo dice per posa o per opporsi alla tentazione, ma lo dice perché ne e' convinta. Ella, infatti, dice la stessa cosa alle persone che la stimano. Ecco ciò che Sr. Speranza scrive, nel 16° quaderno: << La buona Concetta si sente lodare da tante donne, ma essa non gode, soffre e piange stimandosi la più grande peccatrice del mondo..... >>. << Quando le persone, che il Signore spesse volte chiama demoni per l'anima di Sr. Concetta, dicono: " Beata voi, che sapete tante cose e parlate con Gesu'. Dite qualche cosa della nostra coscienza ", Sr. Concetta si umilia con queste parole, che piacciono tanto a Gesu': " Io non so niente di quello che voi dite, perché sono più peccatrice degli altri. Andate da Gesu', vi fate un buon esame di coscienza e sapete quello che siete " >>. L'umiltà' della Serva di Dio trae origine dalla sua grande generosità, che fa apparire, alla sua coscienza, sempre poco ciò che ella fa per il Signore: <<... Quando vado a pregare, alle preghiere aggiungo penitenza: dico tre Ave Maria con le mani sotto le ginocchia, e tre con le braccia in croce; faccio la disciplina ed a volte si presenta la mia S. Gemma, con i suoi strumenti: basta toccarli che hanno già operato; spesso mi viene il sudore di sangue con le lacrime. Gesu' mi dice: " Mi hai compensato ". Sembra di aver fatto molto, e' vero - dice Maria Concetta a Sr. Speranza - ma per il Signore e' tutto poco >>. << Io, Sr. Speranza, sono contenta, perché umiliandosi Maria Concetta, sarò umiliata anch'io: e' tutto poco per Gesu'....>>. Molto spesso l'umiltà' della Serva di Dio fu messa a dura prova anche da chi la guidava: << IL mio Direttore mi ha detto che non mi porto bene e che non sono buona a niente. Mi ha detto che meriterei di stare chiusa in un gabinetto. IL P. Spirituale mi ha detto che meriterei di stare in una stalla, perché sono cattiva. Ho domandato alla mia Parrina come mi calcolava ed ella mi ha risposto che sono la più grande peccatrice del mondo. La mia Gemma mi ha detto che sono quella donna che ha fatto tutti i peccati del mondo e questi sono nascosti solo per la misericordia di Dio, Gesu', invece, mi ha chiamato ancella e rosa sua ed ha aggiunto: " Io solo non ti disprezzo, ti accarezzo e ti chiamo figlia mia. Ho sofferto tanto per te e ti voglio bene ". << Non si e' detto questo - aggiunge Sr. Speranza - perché e' verità, ma per tenerla più umiliata e raccolta con il Signore e per non farla cadere in superbia. Le sue virtù destano grande ammirazione: prega, conforta, ama di cuore, ha grande carità con tutti.... >>. Più o meno lo stesso atteggiamento assumono P. Casimiro e Sr. Speranza, a proposito dei Quaderni: << Quando mi sono andata a confessare, P. Casimiro mi ha parlato di Sr. Concetta, raccomandandomi di non farla cadere in atti di superbia nelle cose che il Signore opera e manifesta in lei. Era necessario provarla. Mi sono messa a completa disposizione dicendogli: " Padre, voi dite ed io faccio ". Mi ha detto di far capire a Sr. Concetta che il nostro confessore, P. Casimiro, vuole che il Diario sia strappato oppure che non sarà più usato da lei. Quando l'ho detto a Sr. Concetta, questa si e' fatta una risatina ed ha detto: " Sia lodato Iddio, cosi non perdi più tempo a scrivere, questa era la mia volontà ". Allora, quando ho visto che la mia Concetta non aveva trovato nulla da ridire su quello che avevo detto al confessore, non le ho fatto capire che quella sua risposta era giusta; anzi le ho detto: " Se voglio scrivere, scrivo per far notare al Direttore la tua condotta che non ti porti bene e che tu sei un'insultatrice per me ". Sr. Concetta ha replicato: " Fai come credi, ma io non ti faccio niente, ti voglio bene e Gesu' e S. Gemma mi dicono che non e' niente ciò che passa tra me e te.... Io prometto sempre al Signore, spero che mi faccia più buona " >>. << Se il seme gettato in terra non muore, non da frutto >>. La Serva di Dio, finché la malattia non le offuscò la mente facendole riaffiorare quell'<<io>> da sempre represso, era morta completamente a se stessa. Quando, per disposizione del Signore, le era stata tolta la guida spirituale, la Serva di Dio veniva martoriata dalla malattia, da satana e dagli uomini. Nel 26° quaderno, Sr. Speranza dice: << Mi racconta Sr. Concetta che un Francescano, nel riferirle l'atteggiamento dei suoi confratelli e dei Passionisti, ha mostrato compassione verso di lei. Ma per me, che scrivo, lo reputo un insulto. Questi ha provocato la Suora dicendo che si dispiaceva della sua anima, che era restata senza Direttore e senza Confessore. Ed ha aggiunto: " I Padri Passionisti ti hanno scacciata; come fai ora senza alcuna guida? I Padri Francescani dicono che sei indemoniata perché non fai l'obbedienza in alcune cose che ti hanno comandato. Ti chiamano pazza ed ignorante ". Sr. Concetta non sapeva rispondere... ma offriva tutto a Gesu'. L'Angelo custode le suggeriva di tacere. In Chiesa ha occupato il solito posto. Mentre piangeva, e' apparso Gesu', più bello della luce, per confortarla chiamandola " Colomba mia ! >>. Un altro giorno, per questo abbandono, Gesu' la confortava dicendo: << Fortunata questa Casa ! Essa e' nel mio Cuore ! E' Casa del Sangue. Casa di profumo, Casa di Luce, Casa di Rose, Casa di Paradiso, Figlia mia, e' vero che tutti vi disprezzano e vi mortificano, ma vi e' il vostro Gesu' che mai vi ha abbandonato. Vi ha saputo governare, vi ha fatto piovere grazie e provvidenza giorno, dopo giorno: non vi ho fatto mancare niente. Oggi lodate la mia provvidenza quando poi vi do l'abbandono, lodate la mia volontà poiché vi ho preparato la gloria, un trono superiore agli altri. Godete dei disprezzi e delle falsità del mondo: Vi e' Gesu', vi e' Maria; vi e' l'Angelo Gabriele che vi darà la fortezza, vi e' l'Angelo custode che vi custodisce >>. IL continuo e reale contatto con la Luce soprannaturale permette alla Serva di Dio di cogliere maggiormente gli errori, che sono dovuti all'umana debolezza. IL suo atteggiamento, sapientemente umile, che abbiamo appena esaminato, e' naturale e schietto. E' lo stesso atteggiamento che troviamo nella testimonianza della figlia della Serva di Dio, Sr. Maria Carmela. Costei usa espressioni molto ricorrenti nei quaderni, pur non avendoli mai letti, ne' visti. Ecco quanto ella attesta sull'umiltà' della madre: << Ella diceva sempre di essere un nulla. Spesso esclamava: " Chi sono io ? Sono un verme, una miseria creatura; una figlia di Adamo, soggetta alla polvere, una povera peccatrice, ma per la sua infinita bontà, Dio mi ha usato misericordia... ". Quando qualcuno voleva lodarla, ammirarla per le sue virtù, ella rispondeva: " Oh  Chi sono io ? Una povera peccatrice, se sapeste quanti peccati faccio... Sono scema, sono una pazza, piena di peccati ". Io, con il mio difetto di superbia, a volte le dicevo: " Mamma, perché dici sempre che sei peccatrice, scema, pazza? Tu mi fai vergognare. Non e' vero quello che dici. Che vergogna, ti fai deridere ! Io non voglio, perché mi fai vergognare. Questo che tu dici non e' vero: tu sei buona e santa ". Mamma mi riprendeva severamente: " Scioccia che sei ! Superba che sei ! Pensa a ciò che hai detto, per la tua superbia, Gesu' ti castiga. Tu vai all'inferno ". Insomma, mi riprendeva in un modo tanto severo che mi faceva piangere >>.

Capitolo XV°

DONI E CARISMI

<< Tutti stanno dubbiosi sulle tue cose, perché Gesu' ti ha dato molto....>>

L'amore infinito di Dio non si lascia, ne' può lasciarsi vincere in generosità, proprio perché infinito. Pertanto la grande generosità di Maria Concetta, verso Dio e le sue creature, e' ricambiata con doni eccezionali. E' S. Paolo della Croce ad evidenziarlo nell'aprile del 1938: << Sarai disprezzata nelle tue cose, perché Gesu' ti ha dato e riferito cose alte e nessuno ci crederà; ma da parte tua, sii sicura, prega sempre ed osserva tutto quello che ti ha scritto il Provinciale, P. Nazareno >>. Più o meno la stessa cosa dirà S. Giuseppe: <<... Se sapessi come ti ama Gesu'. come ti vuole bene ! S♦tatti sicura che e' il tuo Gesu' che vuole darti tanti privilegi. .... Scrivi senza dubbio, perche' e' tutto realta'. Tutti stanno dubbiosi sulle tue cose, perché Gesu' ti ha dato molto e perciò resteranno meravigliati..... >>. IL dono cardine, su cui poggiano gli altri doni, e' quello dell'amore per Gesu' Crocifisso ( Chi non vive di Gesu' Crocifisso, difficilmente comprende l'amore - dice Gesu' alla sua Serva - quad. 31 ), amore che Dio ha posto nel cuore di Maria Concetta e che questa ha sviluppato e fatto divenire albero ed albero della Croce, per essere crocifissa col Crocifisso. Da qui i titoli di: Concetta del Crocifisso, Concetta dell'Addolorata e Vittima dei peccatori. La Serva di Dio fu arricchita di numerosi doni mistici, che sono dettagliatamente descritti da P.M.Frasconi: <<.... Tutti i fatti che la riguardano sono registrati in un diario, che comprende una decina di grossi quaderni, tenuto dalla sua compagna, Sr. Speranza, e in appunti di tre Religiosi, prima ostili ed ora molto convinti, che eseguono attenti controlli. Si possono cosi riassumere: frutta stagionali commestibili che appaiono improvvisamente sui tavoli della casa; rose profumatissime e fresche di pianta che si incollano a stampe religiose: pioggia di fiori che scendono dal soffitto ed inondano l'umile stanzetta; estasi con sospensione imperfetta dei sensi; locuzione e divinazione misteriose; risposte precise a domande di carattere spirituale formulate con ingiunzione mentale, senza il minimo errore teologico. Ma i fatti più straordinari sono: le stimmate, l'apparizione di sangue umano, proveniente sicuramente dall'esterno. Molti soggetti ( Santi ) o comunque celebri, hanno avuto le stimmate: nessuno come questa suora calabrese. Le stimmate di Sr. Concetta erano in forma di ferita aperta nelle palme, nel dorso delle mani e nei due versi del polso ( con palese richiamo alla S. Sindone di Torino) , prodotte da lesione organica del tessuto: cosi pure nei piedi e nel costato..... Durante il mio terzo colloquio, mentre la Suora sostava pregando davanti ad un grande Crocifisso appeso alla parete, notai che faceva col capo cenni di diniego, terminando in un gesto rassegnato. Mi precipitai al suo fianco e vidi il suo volto inondato di sangue rosso vivo, molto liquido e senza grumi, come una maschera che lo ricoprisse dal mezzo della fronte sino al mento. Mi disse che era venuto dalle spine del Crocifisso. Nell'atto di aiutarla ad asciugarsi esaminai attentamente gli occhi. Erano sani, nessuna ferita, lesione o altro.... >>. Anche se, di alcuni doni, di cui ha fatto menzione P. M. Frasconi, abbiamo già parlato nei capitoli precedenti, vogliamo, ora, trattarli più dettagliatamente prendendo in esame: 1) Le stimmate; 2) frutta miracolosa; 3) pioggia di rose: 4) profezie; 5) scrutazione dei cuori; 6) bilocazione; 7) guarigioni.

1) Stimmate

Maria Concetta ha amato di un ardente amore Gesu' Crocifisso. La sua vita e' stata un continuo compatire le piaghe del Maestro Divino, che ha voluto donarle il segno visibile della sua Passione: le cinque piaghe. Era il primo agosto del 1938 - vigilia del giorno fissato da P. Nazareno per fare il voto di vittima -  quando Gesu' le ferì visibilmente le mani, mentre al costato ed ai piedi, Maria Concetta provò dolore senza alcun segno esterno. Riportiamo, a tal proposito, la doppia testimonianza di Sr, Speranza: la testimonianza, presa dai quaderni, con annotazioni certamente più precise nei particolari, risalenti al 1938, e quella fattaci dopo circa quarant'anni dall'evento e cioè qualche anno prima che Sr. Speranza volasse al Cielo.  Tra le due testimonianze, si nota qualche piccola differenza, ma sostanzialmente, anche se a distanza di 40 anni, esse sono le stesse. Ecco quella dei quaderni: <<... Aspettavamo con ansia l'ora fissata per il voto di vittima. Gesu', un giorno prima, volle premiare la sua Serva facendole vedere la Corte Celeste, preparata per tale funzione. IL  primo agosto alle ore 16, la buona Concetta, mentre stava preparandosi per andare in Chiesa per la funzione della Porziuncola, recitando tre " Credo " con le braccia a forma di croce, le apparve Gesu' con il Cuore aperto, per chiudervi anche noi con quelli che acquistavano le indulgenze. Dal Cuore di Gesu' sbocciarono tanti raggi, uno di essi ferì le mani di Maria Concetta, formandole due piaghe. Ai piedi ed al costato avverti solo dolore.... >>. Due giorni dopo aver pronunciato il voto di vittima, Gesu' le chiese: " Ancella mia, vuoi bene ai peccatori? " " Si, mio Maestro, voglio offrirmi vittima per tutti i peccatori, e, se la mia volontà e' conforme alla vostra, oggi vi raccomando questa peccatrice, che fida tanto sulle mie povere preghiere. Tutti i miei patimenti e le azioni di questo giorno li voglio offrire per lei ". Gesu' risponde: " Tutto ti sia concesso, le sono rimessi i suoi peccati, e per l'amore ch'ella porta alla Mamma mia, oggi voglio ferirti con la spada che feri il suo Cuore ". Gesu' prende la spada della SS.ma Vergine e mi ferisce il cuore, poi aggiunge: " Ti ho ferito con la spada della Mamma mia e ti ho fatto uscire sangue vivo, chiama subito la mia figliuola perché osservi, come e' suo dovere, per la carica che le ho dato " >>. << Ho trovato vivo sangue - dice Sr. Speranza - con una ferita al cuore; la Serva di Dio, pur soffrendo intensamente, si sentiva felice. Era l'amore che la rendeva felice. Ella, infatti, ha esclamato " Parrina mia, mi sento bruciare il cuore per Gesu' e la SS.ma Vergine; trova tu qualche rimedio, perché il cuore mi brucia " . Sono stata costretta a metterle sul petto delle pezzuole bagnate in acqua fresca.... >>. << Giorno 4 agosto, la Serva di Dio, alle ore 17 non era più tra noi, era in estasi. Gesu' l'ha punta nuovamente con la spada e poi le ha detto: " Concetta mia, Rosa del Cuore mio, soffri, spera e chiedi perdono per tutti i peccatori. Con questo dolore che senti al cuore compensa per tutti quelli che mi maltrattano. Ancella mia, compensami tu ! Di' alla mia figliuola che custodisca bene questo sangue provocato dalla mia spada, renda tutto palese al vostro Direttore... " >>.  << Martedì, dopo pranzo, sentivo compassione della Suora, perché stava poco bene. Le dissi di andare a riposarsi ed io restai con i bambini nel cortile, per la ricreazione. Improvvisamente si presentarono Gesu', l'Angelo e la B. Gemma con la spugna, la spada e la colonna. IL mio pensiero non era più con i bambini. L'Angelo, con la spada di Gesu', mi ferì il costato e le mani, invece, ai piedi, mi procurò soltanto il dolore, per consentirmi di camminare. Gesu' mi disse di offrire il mio soffrire a chiunque avessi voluto. Supplicai il Signore, se l'accettava, per il Direttore, la mia Parrina e per P. Bernardo. Gesu' replicò: " E per i peccatori niente? " " Come volete - risposi - anche per loro offro il mio patire ". IL chiasso dei bambini richiamò la mia attenzione - dice Sr. Speranza - e subito raggiunsi Maria Concetta nel cortile. Qui, vidi le mani ed il costato di Concetta che presentavano grosse ferite e soffriva per il forte dolore. Ebbi compassione e la mandai a riposarsi, a gloria di Dio. Erano le tre del pomeriggio >>. <<... Alle 18, la Suora andò a Monteoliveto per la Novena allo Spirito Santo. Io piangevo, perché il Signore mi aveva privato di partecipare alle funzioni della Novena. Si presento,' allora, la B. Gemma, che mi disse di non piangere, perché lo Spirito Santo sarebbe venuto Lui da me. Alzai gli occhi e vidi, infatti, lo Spirito Santo, in forma di Colomba. Un raggio del suo Cuore ferì il mio, strappandomi l'abito e la biancheria intima. Mi fece il segno di una buona ferita. La stessa cosa avvenne al polso, strappando anche la veste..... >>. Molte sono le menzioni nei Quaderni, sul rinnovo delle stimmate, ma ci fermiamo qui per riportare quanto Sr. Speranza ha ricordato, a questo proposito, dopo circa quarant'anni: << Era il primo agosto del 1938 quando Sr. Concetta disse di volersi preparare per andare a Monteoliveto, per acquistare le sante indulgenze, in occasione della Porziuncola. Dovevamo recarci in chiesa sempre a turno, dato l'impegno che avevamo con i bambini. Mi disse di volerci andare nell'ora calda, perché ella era più robusta, più forte di me e non voleva che io prendessi troppo sole. Erano circa le sedici, quando Sr. Concetta mi invitò ad andare con lei nella stanza per aiutarla a prepararsi. Non era certamente per la preparazione all'uscita, ma quanto stava per accadere che spinse Sr. Concetta a chiedere la mia presenza. Non era,  però, la prima volta che si faceva seguire; dovevo, infatti, accudirla come una bambina. Le preparai il catino per lavarsi; e mentre andavo a prendere l'asciugamano, Sr. Concetta disse: " Parri, ha detto Gesu' che dobbiamo recitare il Credo. Incominciammo subito a recitarlo; mentre io, come la Veronica, avevo l'asciugamano pronto per asciugarla. A metà del Credo, Sr. Concetta emise un gemito di dolore improvviso. " Che e' successo? " le chiesi. " Gesu' ha mandato il suo Angelo a ferirmi con la spada ", rispose Sr. Concetta. Le palme ferite e lo stringersi improvviso delle mani sul petto, mi fecero capire di trovarmi di fronte ad un fatto straordinario: aveva ricevuto le stimmate alle mani ed al costato. La soccorsi: asciugai e le fasciai le mani; poi le dissi di non andare più a Monteoliveto. Ma lei non volle rinunziare all'acquisto delle indulgenze, asserendo che il dolore era sopportabile. Le suggerii di coprire la fasciatura con le maniche della veste, per non suscitare curiosità. A Monteoliveto incontrò Sr. Teresa e Sr. Genoveffa, Pallottine. Poiché Sr. Concetta quando parlava aveva l'abitudine di gesticolare, la fasciatura insospettì le due Suore, le quali chiesero che avesse fatto alle mani. Sr. Concetta rispose che si era tagliata. Le due Suore non credettero e, nell'accompagnarla a casa, interrogarono me. Io non negai quanto era accaduto. Si sparse cosi la voce dell'avvenuta stimmatizzazione ed incominciarono le visite dei curiosi. Noi, che avevamo comunicato l'accaduto a P. Nazareno, ricevemmo la proibizione di parlarne; non dovevamo permettere a nessuno di entrare, ne' di curiosare.  IL giorno successivo all'avvenimento, andammo insieme a fare la visita a S. Francesco, ne,,a Chiesa di S. Pasquale. All'uscita della Chiesa, Sr. Concetta non riusciva a camminare. A casa mi disse: " Parrina mia, S. Francesco non mi ha fatto godere la visita per il troppo dolore; mi ha martirizzata ! " Con grande sorpresa, costatai che era stata segnata dalle stimmate anche ai piedi, rimasti intatti il giorno precedente. Controllai le ferite del costato e delle mani e mi accorsi che anche queste si erano allargate. Era stata veramente martirizzata ! Dopo la stimmatizzazione cercavo di farla lavorare di meno, ma lei si dispiaceva per me e non si risparmiava. IL lavoro materiale le procurava sangue ed io soffrivo molto nel vederla patire. Quando poi, la malattia mi costrinse a letto per lungo tempo Sr. Concetta si lamentò col Signore e con P. Nazareno dicendo che non voleva quelle ferite, perché non poteva lavorare. Allora P. Nazareno l'interrogo': " Lo dici veramente? " " Si - rispose Sr. Concetta - , lo dico con tutto il cuore che non le voglio. Parrina sta male ed io devo lavorare " . " Bene - disse - P. Nazareno - se proprio non le vuoi, chiedi a Gesu' che te le tolga esternamente e te le dia internamente ". Sr. Concetta, infatti, chiese al Signore che le facesse scomparire quelle ferite dalle mani e dai piedi, lasciandole solo quella del costato. Ebbene, le stimmate delle mani e dei piedi, dalla sera alla mattina, scomparvero, restarono soltanto cicatrici, ma il dolore l'accompagno' sempre. Restò la ferita del costato, che portò fino alla morte. Dopo alcuni giorni, però, il Signore tornò a lei: " Senti, figlia mia, Sposa Nuova - cosi la chiamava - hai rifiutato le ferite alle mani perché ti impedivano di lavorare, adesso te le do ai polsi, dove sono stato inchiodato io ". Sr. Concetta rispose: " Come vuoi tu, Signore, ma alle mani non le voglio ". Immediatamente si aprirono le piaghe ai polsi, piaghe che portò fino alla morte >>.

2) Frutta miracolosa

Per mostrarle quanto gradisse il digiuno, Gesu' sostituì il cibo quotidiano di Maria Concetta con la frutta miracolosa. Esaminando i quaderni, la prima volta che si incontra il fenomeno della frutta e nel 10° quaderno, in cui Sr. Speranza dice: << La sera, Sr. Concetta digiunava ed io mangiavo. Ciò mi sembrava brutto. Le ho detto, allora, di andare nell'altra stanza a fare un servizio. Subito il suo spirito e' partito con Gesu'. Quando e' tornata ai sensi, dopo che io avevo cenato, mi ha riferito che Gesu' l'aveva invitata alla sua Mensa. Egli, infatti, aveva preso una mela, non grossa, l'aveva divisa in due parti: una porzione la conservava Gesu' ed un'altra l'aveva divisa in tre porzioni dicendole di mangiare una subito e le altre due da conservare per altre due sere. " Aveva un sapore che non avevo mai gustato - dice la Serva di Dio - e un odore che mi sentivo rinforzare tutta la persona " >>. Per circa un anno, Maria Concetta ricevette la frutta per supplire il digiuno completo, cui si sottoponeva, senza che questa si materializzasse agli occhi di Sr. Speranza: <<... Tutti vi contraddicono e studiano il male su di voi, tu vuoi trovare la pace del corpo, ma sulla terra troverai triboli e spina; non sarai mai in pace.

Maria Concetta, Suor Speranza ed Olga Fucci con la frutta miracolosa.

Più sarete contraddette e più sarete arricchite di doni celesti. Più vi maltrattano e più vi faccio tante carezze >>. Dice ancora Gesu' Bambino, pieno di raggi e di luce: << Figlia mia, chi ha il privilegio di cibarsi della frutta miracolosa? Con una sola volta, la mia potenza ti farebbe stare per tutta la mia Novena, ma e' tanta la mia generosità ed il bene che ti voglio che tutti i giorni ti faccio saggiare il sapore della manna Divina..... >>. Dalle domande e dalle risposte che seguono, risulta psicologicamente evidente la doppia personalità delle interlocutrici: l'una semplice e bonaria l'altra sapientemente forte: << S. Gemma consola Maria Concetta dicendole che Gesu' tutti i venerdì della Quarantena dell'Assunta, vuole che la faccia con la sola Comunione e per regalo le manda la frutta e le da' la libertà della scelta. Maria Concetta, con tutta la sua confidenza, dice: " Se e' volontà del Signore, desidero la migliore che sta in Paradiso ". La Santa con il volto sorridente, dice: " E' sempre bene desiderare il meglio, ma ti devi accontentare di quanto ti manda il Signore...." >>. Trascorso circa un anno da quando Gesu' aveva incominciato a nutrire la sua Serva con frutta invisibile, ebbe inizio la materializzazione della stessa. E' stato un lasso di tempo che ha permesso a Sr. Speranza di esercitarsi nella fede anche in quest'altro fenomeno straordinario. E' stato un tempo di preparazione all'apparizione improvvisa della frutta giornaliera. Ma vediamo come e' avvenuto questo passaggio: <<... Essendo venerdì, la Serva del Signore sta col pensiero che deve ricevere la grazia della frutta. All'una, Concetta entra nella cella, la Suora lascia tutto e corre appresso come se l'avesse spinta qualcuno, pensando tra sé: " Voglio vedere che fa la mia Gemma ". Ho trovato la Serva di Dio che masticava tutta contenta, perché aveva ricevuto la frutta. Per volontà del Signore, Concetta toglie dalla sua bocca un pezzetto del frutto e me lo da'. Io tutta contenta, bacio la cara Gemma e riprendo il mio lavoro. Gesu' si compiace della mia fede e ripete il miracolo della frutta. Allora Sr. Concetta me ne da' ancora un pezzettino della grandezza di mezza caramella. Lo assaporo e sento il gusto di una pera dolcissima. Corro dalla mia cara Gemma, che, per bocca di Maria Concetta, dice che devo ringraziare Gesu' Crocifisso che l'aveva permesso >>. <<In giornata all'una meno un quarto, le due anime rassettano la cucina, Sr. Concetta sta un po' imbronciata, perché sente appetito. S. Gemma e' dalla mattina che sta dicendole che i nove giorni li deve trascorrere, senza frutta miracolosa, con la sola Comunione. All'insaputa, nella piena spensieratezza, le due vedono cadere dal cielo della cucina due pere mature. Io non mi muovo, per l'impressione provata. Concetta, invece, comincia a saltare per la casa come una bambina e si prende le due pere. Io le dico: " Questo no, una sarà anche per me ". Subito S. Gemma parla per dirle: " Una e' per Sr. Speranza, datale dalla  SS.ma  Vergine, ed una e' per te; a te l'ha data Gesu'. Contemplate la grande festa e la benignità del Signore ". Le due ringraziano il Signore e la SS.ma Vergine. Sr. Concetta non pensa a ciò che penso io e, come una bambina, mangia tutta la pera. Io, col permesso del Signore, ne faccio quattro parti: metà della pera la conservo al Direttore, un'altra metà la divido in tre porzioni: una per la Signorina Olga Fucci, una per me ed un'altra per la << comarella >> di Concetta ( Teresa Ricciardi ), che da 4 giorni ha la febbre a trentanove. La stessa sera la febbre e' diminuita ed il giorno successivo, la febbre era appena a trentasette. Gesu' dice: " E' il miracolo della frutta " >>.  A partire da questo giorno, la comparsa della frutta diventa un fatto abituale e del tutto naturale per le due Suore. Un giorno, tornando dalla Messa, Sr. Speranza e Sr. Concetta videro la frutta che si vendeva; la desideravano, ma non avevano la possibilità di comprarla. A casa, mentre erano in cucina, cadde dal cielo una pesca. Poi andarono ai piedi dell'Addolorata e trovarono il resto. Ma veniamo al racconto, tratto dal 21° quaderno: <<... IL rimanente lo trovammo ai piedi dell'Addolorata e sopra le braccia. La Madonna era piena di frutta. Ha detto la nostra Regina: " Figliuole mie, mangiate la manna vostra, accontentate il vostro desiderio ". IL desiderio - dice Sr. Speranza - c'era stato quando siamo tornate dalla Messa, vedendo la frutta che si vendeva, proprio come quella che ci ha dato la nostra Regina....>>. Una testimonianza circa la frutta miracolosa, ci viene anche dalla Signorina Olga Fucci. Costei, avendola piu' volte mangiata, aveva espresso il desiderio a Gesu' di poterne essere testimone. Un giorno Gesu', dopo aver accontentato - con un miracolo - Maria Concetta, che desiderava ardentemente la S. Comunione, facendo apparire sulla mensa preparata, tre pezzi di pane bianchissimo, con a centro una macchia di sangue della grandezza di un'ostia, disse: << Questo e' il mio Corpo, questo e' il mio Sangue; dovete adorarlo come Gesu' in Sacramento. Fatevi aiutare nell'adorazione >>. Sr. Speranza chiese ed ottenne la partecipazione di Olga Fucci, la quale dice: <<.... Poiché Gesu' aveva detto che voleva essere adorato anche da altre persone, fui invitata dalle due Suore perché anch'io l'adorassi. L'adorazione avveniva a turno: una volta Sr. Concetta, una volta Sr. Speranza e poi venne il mio turno, che capitò di pomeriggio. Faccio a questo punto una premessa. Poiché avevo più volte mangiato la frutta, che le due Suore dicevano di aver ricevuto da Gesu', io, pur credendo, avrei desiderato costatarlo di persona quando Gesu' la donava. Nel momento in cui lo chiesi, lo feci con sottomissione dicendo: avvenga se e' volontà del Signore. Questa richiesta l'avevo, pero, dimenticata. Quel pomeriggio, in cui dovevo fare l'ora dell'adorazione, Gesu' mi accontentò. Ero appena entrata nella stanza e mi stavo genuflettendo profondamente davanti alla Mensa, quando incominciò un vento impetuoso per tutta la stanza. Siccome nella stanza c'erano due lettini, al capezzale dei quali c'erano due pesantissime corone del Rosario, queste incominciarono a muoversi fragorosamente. Per tutto quanto stava accadendo, fui sorpresa e giravo lo sguardo di qua e di là per la stanza, quando improvvisamente incominciò a cadere la frutta come una pioggia. Mi ricordai della richiesta, fatta in precedenza, e restai confusa per la grazia che Gesu' mi faceva. Dopo qualche minuto, mandata da Sr. Concetta, venne Sr. Speranza per dirmi: " Ha detto Gesu' se sei contenta ora ! " La mia ora di adorazione non la feci più, in seguito a quanto era accaduto. Abbiamo raccolto la frutta consistente in uva, mele, pesche e pere >>.

3) Pioggia di Rose

Questo fenomeno e' frequentissimo, tant'e' che Gesu' - tra gli altri titoli - da' alla casa delle due Suore quello di << Casa delle Rose >>. Ed a tal proposito, riportiamo uno dei tanti episodi, riguardante la pioggia di rose: << Tornata dalla chiesa, Sr. Concetta sta pochi minuti in compagnia della SS.ma Vergine.... La Mamma Celeste le da' tanti petali di rose.... Maria Concetta, rivolta a me, dice: " Vedi, Parrina, quante rose mi ha dato la Madonna? "" Ma io non ho prestato fiducia a quello che ella mi aveva detto e l'ho mortificata severamente, dicendole che quell'atto non mi era piaciuto, perché non avevo visto la caduta delle rose con i miei occhi. Sr. Concetta, sicura delle cose divine, si e' rammaricata ed ha pregato affinché la SS.ma Vergine - dice Sr. Speranza - non mi avesse dato più soddisfazione. Ancora l'ho chiamata indiavolata per il suo modo di agire superbo, abbattendola nell'umiltà'. Non e' passato neanche un quarto d'ora che, mentre la povera Concetta spazzava la stanza, io presente, ho visto un tappeto di rose davanti ai suoi piedi. Maria Concetta non fa altro: mi guarda, poi alza gli occhi al cielo e vede la SS.ma Vergine che buttava i fiori. Io, Sr. Concetta, mi sono inginocchiata ed h chiesto perdono alla SS.ma Vergine. Sr. Concetta ha poi detto che la SS.ma Vergine ha approvato il mio comportamento: la mortificazione che io le ho procurato, l'ha permessa Gesu'. Perciò se ella avesse taciuto, avrebbe acquistato molti meriti >>. (16bis). Le testimonianze delle Signore Ruggiero Maria Pia e Pastore Emanuela confermano le apparizioni di rose improvvise. La prima dice:<<.... mentre mia suocera, Anna Iodice, era in agonia, assistita da Sr. Concetta, si propagò un forte profumo ed in seguito guardando intorno, mi resi conto che erano sbocciate dal niente tre rose rosse sul cassettone che si trovava nella stanza >>. La Signora Pastore Emanuela conferma quanto attestato dalla Signora Maria Pia: << Giovedì 1 novembre di circa 35 anni or sono, alle ore 12, mi recai a far visita alla Signora Anna Iodice, in Lamberti, da tre giorni agonizzante, perché colpita da trombosi. Al capezzale dell'inferma c'erano il Parroco Don Domenico Perrotta, mia zia Giustina Maglione e Sr. Concetta Pantusa. Mentre ero assorta in preghiera, mi fu fatto osservare dalla Signora Maria Pia Ruggiero in Lamberti che sul cassettone, al lato del letto dell'agonizzante, erano apparsi improvvisamente tre boccioli di rose, fiori fuori stagione, perché era il mese di novembre. Si pensò ad un miracolo di Sr. Concetta, la quale, però, impallidendo rispose di non sapere nulla >>.

Maria Concetta e Suor Speranza, con due amiche, nel cortile dell'attuale casa del Santo Volto

Profezie

Anche il dono delle profezie offre molte testimonianze e di esse ne prendiamo solo alcune. Sr. Giuseppina Perrotta, residente ad Airola, dice: << Era l'estate del 1933, quando, dopo aver pronunziato i voti semplici, ebbi il permesso di trascorrere alcuni giorni con i miei ad Airola. Fu in questa occasione che conobbi Sr. Concetta Pantusa e la sua compagna Sr. Speranza. Queste vivevano in un sotterraneo ed in un stato di estremo bisogno. Molto spesso, perciò, i miei genitori, che nutrivano una grande stima per le due e molta compassione, mostrarono loro i segni della carità cristiana. Sovente, papa, appena mamma aveva cucinato o panificato, correva a far visita alle due Suore. Un giorno, spinta più dalla curiosità che dalla convinzione di trovarmi di fronte ad un'anima privilegiata, mi recai da Sr. Concetta. Ad un certo punto, questa mi chiamò in disparte, portandomi in una stanzetta semibuia. Incominciò a parlare nel suo dialetto calabrese, che, il più delle volte, era incomprensibile. Disse molte cose che io non capii. Ciò che invece capii, perché lo ripeté più volte, fu questo: " E' volontà di Dio che tu lascerai la comunità ". Restai prima perplessa, poi ebbi, nel mio intimo, una reazione di disprezzo: " questa e' pazza ". Ero neo-professa e piena di entusiasmo, non volevo ne' vedevo come potesse avverarsi quanto questa ignorante e rude donna andava affermando. Ed ella probabilmente, perché il Signore le aveva permesso di scrutare il mio cuore, ripeté più volte: " E' volontà del Signore ". Me ne andai con la convinzione di essermi trovata di fronte ad una pazza. Mamma e papà restarono scandalizzati per la mia affermazione. Mi ripresero dicendomi: " Zitta, zitta, non si dicono queste cose ". Ma io la rude donna l'avevo talmente sottovalutata e dimenticata che quando, il 1947, dovetti rientrare in famiglia, per ragioni di salute, non mi ricordai ne' di lei, ne' della sua profezia. Dopo il permesso, tornai a Formia, dove mi trovavo quando scoppiò la guerra. Fu in questo periodo che, con tutta la comunità, andai sulle montagne di Itri. Qui contrassi un forte esaurimento nervoso..... Appena ci fu consentito, raggiungemmo la casa di Formia. La malattia non era passata, anzi, dopo una lieve ripresa, tornai al punto di prima. Dopo varie visite, il Prof. Sciuti di Napoli consigliò il mio ritorno in famiglia per una più celere ripresa. Nei primi mesi del 1947, infatti, uscivo dalla comunità per vivere in famiglia, con l'abito religioso. IL 5 ottobre dello stesso anno, mio fratello veniva ordinato sacerdote e gli venne assegnata Palmentata, una parrocchia di campagna. Qui, date le non buone condizioni di salute di mamma, dovetti restare accanto a mio fratello. Si compiva cosi quanto aveva preannunziato 14 anni prima, Concetta Pantusa, quella donna che mi rea apparsa pazza solo perché il suo idioma ed il suo messaggio erano per me incomprensibili. Non fu neppure quando lasciai definitivamente la comunità che mi ricordai di quanto mi aveva predetto Sr. Concetta, ma allorché incominciai a prendere questa Suora nella giusta considerazione, nella quale era tenuta da tutta la mia famiglia >>. Maria Antonia Amoriello, residente a Moiano, dice: << Ho conosciuto Sr. Concetta verso il 1935, quando da Luzzano, attraverso le montagne, andavo a Monteoliveto, dove si trova la Chiesa dei PP. Passionisti, per le pratiche religiose: Quindici Sabati, Nove Venerdì, Novene di S. Paolo della Croce e di S. Gabriele ecc. Subito apprezzai lo spirito di preghiera, di semplicità di umiltà di questa donna. In seguito, poi, mi resi conto che il Signore l'aveva colmata di tanti privilegi. Che non mi fossi resa conto subito di questi privilegi, lo dimostra il mio atteggiamento di sorpresa quando P. Sossio, Passionista, un giorno disse a Sr. Concetta: " Prega per me ! " A queste parole  restai sorpresa e chiesi al Padre: " Come, voi siete sacerdote e chiedete preghiere a lei? " Ed egli mi rispose: " Quello che riesce ad ottenere lei, non riesco io, perché ella vive la Passione di Gesu' ". Piano, piano mi resi veramente conto che questa Suora viveva la Passione di Gesu': aveva le stimmate, il camminare per lei era un'enorme sofferenza e lo si notava dall'atteggiamento: sembrava che non volesse poggiare il proprio peso sui piedi. Durante la guerra poi, a tante donne, afflitte per la sorte dei mariti o dei fratelli, esposti ai pericoli, predisse il loro ritorno oppure, in caso contrario, le confortava e le invitava ad abbandonarsi alla volontà di Dio. Anch'io sperimentai l'efficacia delle sue preghiere. Un giorno le chiesi di pregare per mio fratello, che era in guerra e Sr. Concetta mi disse: " Non preoccuparti, perché sta bene e tra qualche giorno ti arriva anche una sua lettera ". Dopo alcuni giorni, infatti arrivò una sua lettera e non passò molto tempo che fece ritorno anche lui. La Signora Massaro Mattia chiese ugualmente preghiere per il marito, Sr. Concetta rispose: " Dobbiamo pregare, ma non preoccuparti che tornerà ". Tornò, infatti, dopo la prigionia. Un'altra Signora, di nome Carmela, di cui non ricordo il cognome, chiese anch'essa preghiere e notizie; e Sr. Concetta le disse: " Devi pregare e rassegnarti alla volontà di Dio ". Ancora una volta la profezia di Sr. Concetta si avverò, perché il marito di questa Signora non e' più tornato dalla guerra....>>. Don Domenico Perrotta, parroco dell'Annunziata in Airola: dice: << Ho conosciuto Sr. Concetta fin dalla mia giovinezza poiché i miei genitori nutrivano grande stima per questa Suora e per la sua compagna, Sr. Speranza. Sr. Concetta era una donna umile, semplice, incapace di mentire e di fantasticare. IL Signore si serve di persone, come Sr. Concetta, umanamente ignoranti, per attuare i piani della sua Divina Misericordia. Per questo l'ha colmata di doni, tra cui ho sperimentato quello della profezia. Spesso frequentavo la casa delle due Suore. Ero novello sacerdote quando, in uno di questi incontri, verso la fine del 1947, parlavamo, Sr. Concetta ed io, dei preti in generale e della pastorale di Airola in particolare. Le confidavo di sentirmi avulso da questo gran numero di Sacerdoti che operavano nel paese. Sr. Concetta ad un certo punto mi disse: " Preparati perché tutti i Preti che stanno qui ad Airola, moriranno e tu resterai solo, solo ! ". Io non detti alcun peso a quanto ella mi aveva detto. L'inizio dell'anno successivo ebbi la parrocchia di Palmentata che si trova in una campagna sperduta del Comune di Sant'Agata dei Goti. Ma presto ad Airola si ebbe bisogno di me. Nel 1953 vi ritornavo, infatti, perché nominato cappellano della " Casa della rieducazione femminile ". Durante questo periodo, Mons. Caminada mi chiamò a supplire prima Don Giorgio De Masi, titolare della Parrocchia di S. Lorenzo, deceduto, e poi, Don Michele Crisci, titolare della Parrocchia di S. Michele, deceduto anch'egli prematuramente ed improvvisamente. Poi, deceduti tutti i parroci del paese, il Vescovo Ilario Roatta raggruppò le tre parrocchie, compresa l'arcipretale, in un'unica Parrocchia, nella Chiesa dell'Annunziata, della quale fui nominato parroco. Restavo cosi, il solo parroco del paese, come aveva predetto Sr. Concetta.....>>. Don Antonio Meoli, Parroco di Tocco Caudio (BN), già Francescano col nome di P. Fulgenzio, dice: << Mi si affaccia alla memoria presentandosi con tutta l'ansia mistica della preghiera e della penitenza, la dolce figura di Sr. Concetta da me conosciuta nell'anno 1942 ad Airola, dove fui trasferito di comunità, proveniente dal convento di S. Martino Valle C. Nel convento di S. Pasquale di Airola, ero Maestro dei Fratini nel collegio serafico ed ivi stetti fino agli inizi del 1947. Durante questi anni ebbi la fortuna e la grazia di conoscere e ammirare la bell'anima di Sr. Concetta ! Spesso veniva a confessarsi da me, ma le sue confessioni erano conversazioni spirituali, altamente edificanti e confortanti.... La sua vita era luce, sapienza, guida e scuola di santità e dalla sua anima illuminata scaturiva anche una proiezione futura. Un giorno mi regalò una figurina con l'immagine dello Spirito Santo e le illustrazioni dei suoi sette doni con lo scritto di retro: " IL Signore le riserva molte prove nella vita..... soltanto il ricorso fiducioso nel Signore, il ricordo che tutto in breve passerà ed il pensiero che solo l'eternità' non passera giammai le infonderanno coraggio, forza e gioia divina ". ( Sr. Concetta e Sr. Speranza 29 / 11 / 1943). La figura la conservo come una reliquia. E quello che in essa e' scritto l'ho sperimentato e vado sempre sperimentandolo...>>.

RIVELAZIONE DELLA MORTE DI P. NAZARENO

Erano i primi mesi del 1938, da poco aveva avuto inizio la Direzione di P. Nazareno, quando Gesu' rivelò alla sua Serva la morte imminente del suo Direttore. << Un giorno Gesu' mi rivela alcune cose del mio Direttore. Mi dice: " Vittima mea ", hai conosciuto la mia grandezza ! Eri abbandonata ed ora sei consolata da Me e dal mio prediletto, P. Nazareno, il modello di carità. Per Direttore vi ho dato un Superiore maggiore, a te e alla mia Sr. Speranza. E' il secondo S. Gabriele e presto verrà nel mio Regno " >>. La Serva di Dio supplica con grande dolore: << Signore, mi avete fatto tante grazie, contro i miei meriti, ma ora, per il vostro Preziosissimo Sangue che avete sparso per me, non lasciatemi in abbandono e priva del mio Direttore. Fatemi questa grazia, niente vi chiedo, o Gesu', questa la voglio >>. Gesu' dice: << Per  il tuo Direttore provi dolore e per Me? >> << Prima non vi ho conosciuto - ribatte Maria Concetta - ma ora, che vi ho conosciuto, voglio offrirmi vittima, tutta per voi >>. << Ancella cara - dice Gesu' - io so tutto l'avvenire e quello che faccio va tutto bene. IL tuo Direttore era destinato prima di essere Provinciale. Doveva volare al Cielo quando ha avuto il suo martirio, ma appunto per te l'ho lasciato. IL suo soffrire mi e' tanto caro. Offriti anche tu, come si e' offerto  il tuo Direttore, tutto a me. Lui si e' interamente dato alla mia Volontà ed io sono tutto con Lui.... Ogni suo pensiero e' rivolto al Cielo e la mia benedizione sta sempre sopra di lui. Fortunate voi che avete avuto un grande Santo per vostra guida e ne avete le prove. Tutte le penitenze che io desideravo da voi, lui le ha date. come sono contento !. Più farà e starà su di voi, più io gli dono la mia grazia >>. E ad un anno dalla morte - avvenuta il 14 agosto 1939 - e cioè il 25 agosto 1938, la  Vergine Santissima fa altre rivelazioni alla Serva di Dio su P. Nazareno: << Mi rivela la mia cara Gemma che, in tempo della Novena dell'Assunta, insieme con lei, ho recitato 15 mila giaculatorie e si e' formata una corona di giaculatorie. La Santissima Vergine le ha distribuite a tutte le anime del Purgatorio. Quelle della B. Gemma le ha divise in tre: 10.000 per il Rev. Padre Provinciale, P. Nazareno di Gesu', 3.000 per Sr. Speranza e 2.000 per me..... In confidenza le ho chiesto: " Perché avete dato tanto al nostro Direttore? " " Perché - risponde la Vergine Santissima - il suo bene e' singolare. Alla sua morte gli farò una visita straordinaria e tutti lo chiameranno Beato e sarà un grande Santo. Lui alzerà voi e Gesu' alzerà di più il suo trono. Quanto gli voglio bene. gli starò sempre vicino ! ">>.

TRAPASSO: LA SERVA DI DIO SCEGLIE IL VENERDÌ

IL giorno 16 marzo 1950, Gesu' diede alla sua Serva un altro privilegio: la scelta del giorno della settimana in cui avrebbe desiderato morire. Anche se questa scelta - che la Serva di Dio compi nello stesso momento in cui Gesu' gliela propose - non e' conoscenza del futuro, abbiamo preferito mettere questo privilegio tra le profezie, perché la realizzazione del desiderio e' proiettata nel futuro che solo Dio conosce. <<.... Di più ti ho concesso un'altra grazia - dice Gesu' - di poter scegliere il giorno della settimana in cui vuoi morire. Questa grazia e' concessa anche alla mia figliuola Speranza.....>> << Sr. Concetta ha scelto il venerdì - dice Sr. Speranza - se e' volontà del Signore >>.

5) Scrutazione dei cuori

Sr. Tecla Caposicco delle Suore Francescane di S. Antonio, residente a Foglianese (BN), ha sperimentato direttamente la scrutazione dei cuori interiore ad opera della Serva di Dio. Ecco quanto ella attesta: << Ho conosciuto Sr. Concetta nel 1949, quando mi recai ad Airola, più perché spinta da Sr. Beatrice, con la quale andai, che per mia volontà. Quando Sr. Concetta mi vide incominciò ad osservarmi attentamente, come per capire il mio intimo. Dopo pranzo, mi chiamò e mi mostrò quell'affetto materno che avevo sempre sognato: " Vieni figlia mea, io sogno la mamma tua ! " ( Vieni figlia mia, io sono la mamma tua ! ) Cosi dicendo mi prese tra le braccia e mi fece sedere sulle sue gambe, cullandomi a lungo, come si fa con una bambina. Sr. Concetta aveva svelato un mio segreto, mai manifestato ad alcuno. Io, infatti, restata orfana di madre a soli 5 anni, avevo sempre desiderato un affetto materno, mai provato. Questo suo scrutare il mio intimo, unitamente al caloroso affetto manifestatomi, mi colmò di gioia e mi legò a questa Suora semplice, umile, ignorante umanamente parlando, ma tanto materna. Ci tornai successivamente e restai con Sr. Concetta e Sr. Speranza per alcuni giorni. In uno di questi giorni, le due bisticciavano ed io, discretamente, mi allontanai. Dopo qualche minuto mi venne incontro Sr. Concetta e mi disse, nel suo dialetto calabrese: " Che credi, figlia mia, anch'io sogno peccatora ! " ( Che credi, figlia mia anch'io sono peccatrice ! ) Ancora una volta questa Suora aveva scrutato il mio intimo ! Io, infatti, mi ero turbata nel sentire i bisticci, chiedendomi: " E' possibile che una Santa possa litigare? ". Iddio aveva manifestato ancora una volta la sua grandezza in questa donna, permettendole di scrutare il mio intimo ed offrendole nello stesso tempo, l'occasione per umiliarsi, dichiarandosi peccatrice ! >>. Altre volte, la Serva di Dio ha risposto a domande formulate con ingiunzione mentale. Riportiamo il seguente episodio che e' il più importante per il soggetto intervenuto. Già il Direttore, P. Tommaso, aveva iniziato la direzione dell'anima della Serva di Dio, dopo aver chiesto mentalmente ed ottenuto tre prove. Nel 25° quaderno, troviamo un'ingiunzione mentale: << Alle ore otto, alla presenza del Direttore, Sr. Concetta ha compensato per i peccatori versando lacrime di sangue ed acqua. Alle ore 9, sempre alla presenza del Direttore, Gesu', per mano dell'Angelo Custode, manda un mazzetto di rose e cinque albicocche in un bicchiere che io, Sr. Speranza, in quello stesso  istante avevo lasciato vuoto. Sr. Concetta dice che Gesu' l'aveva voluto dare per soddisfazione del Direttore, il quale ha fatto molte interrogazioni a Sr. Concetta che poi e' andata in estasi. Ella ha chiesto a Gesu' di consumarsi presto per i peccatori, per il Direttore e per Parrina. Gesu' le ha detto di si, ma aspetta il permesso del Direttore. Allora, solo attraverso la volontà senza esprimerla, il Direttore ha detto di no, perché deve consumarsi a poco a poco. Gesu' dice alla sua Serva che il Direttore aveva detto: " A lungo e lentamente per riparare con maggiori meriti.... ". IL Direttore e' tanto soddisfatto dei prodigi che Gesu' compie attraverso la sua penitente che ha la semplicità di una bambina >>.

6) Bilocazione

Lo stato d'estasi, d'immersione in Dio di Maria Concetta non era un fatto occasionale, ma abituale. Con S. Paolo, ella poteva dire: << Non sono più io che vivo, ma e' Cristo che vive in me >>. Ecco perché il cuore di Maria Concetta batteva all'unisono con quello del Maestro Divino. Ella, dunque, viveva per Cristo ed i fratelli. Un giorno per salvare un'anima in pericolo, ottenne dal Signore di trovarsi al suo capezzale per assisterla spiritualmente. Ecco il suo racconto, tratto dal 26° quaderno: << IL quattro marzo, una giovane, che mi voleva tanto bene, quando ero in Calabria, se n'e' volata al Cielo. Ma prima di morire, il Signore mi ha concesso di vederla in visione attorniata da tanti demoni. Mi sono inginocchiata ed alla presenza di Dio ho pregato, perché le avesse usato misericordia. Gesu' mi ha detto: " Niente ti nego, ti sia concesso quanto mi chiedi ". Allora il mio spirito si e' trovato in Calabria insieme al mio Angelo Custode, per assistere quest'anima. I demoni sono scappati mormorando: " Neanche lontano possiamo fare ciò che vogliamo, anche qui sei venuta ". Cosicché spirò e dopo un giorno di purgatorio, grazie alla S. Comunione che ho offerto per quell'anima, e' stata accolta in Paradiso >>. Anche P. Giovanni Battista, Passionista, ci parla di un caso di bilocazione della Serva di Dio. Egli, infatti, dice che Maria Concetta, un giorno, gli disse di aver conosciuto P. Pio. Alla domanda di quando e come l'avesse conosciuto, la Serva di Dio rispose di averlo conosciuto a metà strada tra S. Giovanni Rotondo ed Airola. P. Giovanni Battista volle sincerarsi della veridicità dell'affermazione di Maria Concetta chiedendo direttamente a P. Pio, il quale, dopo qualche esitazione, probabilmente per umiltà, confermò quanto detto da Maria Concetta, dicendo: << Sono permissioni di Dio >>.

7) Guarigioni

La voce guarigione ricorre per ben 19 volte nei quaderni, ma volutamente tralasciamo di riportarle per dare precedenza alle testimonianze dirette dei beneficiari di guarigioni o di fatti straordinari, ottenuti per intercessione di Maria Concetta. L'amore che la Serva di Dio nutre verso il prossimo e' grande e, come il Buon Samaritano, soccorre tutti quelli che soffrono. Per questo amore, Dio opera meraviglie. Ascoltiamo ancora quanto dice la Signora Rosina Stanzione: << Sr. Concetta si e' sempre mostrata premurosa verso la mia famiglia, anche con fatti straordinari. Mia madre, nel 1951 era ricoverata all'ospedale " Cardarelli " di Napoli, dove i medici, dopo tante cure, ritennero che tutto era inutile. Pertanto il Dottore Postiglione, tramite la suocera che era ad Airola, ci fece pervenire un telegramma in cui ci invitava ad andare a prendere  mamma all'ospedale. I miei familiari, venuti da Rotondi, la sera piangevano alla brutta notizia. Sr. Concetta, sentendo piangere, venne a consolarci. Passando la mano sulle nostre teste, ci disse: " Non piangete, perché vostra madre non muore ". Poi, dato che, la mattina seguente, dovevamo raggiungere Napoli, partendo da Airola, i miei dovevano pernottare a casa mia. Sr. Concetta, conoscendo le precarie condizioni economiche della mia famiglia, andò sopra e scese, dopo qualche minuto, con la verdura già cotta offrendocela per cena. IL giorno seguente, di ritorno da Napoli, eravamo già sul treno, in attesa che partisse, quando mamma svenne. Sembrava già morta. Incominciai ad invocare Sr. Concetta, dicendo: " Sr. Concetta mia, prega Gesu' perché se proprio mamma deve morire, la faccia arrivare almeno alla stazione di Rotondi...." Dopo molto tempo, mamma rinvenne. A casa, chiamammo subito il dottore di Rotondi, Domenico Maietti, il quale ci rimproverò dicendo: " Perché siete andati a prenderla? " Io, mostrandogli le carte, rilasciate dall'ospedale, dissi: Leggete, leggete e vi renderete conto ". IL dottore, dopo aver letto, disse: " Avete ragione, e' grave ". Noi, sapendo che mamma doveva morire, assecondammo tutti i suoi desideri, facendole mangiare tutto ciò che desiderava. Piano, piano, mia madre, invece di morire, migliorava giorno, dopo giorno, fino a guarire completamente. E' morta, infatti, il 1981, dopo trenta anni dalla malattia incurabile, secondo i medici, all'età' di 84 anni. Trenta anni di salute normale, dunque, perché riprese a lavorare in campagna; andava in montagna a fare la legna che portava in testa fino a casa sua, a Rotondi >>. L'altra testimonianza ci viene da Celico, dalla Signora Maria Scalise, la quale dice: <<.... Ricordo ancora che mio fratello, in quel tempo, era affetto da una grave forma reumatica agli arti inferiori, che gli impedivano qualunque movimento. Chiamammo Sr. Concetta per fare una " Novena " a casa nostra, al termine della quale potemmo constatare la perfetta guarigione.....>>. Ed infine, la Signora Tommasina Rungi dice: <<... I miei figli, ad eccezione di Cira, che e' nata il 22 febbraio 1947, quando le due Suore erano a Napoli, sono nati alla presenza di Sr. Concetta. Cira nacque con un parto cesareo e cosi sarebbe accaduto anche per Pompeo Pasqualino se le preghiere di Sr. Concetta non l'avessero scongiurato. L'ostetrica Lamberti, infatti, accortasi delle difficoltà del parto, fece chiamare il dott. Giuseppe Izzo, il quale, dopo avermi visitata, disse che era necessario il taglio cesareo. Poi, rivolta a Sr. Concetta, l'invito' a pregare perché la cosa andava male. A questo punto, Sr. Concetta prese l'immagine del S. Volto di Gesu' della Sindone, lo pose su me e pregò. Dopo qualche minuto, rivolta al dottore, disse: " Osservatela adesso ". IL dottore, con grande meraviglia, costatò che il bambino aveva assunto la posizione naturale e che si poteva procedere al parto. Nacque cosi Pompeo Pasqualino.... Quest'intervento soprannaturale, in seguito alle preghiere della Serva di Dio, non può essere confermato dal dottore Izzo perché deceduto, ma viene attestato dalla Signora Ruggiero Maria, vedova Lamberti, ostetrica, la quale dice: << Confermo quanto detto dalla Signora Tommasina Rungi circa lo scongiurato parto cesareo, grazie alle preghiere di Sr. Concetta >>.

Capitolo XVI°

VIA DOLOROSA

<<......La tua malattia non e' conosciuta; la tua malattia e' quella dei Santi......>>

<< Gesu' era assai bello; mentre passeggiava per la casa mi ha detto: " Do la benedizione a questa cappella e, dovunque vai, io verrò a darti la mia benedizione; però ricordati che verrà il tempo della tua tristezza, della tua sofferenza: nessun medico conoscerà il tuo male, ti consumerai e ti sentirai in abbandono, non andrai più in Chiesa, avrai anche il mio abbandono ed allora si vedrà la tua forza ". " Signore mio, Sposo mio, risponde Maria Concetta, qualunque abbandono, ma non il vostro ". " Se verrò - replica Gesu' - ti dico qualche parola, ti conforto e poi ti lascio, ma la tua Gemma e l'Angelo custode non ti abbandonano mai, sempre ti custodiscono. Tu prega sempre, specie col recitare il Rosario, ma verrà il tempo in cui perderai i sensi, il mondo si oscura e tu avrai i tormenti del demonio " >>. Nel 1950, Sr. Speranza dice: << La povera Sr. Concetta soffre moltissimo ed i dottori non riescono a capirne la causa. E' stata, perciò, costretta a ricoverarsi in ospedale per accertamenti. Ha la febbre che la consuma. I medici vorrebbero capirne la causa, ma Gesu' le parla quasi a parabole dicendole: " Adesso guarirai... le tue sofferenze le conosce solo il tuo Maestro. Siate forti, offrite ed aspirate al mio Regno, la non soffrirete più nulla, passeggerete come volete, e come volete gusterete la mia Faccia, gusterete il Cielo, Gesu', Maria e gli Angeli ". Ancora dice Gesu': " Figlia mia, quante volte mi hai chiesto le sofferenze nascoste? Ti ho esaudita. Tu soffri, ma la tua malattia non e' conosciuta, la malattia e' quella dei Santi. Ti dico di non operarti, se la chirurgia lo richiede, perché tutte le sofferenze, per te e per la mia figliuola, ve le ho date io..... Dovete morire senza morire. La vostra vita e' un mistero, che conosce soltanto il vostro Gesu', il vostro Dio. Con le vostre sofferenze dovete riparare i peccati che si commettono in tutto il mondo, onde evitare i castighi >>. Le grandi sofferenze ed il completo abbandono degli ultimi tempi perfezionano la somiglianza di Maria Concetta con il Martire Divino. Del resto e' Gesu' stesso a dirglielo nel 1949; << La tua morte sarà dolorosa: sola ed abbandonata da tutti, neanche il confessore avrai (era, infatti, assente il confessore abituale P. Gaetano Copersino, Passionista, ma fu assistita da un altro P. Passionista). Tu devi essere abbandonata come lo sono stato io, devi assaggiare i tormenti prima della morte >>. La Serva di Dio soggiunge: << Perché, Gesu' mi dite in anticipo tutte queste cose? >>. << Perché, se vuoi essere la mia somiglianza, devi assaggiare le pene come ho provato io la morte. IL Padre mio me l'ha fatta vedere prima del tempo, e tanto e' stato il dolore che ho sudato sangue vivo e ne ho bagnato la terra. IL Padre Celeste permette che ti dica queste cose e ti faccia vedere come sarà la tua fine. Io ho pregato ed ho sudato nell'Orto, tu devi consumarti con questo pensiero: Sarai abbandonata da tutti..... >>. La malattia la portava ad essere nervosa e le procurava atroci e continui tormenti in tutto il suo corpo: apparato osseo, cardio-circolatorio, renale, digerente, otorinolaringoiatrico, visivo e nervoso. Dalla Signora Scalise Maria, sappiamo che già a Celico, dopo il rimpatrio, per forti dolori reumatici, fu costretta a portare le stampelle, che un giorno Maria Concetta buttò via, per grazia ricevuta da S. Nicola. Lo stesso episodio lo racconta Sr. Speranza, a lei riferito dalla Serva di Dio. Sr. Speranza parla ancora di un'altra grave malattia: la cecità, della quale Maria Concetta fu guarita - sempre a Celico - per intercessione di Maria Immacolata. Dalla testimonianza della Signorina Ida Belsito, da Celico, sappiamo che quando Maria Concetta era in paese, questa andava incontro ad un fenomeno che la Belsito chiama estasi, ma per gli altri era <<ru scarminu >< cioè una specie di svenimento. Probabilmente si trattava veramente di << ru scarminu >>, perché, nei primi anni di permanenza ad Airola, la Serva di Dio ha continuato ad avere questi svenimenti. Nel primo quaderno troviamo: dolori alle ossa, dolore agli occhi, svenimenti, fuoriuscita di sangue dalla bocca (emottisi?), ginocchia gonfie ecc. Nel giugno del 1932, la Serva di Dio si sofferma sugli sbocchi di sangue: << Non ero degna delle grazie ricevute da Gesu': per tante malattie, nessuno mi dava vita lunga, ma il Signore, grande nella sua misericordia, tutto può. La più pesante l'avevo nascosta da tanti anni, perché volevo soffrire per Gesu', senza che nessuno lo sapesse. Ma negli anni 1930 e 1931 fu tanto il sangue che buttavo che il dottore Falco non riuscì  a porre rimedio. Allora P. Sebastiano, Passionista, che mi guida da due anni, mi suggerì di chiedere la grazia al Beato Vincenzo Strampi. IL Signore, per sua intercessione, mi ha esaudita, perché da cinque mesi non ho più fuoriuscita di sangue dalla bocca....>>.  E' guarita dagli sbocchi di sangue, ma la salute e' sempre malferma. Infatti ella dice: << La malattia mi ha reso nervosa: non riesco a sopportare nulla, le cose mi sembrano tutte distorte. Signore, dammi la forza di sopportare tutto a gloria tua. Dammi quei lumi di riconoscere tutti i miei peccati......>> << I forti dolori di testa.. e le sofferenze mi portano fastidio: subito i nervi si smuovono e mi lasciano ancora più consumata delle discipline. Tutto mi nuoce e mi da' fastidio: non posso sentire il chiasso, eppure offro quest'altro sacrificio a Gesu' >>. Ha dolore allo stomaco: mangia poco ed e' debole. La malattia la rende sempre più nervosa: <<..... Quando mi calmo, mi pento di tutte le occasioni che ho dato di peccare e di quello che ho commesso nell'atto di rabbia >>. Ed ancora: << Con la salute sto meglio - dice Maria Concetta - soltanto non so se sono i nervi, ma sono tormentata perché da un occhio non ci vedo e mi da' fastidio, ma io confido nel Buon Gesu' che mi liberi da questa mortificazione..... >>. Con il 1937, ha inizio la seconda fase della vita di Maria Concetta. Sono gli anni della Direzione di P. Nazareno, durante i quali la Serva di Dio ha le stimmate ed e' tutta piagata. Ella, dopo aver visto il Signore ricoperto di piaghe, prega; << Signore, non solo dammi le piaghe, ma fammi essere una sola piaga >>. E le piaghe scomparvero istantaneamente. Nel 1940, all'età' di 47 anni, ebbe una forma di paralisi, come abbiamo già visto nel capitolo relativo all'obbedienza. In questa occasione le cure mediche si rivelarono subito efficaci, perché dopo tre ore, la Serva di Dio riprese a parlare. Però la gamba ed il braccio non li muoveva. Ella chiese la grazia della guarigione a S. Francesco D'Assisi che, in una visione, le disse che non poteva passare avanti alla volontà di Dio. << Tuttavia - dice Sr. Speranza - alle 10 di sera, dopo aver fatto il necessario a Maria Concetta, mi sono coricata perché stanca. Dopo qualche minuto, la Serva di Dio dice: " Anche voi volete insultarmi lasciatemi in pace ". Poi, rivolta a me, aggiunge: " Parri, sta presente San Francesco che mi dice: " Non lo ripeto più di tre volte, ora e' la seconda volta: alzati e cammina ". Io, con grande fede, riprendo Maria Concetta, dicendole: " Fai presto, alzati e cammina, fai l'obbedienza senza osservazioni ". Subito ella scende dal letto e cammina facendo tre giri per la casa, però il braccio era ancora inutilizzabile, la mano era chiusa. IL Santo dice: " Baciate le piaghe di Gesu' Crocifisso " >>. Le due baciano le piaghe di Gesu' Crocifisso e poi Sr. Speranza implora: << O Gesu', guariscile pure il braccio, perché anch'esso e' necessario >>. S. Gemma risponde: << Alza la mano, Gesu' ha esaudito la vostra preghiera. Cantiamo insieme le lodi a Gesu' e alla Vergine Assunta che avete invocato con viva fede. Diciamo insieme: Evviva Gesu', gloria a Gesu' gloria a S. Francesco, perché le sue preghiere hanno ottenuto un grande miracolo, il 4 ottobre 1940.....>>. IL giorno 23 agosto 1944, la Serva di Dio, a causa di una protuberanza nella zona epigastrica, si lamenta con Gesu': << Ieri, giorno 23. Gesu' e la Vergine Santissima stavano in mia compagnia; io mi sentivo stanca per tutte le sofferenze. Ho avvertito un dolore più intenso del solito allo stomaco che, da tempo, mi fa soffrire. Ho osservato esternamente qualcosa della grandezza di un limone. Sr. Speranza, sospettando un tumore, voleva portarmi dal dottore, ma io non ho voluto. Gesu' ha lodato il mio soffrire, ma ha aggiunto: " Le tue sofferenze non possono paragonarsi alle mie ". Allora Gesu', che opera e può fare ciò che vuole, mi ha dato un'altra botta: mi sentivo svenire. Ho avuto un forte vomito con cui ho buttato una grande quantità di sangue nero, nero. Dopo mi sentivo alleggerita del peso allo stomaco. Oggi nuovamente l'ho buttato a pezzi. La Suora si e' impressionata..... Gesu' mi ha mostrato le sue piaghe e mi ha detto: " Ti dispiace che soffri? Mai puoi arrivare al mio soffrire. Tanto e' stato il sangue che ho versato che ne ho bagnato la terra.... "  " Signore mio, Sposo mio, se mi lamento - risponde Maria Concetta - e perché siamo di carne umana, di carne ribelle, ma non mi voglio lamentare senza fare la tua volontà. Soffrire per Voi: sono felice; compensare per i peccatori: sono contenta. Voi siete il mio Amore, il mio Paradiso.... ">>. Più tempo passava, più Gesu' insisteva nel presentarle le future tempeste. IL 25 marzo 1946, Maria Concetta diceva: << Gesu' mi ha detto che o vogliamo o non vogliamo, dobbiamo soffrire tutto ciò che ha destinato la sua volontà; poi ha ripetuto le solite parole: " Vittime mie, ora vi sembra duro questo soffrire; e quando, negli ultimi tre anni in cui si dovranno scatenare tutte le tempeste di ogni dura tristezza, quando tu non potrai muovere un dito, ne girarti nel tuo letto, e la mia figlia, Speranza soffrira' insieme a te perché non ha le forze per darti aiuto, che cosa farete?.... ">>. E' stato, infatti, cosi. Maria Concetta, negli ultimi tempi, era un cumulo di malattie - come dice Sr. Speranza - e nei momenti di crisi non era più lei. Già nel 1941, Gesu' metteva in evidenza la necessità di avere comprensione per la sua Serva. Perché? Perché era sulla via del Calvario, attraverso la malattia..... <<.... Essa, in questo momento - dice Gesu' - e' incamminata per la via del Calvario, con le spine e la Croce. Vedi come piange per i peccatori?....>>. Col passare del tempo le crisi si accentuano. Subentra la disfunzione renale, con conseguenze uremia, che porta all'attuazione della profezia di Gesu': << Verrà il tempo in cui perderai i sensi, il mondo si oscura e tu avrai i tormenti del demonio >>. A questa, si aggiunge la profezia di S. Gabriele dell'Addolorata, del 27 febbraio 1950: << S. Gabriele dell'Addolorata e' venuto a confortarmi e a ricordarmi ciò che molti anni fa mi aveva rivelato Gesu'. Queste rivelazioni sono per prepararci nella preghiera e ricordarci quando il demonio viene a tentarci. Dice il nostro fratellino S. Gabriele: " Sorella mia, sono venuto a portarti una notizia, che serve a ricordarti. E' una notizia che ti fa soffrire più di ogni altra sofferenza: verrà un giorno che Gesu' permette un odio fra voi due: tu con la sorella Speranza ed ella con te. E' come un abbandono tra l'una e l'altra. IL demonio sta preparando fortemente questo. Ciò perché voi, con le altre persone, non vi curate di niente di quello che hanno operato contro di voi. Allora cerca di mettere l'una contro l'altra. Niente e' vero di tutto questo che il demonio vi presenta al pensiero, sia all'una che all'altra, per vincere il suo scopo. In tutto questo si deve dire: Fiat ! Fiat !.... IL nostro fratellino, P. Bonaventura, in queste circostanze, non si deve avvilire, ma vi dovrà essere di grande aiuto. Se vuole la sua palma deve lavorare >>. Nel gennaio 1951, Maria Concetta confessa: << Forti tentazioni fra me e la mia Parrina, Sr. Speranza. IL diavolo, in certi momenti, mi acceca che non mi fa ragionare: tutto mi sembra storto, divento capricciosa, non bado a quello che penso..... dimentico - come dice Gesu' - di evitare le occasioni, ma sempre ci facciamo vincere dal demonio. Dopo tutto passa, ma con le nostre agitazioni, disgustiamo Gesu'. Chiediamo perdono e promettiamo di non più cadere in questi difetti. Ma il demonio tanto fa, per vincerci e toglierci la pace, che ci fa cadere >>. Negli ultimi mesi, per l'aggravarsi della malattia, non e' più lei; il subconscio scaglia fuori tutto ciò che, per tutta una vita, che ella aveva represso, facendola apparire - nei momenti di crisi - ben diversa da quella che realmente e' stata. Tutto ciò e' dovuto allo stato tossico generale, causato dall'uremia, come si rileva dalla dichiarazione del medico curante, Dottore Finelli: << Attesto che la defunta Pantusa Concetta da Airola, affetta da nefrite e conseguente uremia, per lo stato derivante dalla malattia stessa, ha avuto, specialmente negli ultimi mesi di sua vita, assenze e deliri: con sconnessione delle idee e del ragionamento per cui proferiva parole senza alcun senso. In fede. Napoli 1 / XI / 1954 >>. Tutto questo, però, fa parte di un disegno ben preciso di Dio, perché - nel 1946 - Gesu' stesso mostra alla sua Serva una strada fangosa che ella avrebbe dovuto attraversare prima di raggiungere la Gerusalemme Celeste: << IL giorno delle Palme, durante la S. Messa, Gesu' mi fece vedere la sua entrata in Gerusalemme: tutto era bello; ma, improvvisamente la scena divenne brutta, perché incominciarono a bastonare Gesu'. Ad un certo punto, Gesu' rivolse il suo sguardo verso di me dicendomi: " Figlia mia, compensami tu. Vedi come mi maltrattano? " Gli risposi: " Anch'io, Maestro mio, Signore mio, anch'io, con i miei peccati, ti ho reso così. Abbi misericordia di me e della mia Parrina ". Gesu' replicò: " Ho dimenticato tutto, ecco la mia Palma ". Cosi dicendo, mi mise tra le braccia una palma, dalle cui foglie uscivano tante fiammelle. Poi aggiunse: " Quando sarà l'ora della tua morte, tutte queste fiammelle saranno anime che entreranno in Cielo. Ti darò anche quella della mia figliuola, perché deve portare la palma delle persecuzioni, delle sofferenze, del martirio ".

Maria Concetta negli ultimi giorni di sua vita, attorniata da Suor Speranza e da alcune amiche.

Però Gesu' subito cambia la gioia in tristezza. Mi ha portato per una strada spinosa e fangosa e tutti mi rincorrevano: chi mi spingeva, chi mi buttava addosso il fango, chi mi burlava e mi sputava. C'era abbandono, puzza nauseante ed ogni sorta di sofferenze. Gli dissi: " Signore, prima mi avete fatto vedere tanto godere e poi tanto soffrire? ". " Si - rispose Gesu' - chi vuole la bella palma deve passare queste montagne tempestose. Chi non vuole passare pene del Purgatorio, deve essere crocifisso con Me.... " >>. La repulsione maggiore, nell'attraversare questa strada, la Serva di Dio l'avverte quando si vede sola: deve percorrere il cammino da sola, abbandonata da tutti, come le hanno ripetuto, a mo' di ><refrain >>, Gesu', la Vergine Santissima ed alcuni Santi. Anche di questa scena abbiamo una viva testimonianza, che ci viene dalla professoressa Lydia Sintoni. Ma preferiamo farla precedere da quanto troviamo nei quaderni, a proposito di questa visita. Dopo che il medico curante le aveva detto che Maria Concetta si avviava alla fine, Sr. Speranza scrisse a P. Bonaventura per comunicarglielo. Ecco le parole di Sr. Speranza: <<.... Ho scritto al fratellino ciò che Gesu' ed il medico hanno detto: Non potendo venire lui, mi ha scritto una lettera dicendomi che sarebbe venuta la professoressa Lydia Sintoni, una sua penitente. La mattina, prima di ricevere la lettera, mi ha chiamato Sr. Concetta per dirmi: " Parri, prendimi quelle caramelle che devo dare al fratellino, lo vedi? E' proprio vicino a me, mi ha dato la benedizione..... Mi ha detto che ci sta sempre vicino. Prepara il pranzo ". A mezzogiorno e' arrivata la lettera della Signorina Sintoni in cui diceva che all'indomani sarebbe venuta per vedere come stava Sr. Concetta. Per non impressionarla, non le ho letto la lettera......>>. A questo punto, preferiamo interrompere il racconto di Sr. Speranza, per riportare la testimonianza della Sintoni: <<..... La povera creatura era gravemente inferma; avrebbe desiderato il conforto del suo Padre spirituale. P. Bomaventura, suo ultimo direttore, era nel convento di Vitulano, dove era stato trasferito, dietro suo desiderio, dopo che l'inviato del S. Uffizio da Airola - P. Romoli - gli aveva suggerito di non visitare più la casa delle Suore. IL Padre, tuttavia, sempre premuroso circa la sorte delle due semplici sorelle, si rivolse a me, affinché in sua vece e a suo nome mi recassi ad Airola presso di loro con il compito di confortarle e di conoscere meglio lo stato di salute di Sr. Concetta. Giunsi a Monteoliveto nelle prime ore del mattino. Nel riabbracciarle dissi che P. Bonaventura mi aveva mandato a rappresentarlo. Sperando di poter ottenere loro quel conforto che da lui sarebbe venuto, le pregai di accogliermi in suo nome. Sr. Concetta, pur giacendo a letto assai sofferente, mi fece subito festa e' poiché la pioggia mi aveva bagnata, volle che calzassi le sue pantofoline nuove. Sr. Speranza mi riferì che proprio quella mattina, un po' prima che arrivassi, Sr. Concetta l'aveva chiamato accanto a sé per dirle che P. Bonaventura era stato lì, ma non le aveva detto una parola. Dopo poco ero giunta io, mandata effettivamente dal Padre. Sr. Concetta mi confidò di sentirsi assai male. " Non ce la faccio più ! " Era visibilmente stanca, oppressa da innumerevoli sofferenze fisiche, che di tanto in tanto la facevano gemere, squassata da sofferenze interiori che le procuravano una tristezza e mortale angoscia. IL suo corpo ed il suo spirito pativano la tortura del Getsemani. Dinnanzi a tanto dolore, avvertii la mia inettitudine a dare conforto e nel mio intimo, disapprovai la scelta di Padre Bonaventura a rappresentarlo presso quella martire che vedevo calata in uno sconfinato mare di dolore dal quale non sapevo e non potevo trarla. E fu, forse, un'impennata dell'umana natura il suo intestardirsi a volermi seguire: " Portame cu tia, portame cu tia " - gridava come per liberarsi, per evadere, per sfuggire a qualcosa che la spaventava. Mi strinse al collo e come una bambina fece i capricci. Chiese ripetutamente a Sr. Speranza di darle i vestiti, di prepararla alla partenza. Scrollò da sé le coperte e per un po' fu in delirio. Dolcemente, d'accordo con Sr. Speranza, riuscii a calmarla, rimandando ingannevolmente la partenza. Infine, rassegnata, si ricompose nel suo letto di dolore, ma esclamo': " Tu te ne vai? Vai ! Ricordati che non mi vedrai più. Quando tornerai non ci sarò più ! " Infatti, circa un mese dopo, moriva senza che avessi modo di rivederla viva su questa terra. Cosa dire di lei?..... Nell'avvicinarla, avvertii il desiderio di essere sempre più generosa con Dio, meno esigente e più disponibile. Silenziosamente, la sua conoscenza spalancò alla mia vita spirituale più ampi orizzonti e tanta sete di Assoluto >>.

CapitoloXVII°

INCONTRA SORELLA MORTE

<< Che punto triste, in quel momento ! ....... La misericordia del Signore e la Bella Mamma Celeste sono l'unica nostra speranza >>.

Amato mio Gesu' e Giudice mio, quando mi avete da giudicare, per pietà non mi mandate all'inferno, perché nell'inferno, io non potrei più amarvi. Se mi volete mandare all'inferno, datemi la grazia di potervi amare, con tutto l'affetto mio. Questa grazia non la merito per i miei peccati, ma la meritate Voi, per me, col Sangue Preziosissimo che avete sparso in Croce >>. E' la preghiera che Maria Concetta fa, con S. Tommaso nel 1939, dopo aver meditato, con il Santo, il Giudizio di Dio. E' la preghiera che manifesta quale e quanto amore, la Serva di Dio nutrisse per il Signore. E' questo grande e smisurato amore che la fa essere eternamente bambina e la spinge nel più completo abbandono a Dio. Gesu,' un giorno, le chiede: << Saresti contenta di morire in un giorno della Croce?>>. << Mio Redentore - risponde Maria Concetta - io non chiedo, ne' desidero: voglio fare la vostra Santa Volontà >>. << Mi compiaccio della tua risposta. La Croce - dice Gesu' - e' la tua consolazione, il tuo rifugio; con la mia benedizione, camminerai per la via del Paradiso >>.  La via del Paradiso e' la via del Calvario, la via della Croce.... <<.... " Vieni, diletta mia, nelle braccia del tuo Redentore, ti ho preparato la Croce, il calice, la corona di spine: tutto ti e' preparato per la tua morte " >>. S. Gemma e l'Angelo del Primo Coro si sono presentati con gli strumenti che mi ha riservato Gesu': la croce grossa e pesante, la corona di pungenti spine, il calice traboccante: questi tre strumenti mi sono preparati al mio capezzale. L'Angelo e S. Gemma mi danno coraggio dicendomi: " Abbracciandoti questa croce, straziandoti con questa corona di spine e bevendoti, con rassegnazione, il calice amaro puoi essere sicura della vita eterna. Rassegnati ed abbracciati tutto con amore " >>. Un giorno, Gesu', fa sperimentare la morte alla sua Serva: << Sono andata, come al solito in cappella, ho tanto pregato; la preghiera mi ha trasportato in Paradiso. Ho visto Gesu', che mi ha benedetto e mi ha fatto considerare e vedere il punto della morte: l'abbandono di tutti  ed i tormenti del demonio.... S. Gemma mi avverte di pregare sempre per il punto di morte, perché non si sa la morte come sarà. Solo il Signore sa, come la manda. " Raccomandatevi sempre l'anima, come se doveste morire adesso. Baciate e stringete il Crocifisso per quando non lo potete più baciare. Pregate la Vergine Santissima che sarà la vostra Protettrice, in punto di morte.... Io e l'Angelo pregheremo sempre per questo terribile momento, ma voi statevi sempre preparate e pregate ". << Mi e' apparso il demonio - dice la Serva di Dio - come ci apparrà in punto di morte. Che spavento ! Mi viene da sudare e tremare. Sembra che le mani siano incatenate e che non ci fa muovere. Sembra che ci soffochi e non ci fa dire una parola. Che punto triste, in quel momento ! Non ci si ricorda del Signore, ne' si vede nessuno. La preghiera che facciamo adesso, per quel terribile momento, la misericordia del Signore e la Bella Mamma celeste, che ci protegge, sono l'unica nostra speranza >>. IL terribile momento le viene preannunciato, da Gesu' stesso, nel 1948, dicendole: << La morte sta per arrivare >>; le chiede, perciò, slancio nell'apparecchio alla morte. E ad un anno dal trapasso, il 28 gennaio 1952, viene ricoverata alla clinica Grimaldi di Napoli. Qui ebbe una visione simbolicamente molto importante. Questa visione ci mostra la vera figura della Serva di Dio: la Vittima prescelta da Gesu'. << Sono contenta - dice Maria Concetta - che questa mattina ho fatto la Santa Comunione. Parrina ha pregato le buone Suore della clinica, per farmi portare Gesu', che e' venuto nell'anima mia. Gesu' mi ha portato la gioia. Ho pregato per tutti. Dopo la Comunione, ecco che, sul tavolo, dove e' stato posato Gesu' per la S. Comunione, sopra il bouquet di garofani e viole, si presentano tre colombe: due stavano sopra i garofani ed una, più grande e più bella, in mezzo, sopra le viole. Quella di mezzo dava le beccate alle due colombe, ora a destra ed ora a sinistra, finché non le ha lasciate senza ali e senza piume e tutte insanguinate. La Colomba di mezzo ha parlato dicendo: " Io sono il Figlio dell'Eterno Padre, allora vi lascio quando sarete ridotte come le due colombe, che siete voi. Se farete la mia volontà e quella del Padre mio, le due colombe diventeranno di luce e salirete nella gloria ">>. Nel dicembre del 1952, Gesu' e la Madonna dicono che queste sono le prove maggiori per tutte e due: non sono le apparizioni ed altro, ma le croci, le spine, le forti malattie che la volontà del Signore manda. E poi Sr. Speranza aggiunge: << Le malattie di Sr. Concetta si sono aggravate: il cuore, la nefrite, la pressione alta, la colite, il fegato: i dolori tutti si sono messi in movimento. IL dottore dice che la disfunzione renale le ha portato l'avvelenamento generale e la perdita della vista di un occhio >>. << Nel mese di gennaio 1953 - continua Sr. Speranza - una mattina, stando tutte e due in cucina, mi disse Sr. Concetta: " Senti, Parri, che cosa mi ha detto Gesu': quali sono più sentiti i cilizi e le discipline, che ti facevi tu, oppure quelli che ti ho dato io? Sr. Concetta voleva il parere da me, per dare una risposta a Gesu'; io ho detto: " Certamente sono migliori quelli che manda Lui ". E la vittima rispose: " Signore, quello che mandi tu e' proprio buono, perché con quello che facevo io, soffrivo un poco e poi passava tutto, ma le vostre discipline sono continuate e consumano. A me mi consumano in un modo ed a Parrina in un altro. E se fosse stato a tutte due uguale, come avrei fatto? " Gesu' si fece un sorriso e disse: " Tutte e due dovete essere crocifisse, come lo sono stato Io.... " >>. La crocifissione stava per giungere ed e' lo stesso Gesu' ad annunziargliela, circa due mesi prima della morte: <<...... Parrina, sai che mi ha detto Gesu'? " Quest'anno devi morire ". Che dici, Parrina, può essere vero? >>. << O semplicità di una bambina ! Io, per non farla impressionare, mi feci una risatina e le dissi: " Non vedi che ti fai burlare da tutti: ti fai burlare da Gesu', dalla Madonna, dagli Angeli ed anche dagli uomini della terra ". La cara, insieme a me, si fece anch'essa una risatina dicendo: " Voglio vedere se veramente muoio ". Ancora più bella e' stata la sua espressione.... >>. Gesu' non aveva scherzato, perché passarono pochi giorni e Maria Concetta fu costretta a mettersi a letto per non più rialzarsi. E' la stessa Sr. Speranza a dircelo: << La mia Concetta si e' messa a letto il 15 gennaio e non si e' più rialzata. Era venuta l'ora del Purgatorio. Le sue sofferenze aumentavano sempre più. La profezia di Gesu' si era avverata: Quest'anno devi morire ". Mi recai dal Rettore dei Padri Passionisti, P. Luigi Maria, il quale dispose che P. Gaetano le fosse vicino per l'assistenza spirituale. Questi non l'ha lasciata neppure un giorno per l'assistenza spirituale ed anche corporale >>. In una di queste mattine, dopo la S. Comunione, la Serva di Dio chiama Sr. Speranza e le dice:  << Parri, e' venuto Gesu', proprio adesso, e mi ha detto di dirti che Lui da noi vuole un'altra prova e poi basta.... >>. << Io ho insistito - dice Sr. Speranza - che si facesse dire che cosa volesse ancora da noi, perché eravamo pronte a fare la sua Volontà. Sr.  Concetta ha domandato e Gesu'    le ha risposto: " La mia figliuola si prepari al forte ed abbia pazienza ". L'indomani ho chiamato il medico curante il quale, come ha visitato la la vittima, ha detto: " Non c'e' niente da fare: i reni non funzionano più, c'e' un avvelenamento generale, Sr. Concetta non va a lungo. Fatele far tutto e tu Sr. Speranza, preparati al forte. Mi dispiace per Sr. Concetta soffrira' molto: perderà il senno. Quest'avvelenamento porterà ogni conseguenza di stranezza ". IL medico era stato illuminato da Gesu', non ha sbagliato nulla. Ho scritto al fratellino su quanto Gesu' ed il medico avevano detto.... >>. << Le sofferenze aumentavano di giorno in giorno - continua Sr. Speranza - sembrava che Gesu' l'avesse abbandonata: non ascoltava nessuno. Tutte le preghiere erano vane. Soffriva immensamente. P. Gaetano la preparò per l'Estrema Unzione ed il Viatico. Sr. Concetta era pronta a tutto. Si fece l'Estrema Unzione ed il Viatico alle 9 di sera. Tutti gli amici che si trovavano intorno, restarono edificati. Sr. Concetta si raccomandava l'anima, parlava con Gesu' come se fosse stato il confessore: chiedeva perdono per lei e per i peccatori. Raccomandava tutti e diceva:  " Sono pronta, o Gesu', fate quello che volete, io sono la vittima ".

Funerali della Serva di Dio.

Le e' apparsa la Madonna, che ha visto la prima volta in America, la quale le ha detto di dire ai presenti che non era ancora giunta l'ora. Sr. Concetta soffriva, ma capiva ogni cosa e disse a me: " Parri, non aver paura perché ancora non muoio; ci vuole ancora tempo ". Cosi e' stato: tirò ancora 45 giorni, con atroci sofferenze..... >>. << La mia cara Concetta - continua Sr. Speranza - 20 giorni prima della morte aveva chiuso gli occhi al mondo: non voleva vedere nessuno. Le sue sofferenze la tenevano oppressa >>. <<... L'ultima settimana, la mia cara era fuori di sé, non capiva; soffriva senza un minuto di variazione... Io, la povera Sr. Speranza, sempre vicino al suo capezzale, sempre pregando ed invocando la misericordia del Signore.... Le domandai con insistenza:  " Perché ti lamenti? Che ti senti? Dillo alla tua Parrina, che vuoi? " Mi guardò, con dolore, e mi disse: " Non lo sai e non lo vedi quello che soffro?...  Aveva la febbre a 41 e mezzo... Per due giorni si e' separata completamente dal mondo: non vedeva più, gli attacchi ogni ora e, l'ultimo giorno, ogni quarto d'ora ed anche meno. Spirò sotto gli attacchi, ma con un volto sereno, sorriso di Cielo.... >>. Erano le ore 15 circa del 27 marzo, venerdì di Passione. Venerdì era il giorno, che, per tutta la vita, l'aveva fatta somigliare maggiormente al Redentore; era il giorno che, per privilegio espressamente concessole da Gesu', la Serva di Dio aveva scelto tre anni prima e cioè il 16 marzo 1950. I funerali di Maria Concetta furono imponenti, per concorso di popolo e l'unanime partecipazione. Molte sono le testimonianze di tale funzione. Partiamo con quella di Sr. Speranza: << La popolazione non si poteva mantenere, la casa era affollata. Tutti, all'unisono, dicevano: " E' morta la nostra Santa ! " Non c'e' stata persona, in paese, che non abbia baciato le sue sante mani ed anche i piedi. La cara scomparsa e' divenuta sempre più bella. La sua salma e' stata 4 giorni esposta ed una gran folla, venuta anche da fuori paese, l'ha sempre circondata. Dal giorno della morte, la sua tomba non sta mai sola: c'e' sempre gente che prega e la porta fiori e ceri.... >>. Suora Maria Alfonsa Morgillo, di mio proprio pugno, attesto quanto segue riguardo Sr. Concetta Pantusa. Vedendomi la vita scendere giorno, dopo giorno, mi sono sentita spinta da un impulso interno a scrivere quello che ricordo di Sr. Concetta Pantusa..... Mori il venerdì di Passione e giorno dei Dolori della Madonna Addolorata, come da lei tanto desiderato. IL giorno appresso, nel pomeriggio, la portarono nella nostra chiesa ed era di sabato. IL giorno successivo, domenica delle Palme, si celebrarono i funerali. La popolazione - accorsa alla sua bara come uno sciame d'api, ma che dico, questo e' poco ! - non essendoci un tantino di spazio, si stingeva e si urtava per poggiare sul suo corpo fiori, corone e fazzoletti e portarli a casa, come ricordo di quest'anima che essa amava con venerazione. IL tempo era giunto e si dovevano dire le ultime preghiere di suffragio, ma la folla gremiva sempre più. Allora, un Padre gridò ad alta voce: " Basta adesso, la rivedrete al cimitero..... ! " Quando usci dalla nostra chiesa, tra fiori, Sacerdoti e Suore, con un popolo sterminato, sembrava che si portasse una Santa in processione. Un cuore duro si sarebbe ammollito di fronte a tanta dimostrazione..... Mi rimane nel cuore una grande devozione, tanto che anch'io mi conservai i fiori, toccati sul suo corpo....

Corteo funebre lungo il Corso Caudino di Airola

La devozione che mi rimase nel cuore era una cosa soprannaturale che io pensavo sempre a lei ed ero esaudita, specie nei disturbi notturni. Era per me un sollievo; e pure adesso voglio avere sotto il mio guanciale la sua pagellina, con cui sembra di avere una compagnia..... Desideravo di vederla presto Santa. Una volta la sognai e lei mi fece capire che dovevano passare almeno 30 anni. Speriamo che il Signore voglia santificarla presto, perché era un'anima tutta di Dio >>. Tommasina Rungi: <<... Che Sr. Concetta fosse considerata santa, lo dimostra la partecipazione di una grande folla ai suoi funerali. Fu in questa occasione che tutti volevano una reliquia di Sr. Concetta. Anch'io presi un pezzo della sua veste ed un garofano che conservo ancora gelosamente >>. Gemma Cerni, in Abbate: <<.... Ai funerali assistette una grande folla: ognuno voleva un pezzettino delle sue vesti, un fiore in ricordo della cara Suora.... >>.

P. Tommaso Tatangelo, nel suo libro  << Anima espiatrice >>, dice:  <<... Per l'alta stima che tutti avevano di lei, gli onori funebri riuscirono imponenti. Alle ore 18 del sabato 28 marzo, la salma fu portata a spalla dalla casa alla chiesa delle monache clarisse, dove la mattina seguente, Domenica delle Palme, si celebrò il solenne rito. Officiante fu il Rev. P. Bonaventura Martignetti O.F.M.  e pronunziò l'elogio funebre il Rev. P. Michele Simonelli C.P. che, con espressioni adatte, presentò la bellezza di questo fiore, trapiantato negli eterni giardini del Paradiso. Al corteo funebre prese parte tutta la cittadinanza di Airola con le Autorità, le Comunità religiose e le Associazioni, alle quali si unirono folte schiere dei paesi vicini, che nutrivano grande stima per la distinta Airolana, per adozione. L'eccezionale concorso di gente cambiò la manifestazione funebre in una grande testimonianza di stima e affetto verso l'umile Serva del Signore, che nascosta quale viola mammola, diffuse il profumo di Gesu' Cristo, esercitando il sublime apostolato con la forza ed il buon esempio. La salma fu tumulata nella cappella dei P.P. Passionisti il lunedì, 30 marzo dello stesso anno, dinanzi alla quale il popolo affezionato non ha fatto mancare luci e fiori.... >>.

Capitolo XVIII°

PROFUMO DI CIELO

<<..... Venivano dai paesi vicini per incontrarsi con colei che chiamavano " Concetta a' Santa "..... >>.

Da testimonianze raccolte a Celico, sappiamo che la Serva di Dio, durante il decennio trascorso nel paese natio, prima della partenza per Redipiano, avvenuta nell'anno 1928, viveva una vita umile, semplice e di continua preghiera. Pertanto la sua fama di santità aveva raggiunto anche i paesi limitrofi. Molti, provenienti da paesi diversi, ricorrevano, nei loro bisogni, a << Concetta a' Santa >>, come essi la chiamavano. Ma veniamo alle varie testimonianze: 1) CARMELA CAMPANARO da Celico, tra l'altro, dice: << Pregava sempre sia in Chiesa che nelle case private, dove faceva le " Novene " . In paese e nei paesi vicini, era chiamata  " Concetta a' Santa ", perché si sparse la voce di vari miracoli che ella faceva..... Molto spesso Concetta veniva invitata a dormire presso le famiglie ed ella accettava. Questo avveniva non soltanto a Celico, ma, venendo anche dai paesi vicini, come Pedage, Casole e Spezzano, portavano con sé Concetta per fare le " Novene ". 2) ROSA AQUINO, nata a Celico il 1898, dice: << Ho conosciuto personalmente Concetta Pantusa, in quanto abitava di fronte casa mia. Abbiamo trascorso l'infanzia insieme, cosi' fin da bambina ho potuto costatare la grande umanità di cui era dotata. Concetta pregava costantemente, non solo in disparte, ma anche alla presenza di tanta gente che veniva dai dintorni di Celico per incontrarsi con colei che chiamavano " Concetta a' Santa ". Oltre alle virtù sono in grado di testimoniarne un avvenimento che personalmente ritengo di origine soprannaturale: dopo la sua morte io ricorrevo spesso a lei nelle mie preghiere e straordinariamente in quei momenti, un profumo mi avvolgeva, lasciandomi piena di stupore, in quanto nelle vicinanze non c'era alcun fiore..... >>. 3) VELIA PARISE In Arnieri:  <<..... Ricordo che lei e mia suocera pregavano sempre, soprattutto di sera, perché credevano molto nella preghiera. Ricordo anche che veniva molta gente da Spezzano Sila, Spezzano Grande, Sena Pedage, Maglia, perché credevano molto nella santità di Concetta >>. 4) 16 PERSONE  hanno sottoscritto una dichiarazione comune. In essa, tra l'altro, e' detto: <<.... Inoltre pregava continuamente sia in chiesa che presso le famiglie. Pregava non solo presso le famiglie di Celico, ma anche presso quelle di Spezzano ed altri paesi circostanti che la ritenevano santa, prima ancora che gli stessi Celichesi, denominandola " Concetta a' Santa ".... >>. 5) MARIA ABBRUZZINI, in Gaudio, nata a Celico e residente in Canada: <<.... Sr. Concetta Pantusa veniva chiamata da tutto il paese " Concetta a' Santa " per la sua bontà e per la sua vocazione alla chiesa. La sua vita la passava a pregare e a fare del bene..... >>. La prova della fama di santità, di cui la Serva di Dio godeva in Airola, suo paese di adozione, ci e' stata offerta dall'enorme afflusso di gente, che partecipò ai suoi funerali. Ma veniamo a qualche testimonianza, da cui si rileva lo spirituale legame, attraverso il quale, la Serva di Dio continua a parlare nel cuore di chi ne apprezzò le innumerevoli virtù. 1) VINCENZINA FALZARANO: <<.... E' un fenomeno del tutto spirituale perché sentivo e sento il bisogno di amarla. Ogni venerdì, prima che i resti mortali fossero stati portati al Santuario del Santo Volto, non ero capace di uscire dal cimitero senza andare a porgerle il mio saluto, accompagnato sia pure da un solo fiore. Davanti alla sua tomba, le parlavo. Quando mia figlia, ora laureata in biologia, doveva sostenere  i vari esami all'università, mi rivolgevo a lei perché l'assistesse. In un primo momento venivo assalita dal dubbio del buon esito dell'esame, ma poi, tutto in una volta, venivo presa da improvvisa certezza sul buon esito e cosi avveniva. Insomma, per me Sr. Concetta rappresenta la fida compagna, a cui confido le mie pene e da cui traggo grande sollievo >>. 2) DON DOMENICO PERROTTA: <<.....Nella mia stanza, oltre all'immagine del Santo Volto di Gesu' della Sindone, manifestatosi ad Airola, ho la fotografia di Sr. Concetta, con la quale parlo come ad un'amica, continuando quel discorso intavolato allorche' era in vita, quando questa mi diceva di volermi bene e mi chiamava " O Prevetuzzo mio " >>. 3) DON ANTONIO MEOLI, Parroco di Tocco Caudio: <<.... Ogni sera rivolgo una preghiera al Signore perché al più presto Sr. Concetta, insieme ad anime grandi e belle, sia elevata agli altari ! >>. 4) GENNARO MARINO, residente ad Airola: <<.... Nel 1957, mi trovavo a Firenze per motivi di lavoro ed ero preoccupato per alcuni motivi familiari. Mi rivolsi a lei perché mi aiutasse. La pregai con insistenza, chiedendole anche un segno. Sul mio comodino della camera da letto, avevo una sua immagine ed un Volto Santo. La sorpresa la ebbi la mattina seguente quando, svegliandomi, mi accorsi che le due immagini si trovavano sovrapposte l'una all'altra, come se qualcuno le avesse incollate ( queste due immagini le conservo ancora) . Contento di quello che era il segno chiesto a Sr. Concetta, telefonai a mia moglie, che si trovava ad Airola, per sapere come andavano le cose a casa lei mi rispose che tutto era tornato normale e quindi potevo stare tranquillo. Nel 1958 lavoravo a Ponte a Cappiano (FI) : una notte mi sono sentito male ed ho pregato Sr. Concetta perché mi aiutasse. La notte stessa, all'improvviso, ho sentito una mano che si posava sulla fronte e una voce che mi diceva: " Sto qua, non preoccuparti ". La mattina mi sono alzato in buona salute. Preciso che abitavo da solo nel suddetto paese, perché i miei familiari erano ad Airola. Una notte, sempre quando ero a Firenze, mi venne in sogno e mi disse: " Gabrie', di a tua moglie, Carmela, che se mi vuole portare un lumino al cimitero, non voglio che lo deponga fuori della cappella ". Telefonai a mia moglie per sapere con precisione come stavano le cose. Seppi che non era possibile entrare liberamente nella cappella, dove Sr. Concetta era sepolta e quindi il lumino non lo poteva deporre davanti alla nicchia. Mia moglie portò la lettera, nella quale raccontavo il sogno che avevo fatto, al Superiore dei Padri Passionisti, il quale lesse e poi fece un biglietto per il custode del cimitero; questi doveva consentirle di aprire e chiudere personalmente la cappella tutte le volte che si recava a far visita a Sr. Concetta >>. << La Signora Zotti Olinda -  dice Sr. Speranza - quando mori Sr. Concetta, per l'igiene - come ella diceva - non volle toccare oggetto alcuno sul cadavere. Io, intanto, con la  " comarella ", avevo portato sette camelie al cimitero per poggiarle sul corpo di Sr. Concetta e tenerle in ricordo. La Signora Zotti, venendo a casa, me ne chiese una e gliela diedi. Se la portò senza toccarla. A casa, dopo averla chiusa in una boccetta per evitarne il contatto anche con la biancheria, la mise nel comò. Dopo tre mesi, dalla morte di Sr. Concetta, una notte, la Signora, presa dal mal di testa, aprì il comò per prendere un antinevralgico. Grande fu la meraviglia quando vide la camelia, dimenticata, che aveva dato una pianticina con otto foglie; sembrava un piccolo albero naturale. La Signora, allora, si penti per il suo atteggiamento avuto nei confronti dei resti mortali di Sr. Concetta. Ora la venera e si umilia per l'atto compiuto. Sono trascorsi dieci mesi, e la piantina si conserva ancora verde in casa nostra >>.

Capitolo XIX°

CONTINUA LA SUA PRESENZA TRA I FRATELLI IN CAMMINO

<<...... So bene che sei Santa ! E tu devi fare il miracolo devi risanare mio figlio.... >>.

Abbiamo appena visto come il Signore Gennaro Marino abbia sentito accanto a sé la Serva di Dio, nei momenti di bisogno. Ci sono anche altre persone che hanno dichiarato di avere costatato l'intervento divino, per l'intercessione della Serva di Dio. 1) SR. MARIA ALFONSA MORGILLO, a tal proposito, attesta: << Alcune postulanti, per cagione di salute, le ho portate avanti grazie alle preghiere di Sr. Concetta: io e loro, quando erano ammalate, ci raccomandavano a lei, ed il Signore ha fatto si che tutto andasse bene. Ed oggi queste fanno parte della nostra comunità. Inoltre, Madre Immacolata Cusani, allora badessa di questo Monastero, si ammalò con una polmonite, a cui spesso andava incontro: era forse la settima volta. Era anche malata di cuore, il che rendeva più difficile la guarigione. Venne il medico a visitarla e disse che aveva altre tre ore di vita. Io, nel sentire questo, corsi a cercare una figura del Volto Santo ed una fotografia di Sr. Concetta e gliela misi addosso. Facemmo, con l'ammalata, delle preghiere per la sua guarigione con tutta fede. IL caso era difficile, data la sua età avanzata. Era mezzogiorno; verso le tre tornò il medico il quale, con nostra somma consolazione, costatando l'immediato miglioramento, disse che il caso di morte era scongiurato. Allora la nostra devozione si accrebbe tra noi. Quando fu guarita completamente ritornò a lavorare per la casa del Signore. Ringraziammo il buon Dio di vederla in buona salute in mezzo a noi. IL dottore Giuseppe Izzo rilasciò il certificato con la sua firma, con quella dell'ammalata ed anche la mia che ero stata testimone >>. 2) AMORIELLO MARIANTONIA dice: <<..... Ho sempre considerato Sr. Concetta una santa ed a lei mi sono rivolta nelle mie necessità. Ho sperimentato l'efficacia delle sue preghiere presso Dio, in più di un'occasione. Mio figlio Giuseppe, nato dopo due mesi dalla morte del padre, all'età' di otto anni, uscendo dalla scuola, cadde e si fratturò il femore della gamba destra. Lo portammo d'urgenza all'ospedale degli Incurabili di Napoli, dove trascorsero otto giorni senza che gli facessero nessuna cura. Mi dicevano solo che l'intervento era delicato, perché si doveva unire l'osso con due anelli d'argento. Alla fine, stanca per questo disinteresse, firmai la cartella clinica e riportai mio figlio a casa. Decidemmo, quindi, di portarlo alla clinica " Villa Alba " di Montesarchio (BN), dove il bambino fu sottoposto ad intervento chirurgico ed ingessato fino al collo. Dopo un certo periodo di tempo gli fu tolto il gesso che andava dal collo alla vita; poi fu liberato il bacino, restando ingessato solo il femore. Erano trascorsi circa tre mesi dall'intervento chirurgico. Le mie preoccupazioni aumentavano di giorno in giorno perché tutti mi dicevano che la ferita, chiusa per tanto tempo, senza medicazioni, poteva andare in suppurazione ed il bambino rischiava di perdere la gamba. Mi rivolsi, quindi, a Sr. Concetta. L'occasione si presentò la sera del 9 marzo 1955, quando mi incontrai con P.Sossio, Passionista, il quale mi disse: " Sai che Sr. Concetta e' uscita intatta dalla bara? " Al che risposi:  " Sr. Concetta era veramente una santa ! "

Tomba della Serva di Dio nella cripta del Santuario.

 A questo punto intervenne un giovane, che era presente, dicendo: " Quante sciocchezze ! Una persona e' santa solo perché i suoi resti mortali escono intatti dalla bara ! " Rimasi male a quest'affermazione. Poi rivolgendomi a Sr. Concetta, dissi: " So bene che sei Santa ! E tu mi devi fare il miracolo: devi risanare mio figlio e devi spezzare anche l'ingessatura per farmi vedere la ferita guarita ". La mattina seguente, il bambino, svegliatosi, osservò l'ingessatura, aperta verticalmente e gridò: " Mamma vieni qua : si e' aperta l'ingessatura ". Corsi subito e commossa mi resi conto che Sr. Concetta mi aveva esaudita: la ferita era perfettamente guarita. Portai subito il bambino a Montesarchio dove il dottore, meravigliato, costatò quanto gli riferivo e disse che non era possibile che l'ingessatura potesse aprirsi da sola; era, quindi, anche per lui un fatto straordinario ! >>. 3) ROSINA STANZIONE, che ha sperimentato la protezione della Serva di Dio sia quando era in vita che dopo la sua morte, dice: <<.... In ogni mia necessità mi sono rivolta a Sr. Concetta per avere quell'aiuto e quel conforto che in vita non mi aveva mai negato. Era il 1955 quando mio marito fu costretto a subire un intervento chirurgico per ulcera allo stomaco. La prima sera, dopo l'operazione, gli restò accanto il fratello. Nella stessa stanza c'era Fucci Domenico, anch'egli di Airola, il quale, dopo la mezzanotte, disse a mio cognato che poteva andare a riposarsi un poco, perché avrebbe provveduto lui a sorvegliarlo. Ad un certo punto della notte, pero, mio marito si alzò e si tolse il sondino dal naso. Mentre camminava svenne e cadde per terra. Luigi si aggravò talmente che la notizia si sparse in un baleno in tutto il paese. La mattina seguente, molti parenti ed amici arrivarono prima di me all'ospedale. Io stessa mi resi conto della gravità in cui mio marito versava. Quando tornai a casa, sempre nell'attuale casa del Volto Santo, mi sedetti nel cortile, accanto alla fontana e piangendo, dicevo: " Sr. Concetta mia, hai sempre voluto bene a mio marito ed ora lo fai morire senza intervenire presso Dio ! " Improvvisamente ho visto Sr. Concetta che raccoglieva fiori, dove non erano piantati e li poneva sul suo braccio. Poi, rivolta a me, disse: " Non preoccuparti perché Luigi non guarisce, ma neppure muore ". Dopo aver detto queste parole scomparve. Nel momento in cui vidi Sr. Concetta, per me era tutto talmente naturale che non pensai ne' che potesse essere una visione ne' che Sr. Concetta fosse già morta. Quando poi la visione scomparve, mi resi conto dell'eccezionale privilegio che avevo avuto. IL giorno successivo, andai all'ospedale e costatai che realmente Luigi stava meglio e dopo un decorso post-operatorio regolare, fu dimesso. Ma, come aveva detto Sr. Concetta, la guarigione non era avvenuta del tutto perché dopo cinque o sei anni, incominciò ad avvertire nuovamente dolori allo stomaco. Rifece le radiografie da cui risultò, ancora una volta, ulcera allo stomaco. I medici gli consigliarono un nuovo intervento chirurgico. Io ero contraria, perché eravamo sotto i debiti per la casa che avevamo comprato. Invece mio marito non volle sentire ragioni e si ricoverò. Ancora una volta mi rivolsi a Sr. Concetta. All'ospedale, presso cui mio marito era ricoverato, ripetettero tutti gli accertamenti comprese le radiografie, ma grande fu la sorpresa quando queste dettero esito negativo. Pertanto i medici dissero a mio marito che egli aveva qualche santo per avvocato e lo dimisero. Da allora, infatti, e' sempre stato bene; anche se a volte avverte un po' di bruciore mangia, pero, tutto. Tra il 1958 / 59, il dottore Izzo mi praticò un'iniezione endovenosa. Tornata a casa, mi sedetti nel cortile e mangiavo tranquillamente pane e cipolla quando venne Sr. Speranza e mi disse: " Ma come, hai fatto un'iniezione endovenosa e mangi pane e cipolla ! " Io le risposi: " Questo mi manda il Signore e questo mi mangio ". Dopo poco tempo incominciai ad avvertire il dolore al braccio; lo guardai e mi accorsi che era gonfio. IL cielo divenne improvvisamente scuro ed arrivò anche la pioggia. Entrai in casa e mi misi sul lettino dei bambini. IL dolore aumentava sempre più. IL braccio non riuscivo più a muoverlo. Tutto il lato mi si bloccò. Verso le due, mentre piangevo per il dolore ed invocavo Sr. Concetta, questa mi apparve e, indicandomi l'acqua che si trovava ai piedi di una statua della Madonna, mi disse: " Fatti na bevuta e chest 'acqua e vidi cumme te siente quanne te scite ! ( Bevi di quest'acqua e vedi come ti senti quando ti svegli ! ) Io, guardando con timore e riverenza la statua della Madonna, come se avessi avuto vergogna, non mi decidevo a bere. Sr. Concetta ripeté l'invito tre volte ed alla terza bevvi. L'acqua era talmente fredda che mi scossi e mi mossi anche il braccio e da quel momento non sentii più niente. Mi alzai ed andai anche a mangiare. Vorrei tanto andare a Lourdes, per vedere se quella e' la stessa Madonna che io vidi ! Un altro fatto miracoloso, costatato e dichiarato anche dal dottore Falco di Airola, si e' verificato per mio Figlio Pasquale, nato il 22 / 6 / 1954. Quando questi nacque avevamo il contatore forfettario della luce; quindi la sera, al momento della nascita, non potemmo osservarlo nei minimi particolari. Ma la mattina seguente, con grande dolore, vidi che la gabbia toracica del bambino presentava una protuberanza ossea della lunghezza di circa 5 centimetri. Piangendo, mi rivolsi a Sr. Concetta dicendo: " Sr. Concetta mia, un figlio maschio il Signore mi ha mandato e me l'ha mandato anche col difetto ". Mamma sentendo i miei lamenti si avvicinò e costatò anche lei il fatto. Venne l'ostetrica e si meravigliò di non averlo visto la sera precedente. Chiamammo il dottore Falco, il quale disse che solo chirurgicamente poteva essere eliminato. Affrettammo il giorno del battesimo perché dovevamo sottoporlo ad intervento chirurgico..... Nel frattempo, io invocavo continuamente Sr. Concetta perché intervenisse presso Dio. Mettevo sulla parte irregolare la fotografia di Sr. Concetta e l'immagine del S. Volto di Gesu'. Ma tutte le volte che lo sfasciavo, restavo delusa, perché tutto era come prima. Piangendo ed invocando Sr. Concetta, dicevo: " Vedi che si bagnano le vostre fotografie, ma la grazia non me la fate ! ". Dopo il battesimo...... mentre sfasciavo il bambino, con grande gioia vidi che l'osso sporgente non c'era più ! Andammo subito dal medico, il quale ci fece pure il certificato. Dopo ottenuta la grazia, mi venne il dubbio se attribuirla a Sr. Concetta o a S. Maria Goretti, perché mi ero rivolta anche a lei. Ma la notte sognai Sr. Concetta che, con le braccia aperte, disse: " La grazia te l'ho ottenuta io ". L'ultima volta che Sr. Concetta e' venuta in mio soccorso in modo evidente, e' stato il 2 maggio 1982. Ero seduta dietro la vetrina di casa e facevo l'uncinetto. Ad un certo punto ho sentito una voce di donna che diceva: " Levati di la che ti va il sole negli occhi ". Mi girai e non vidi nessuno. Pensai che si trattasse della mia vicina di casa; perciò dissi: " Giovannina, entra ". Ma nessuno rispondeva. La voce ripetette l'invito. Allora mi alzai ed andai verso il tavolo che si trovava in mezzo alla casa. Fu a questo punto che sentii un gran rumore: un camion che trasportava cemento e' andato ad urtare contro il balcone e la porta di casa, buttandoli giù. Se fossi restata sul posto sarei stata investita. A quel rumore, istintivamente scappai dalla porta del cortile, ma subito caddi svenuta per la paura. Fui anche ricoverata, ma tutto tornò subito come prima. Ancora una volta Sr. Concetta si era fatta sentire accanto a noi con la sua voce provvidenziale >>. 4) La Signora RUGGIERO PASQUALINA ha ottenuto la guarigione del proprio bambino dopo che lo ha fatto sedere sulla sedia, su cui si sedette Gesu' presentandosi alla Serva di Dio sotto le vesti di un mendicante. Ecco quanto attesta: <<..... Dopo circa due mesi dalla nascita, al mio piccolo Giorgio fu riscontrata una fistola anale, da cui usciva pus ad intermittenza irregolare, cioè emetteva pus, si chiudeva per uno o due giorni per poi ricominciare. IL dottore Del Viscovo ci consigliò di portarlo all'ospedale Santobono di Napoli. All'età di tre anni circa, lo portai all'ospedale consigliatoci. Qui mi dissero che il bambino doveva essere ricoverato per l'intervento chirurgico, però a nessuno era consentito restare accanto agli ammalati. Avrei dovuto fare una scelta: o lasciare il bambino solo o riportarmelo a casa. Data l'età' del bambino, preferii riportarmelo. IL tempo passava, ma la malattia era sempre li senza nessuna variazione; mi pentii di non averlo fatto operare. Erano trascorsi circa tre anni quando decisi di portarlo al Volto Santo di Gesu' di via Monteoliveto, Airola, perché ottenessi la grazia della guarigione. Nella cappella c'era la sedia dove si era seduto Gesu' sotto le spoglie del povero e perciò volli che vi si sedesse il piccolo Giorgio. Pregai e feci pregare anche lui. IL Signore ci esaudì, perché a partire da quel giorno non c'e' più stata fuoriuscita di pus; la ferita si e' cicatrizzata ed il ragazzo non ha avvertito alcun disturbo >>. IL dottore Del Viscovo, in data 18 febbraio 1984, ha confermato l'avvenuta guarigione attestando: << Certifico che il piccolo Esposito Giorgio Gabriele e' spontaneamente guarito da fistola anale congenita >>.

Capitolo XX°

MESSAGGERA DEL PADRE CHE RIVELA IL VOLTO DEL FIGLIO

<<  Pregate ! Riparate ! Compensate ! ....... >>.

Gesu' e' nel Giordano, Giovanni Battista lo battezza e l'Eterno Padre dice: << Questi e' il mio Figlio Prediletto nel quale mi sono compiaciuto >>. ( Mat. 3,13 ).  Gesu' e' sul Tabor: e' la trasfigurazione. IL Padre Celeste ripete: << Questi e' il mio Figlio Prediletto, ascoltatelo >> ( Mat. 17,5 ) . Sono le 14 circa del 17 febbraio 1947, Maria Concetta e Sr. Speranza, davanti all'Immagine della SS.ma Trinità, ringraziano il Padre Celeste per il cibo che hanno appena preso, recitando il << Padre Nostro >> . Maria Concetta, assorta in preghiera, si immerge nell'Assoluto che, alle parole << sia fatta la tua volontà >>. E' la' che la Serva di Dio aveva posto l'Immagine del Volto della Sindone: L'Immagine del Lenzuolo tra le lenzuola. Sr. Speranza, ignara della presenza del Volto e di quanto stava accadendo, spinta da una forza soprannaturale, tra le tre casse presenti nella stanza, sceglie la giusta: apre e vede, tra le candide lenzuola, il Volto di Cristo che emanava sangue. IL Padre Celeste, con il miracolo del Sangue, ha detto: << Questi e' il mio Figlio Prediletto, L'Uomo del dolore per amore. Ascoltatelo ! Imitatelo ! >> E quando Maria Concetta, resasi conto di quanto di straordinario stava accadendo, chiede: << Parri, perché tutto questo sangue in casa nostra? >> Sr. Speranza, giustamente dice: << E' a te che il Signore ha parlato, chiediglielo >>. Maria Concetta, amante della Passione, vittima col Cristo Crocifisso, domanda: << Signore, perché tutto questo sangue in casa nostra? >> << Per farvi soffrire ! >> Cesu', alcuni giorni più tardi, dirà: << Quando sarete interrogate su quanto io ho operato con il mio Sangue e vi diranno che non e' opera del Signore, ma un delitto, operato da voi, che cosa risponderete? Negherete, per timore, ciò che io ho operato? Chiedilo alla mia figlia, Speranza, che cosa dice? >>. << No, Signore, sarò sempre costante a dire la verità, a costo la morte, voglio il sacrificio, voglio il Paradiso. Ti amo, o mio Dio, ti voglio dare tutto il mio cuore, sia tutto tuo e niente mio. La povera Sr. Speranza >>. E' per questa sua attestazione di fedeltà, probabilmente. e per quanto - in poco meno di 40 anni - ha fatto per il S. Volto, che il Signore permise alla sua Serva, il 20 febbraio 1939, di vedere Sr. Speranza asciugare il Volto di Gesu', che chiedeva compensazione per questo Sangue versato. Tutto questo, otto anni prima della manifestazione visibile e tangibile del 1947. Ciò lo riveliamo dall'11° quaderno: << Gesu', dopo la S, Messa, mi ha mostrato la sua S. Croce, grossa e pesante, e mi ha detto: Figliuola mia, tu dici che la tua croce e' pesante, ma non può mai essere simile alla mia ". Improvvisamente ho visto Gesu' e la sua Croce, ricoperti di Sangue.

Maria Concetta con l'Immagine del Volto di Gesu' che ha versato Sangue, mentre Suor Speranza offre i fiori

Poi rivolgendosi a me ed alla Suora, ha detto: " Questo e' tutto il mio Sangue che ho versato per voi e per i peccatori. E voi quando vi deciderete a compensarlo? " Ho visto la Suora fare ciò che fece S. Veronica: piangendo e chiedendo perdono, per sé e per i peccatori, ha asciugato il Volto di Gesu'. Gesu' ci ha poi detto di non stancarci mai di dire: " ( Quanto t'amo ) o Croce Santa, Croce Preziosa che ti sei impossessata del mio Maestro, del mio Caro Sposo..... " Poi ha aggiunto: " Ecco il Calvario che si e' formato nella vostra cella; là mi adorerete " >>. Dunque il Volto del Cristo e del Cristo sofferente ha la funzione di farci sprofondare nel suo grande dolore, per meglio capire l'immenso amore che Dio nutre per noi. Questo Volto Santissimo ha fatto gridare Santa Teresa del Bambino Gesu' del Volto Santo: << Gesu' brucia d'amore per noi.... guarda il suo Volto adorabile..... guarda i suoi occhi spenti ed abbassati..... guarda le sue piaghe..... guarda Gesu' nel suo Volto..... Dal suo Volto traspare tutto il suo amore per noi >>. Questo Volto meraviglioso ha fatto esclamare Paul Claudel: << E' Lui ! E' il suo Volto ! .... Qui abbiamo la bontà - egli ha detto - la misericordia, la serenità, la dolcezza, la maestà, l'armonia che chiedevamo; qui abbiamo la presenza..... sebbene abbia gli occhi socchiusi. Non si e' mai visto un volto di un morto cosi ricco di vita, forse perché la sua morte era fonte della nostra vita..... Signore, permettimi di dire che hai scelto molto bene il tuo momento: non avevamo mai avuto tanto bisogno di te >>. IL Signore, sempre sollecito e prodigo verso i suoi figli, ha esaudito il desiderio dell'uomo del XX° secolo, facendogli contemplare il suo Volto Santo. La liturgia dei nostri giorni, molto spesso, ci fa implorare: << Mostraci il tuo Volto, o Signore >>.  Siamo stati esauditi: Gesu' ci ha lasciato il suo Volto sfigurato per le nostre nequizie. Avrebbe potuto lasciarci il Volto del Tabor, per farci intravedere il Paradiso, invece ci ha lasciato il Volto del Golgota per suggerirci la pedagogia della Croce: << Per crucem ad lucem >> . E Gesu', con il suo Preziosissimo Sangue, sgorgato dal suo Volto Divino, ha voluto richiamarci ad una realtà su cui troppo poco ci soffermiamo: l'amore misericordioso di Dio, l'amore misericordioso del Dio Trino che ci vuole tutti salvi. E' il richiamo accorato del Padre, perché l'uomo abbandoni la via dell'egoismo, dell'edonismo, la via delle tenebre per riprendere la marcia verso il Cielo, illuminati dalla presenza del Cristo: << Illumina Vultum tuum super nos >> . Tutto questo, allora, attraverso la pedagogia della croce. A Maria Concetta e a Sr. Speranza, infatti, Gesu' ha ripetuto tre volte: << L'ho versato per farvi soffrire >>. Per farvi soffrire, non avendo per fine il perfido sadismo dell'uomo contro l'uomo, ma per compatire col Cristo, onde salvare noi stessi ed i nostri fratelli e dire con S. Paolo: << Con le mie sofferenze completo in me ciò che Cristo soffre a vantaggio del suo corpo, cioè della Chiesa >>. Questa e' la volontà esplicitamente manifestata da Gesu', perché alla domanda della sua Serva: << Per chi l'hai versato? >> Gesu' ha risposto: << Per i Sacerdoti e per i peccatori Pregate ! Riparate ! Compensate ! >> E' il richiamo di Lourdes, prima, e di Fatima, poi: >> Non ti prometto felicità su questa terra, ma nel Cielo >> ; << Badate che molte, molte anime vanno all'inferno, perché non c'e' chi preghi e chi sacrifichi per loro >> . Questo pressante appello, Gesu' lo ripete a Maria Concetta in un giorno particolare: il lunedì di carnevale. E' la vigilia di quel giorno Gesu', altrove ed in tempi diversi, ha chiesto che fosse dedicato al suo Volto Santo: il martedì di carnevale. Siamo andati, perciò alla ricerca di questi segni comuni, onde capire meglio il Messaggio del Volto di Gesu', manifestatosi ad Airola, e proporli alla Santa Madre Chiesa perché, come dice S. Paolo, li esamini attentamente per capire ciò che viene da Dio e rispondere ai suoi appelli. IL 20 febbraio 1939 - come abbiamo già visto - Gesu' mostra alle due Suore il suo Volto insanguinato e Sr. Speranza lo asciuga, dopo che Egli aveva chiesto compensazione. IL 23 maggio 1938, Gesu', con il Volto insanguinato, appare all'Apostola del Volto Santo, Madre Maria Pierina De Micheli, dell'Istituto delle Figlie dell'Immacolata Concezione, per dirle: << Mia diletta, ti rinnovo l'offerta del mio Santo Volto perché l'offri incessantemente all'Eterno Padre; con questa offerta otterrai la salvezza e la santificazione di tante anime. Quando poi l'offrirai per i Sacerdoti, si opereranno meraviglie >> . Ed ancora, il 27 giugno dello stesso anno: << Contempla il mio Volto e penetrerai gli abissi di dolore del mio Cuore. Consolami, e cerca anime che s'immolino con me, per la salvezza del mondo >> . IL 21 novembre 1938, durante l'adorazione notturna, Gesu' si mostra ancora grondante di sangue a Madre Maria Pierina e con tristezza le dice: << Vedi come soffro? Eppure da pochi sono compreso. Quante ingratitudini anche da parte di quelli che dicono di amarmi ! HO DATO IL MIO CUORE COME OGGETTO SENSIBILE DEL MIO GRANDE AMORE PER GLI UOMINI, E DO IL MIO VOLTO COME OGGETTO SENSIBILE DEL MIO DOLORE PER I PECCATI DEGLI UOMINI E VOGLIO CHE SIA ONORATO CON UNA FESTA PARTICOLARE NEL MARTEDÌ DI QUINQUAGESIMA, FESTA PRECEDUTA DA UNA NOVENA IN CUI TUTTI I FEDELI RIPARINO CON ME, UNENDOSI ALLA PARTECIPAZIONE DEL MIO DOLORE >> . IL 10 luglio scrive ancora: << Questa notte mi disse Gesu': " Vuoi partecipare all'agonia del mio Spirito nel Getsemani per i peccati di tante anime religiose?...... << Si, o Gesu, risposi, e all'istante fui oppressa da tanta pena, tedio, martirio interno, che solo la grazia da' forza di sopportare. Ma la sofferenza di Gesu' non e' paragonabile a quanto può sopportare una creatura. Come oserò io di rifiutare a Gesu' qualche cosa? Come non penserò a consolare il suo Cuore, per le mie e le altrui ingratitudini? >> . L'esame attento e minuzioso di questi appelli ci consente di incominciare a comprendere la risposta di Gesu', data a Maria Concetta: << L'ho versato per i Sacerdoti e per i peccatori. Pregate ! Riparate ! Compensate ! Ma capiremo meglio l'accomunamento dei << Sacerdoti e peccatori >> se riflettiamo, su quanto Gesu' rivelò a Madre Maria Pierina, i primi di Febbraio 1941: << Questa mattina, quando Gesu' fu nel mio cuore, mi parve di vedere come una estesa pianura e in essa una moltitudine di Sacerdoti, divisi in tre parti distinte. Una di queste parti mandava una luce vivissima che illuminava a distanza. L'altra, la più numerosa, spargeva intorno a sé un bagliore di fuoco; la terza era tenebre. Gesu' era presente. Rivolto alla parte illuminata: " Questi - disse - sono i sacerdoti secondo il mio Cuore ". Di fronte al secondo gruppo cambio aspetto e : " Questi - disse - non sono in mia disgrazia, ma per amore al piacere, all'onore, al denaro, ai comodi, non corrispondono alla santità della loro vocazione ", e due grosse lacrime gli solcarono il Volto, dal quale traspariva tanta tristezza. " Quelli avvolti nelle tenebre sono i sacerdoti che celebrano sacrilegamente " e scoppiò in pianto. Io sentivo nell'animo il dolore e la tristezza di Gesu' in modo si intenso che anche il fisico ne risentiva. " O Gesu', che vuoi che io faccia per consolarti, parla, non lasciarmi cosi, io non ti voglio vedere in tanta pena..... " " PREGA, SOFFRI, IMMOLATI ", sentii rispondermi >> << PREGA, SOFFRI, IMMOLATI >> non corrisponde, forse, a << PREGATE, RIPARATE, COMPENSATE >>, che Gesu' ha chiesto a Maria Concetta e a Sr. Speranza? Si, e' la pedagogia della croce, che in tempi coincidenti, in parte, ma in luoghi diversi, le tre accettano. Ecco perché, tra gli scritti di Madre Maria Pierina e di Sr. Concetta e Sr. Speranza, c'e' un substrato comune: Getsemani, Calvario, Croce, Sangue, Abbandono, Riparazione, Compensazione. Gesu', nel 1936, chiede a Madre Maria Pierina: << Voglio che il mio Volto, il quale riflette le intime pene del mio animo, il dolore e l'amore del mio Cuore, sia più onorato. Chi mi contempla mi consola >>. Ed il primo martedì  del 1937, Gesu' istruisce Madre Maria Pierina sulla devozione al Santo Volto, dicendo: << Potrebbe essere che alcune anime temano che la devozione ed il culto al mio Santo Volto diminuiscano quella del mio Cuore. Di' loro che, al contrario, sarà completata ed aumentata. Contemplando il mio Volto le anime parteciperanno alle mie pene, sentiranno il bisogno di amare e di riparare. Non e' forse questa la vera devozione al mio Cuore? >>. Se il Volto di Cristo del Golgota invita alla compassione del suo dolore per amare maggiormente, riparando e compensando, questa devozione mira all'unita' dei fratelli, unità che oggi e' sentita come non mai. IL Vescovo Ilario Roatta, nella sua omelia, tenuta in occasione del trasporto dei resti mortali della Serva di Dio, Maria Concetta, nel Santuario del Santo Volto, tra l'altro, disse: <<.... 25 gennaio: La Chiesa e tutto il mondo cristiano e' in preghiera perché si compia il voto di Cristo " ut unum sint ". IL Papa e' diventato il grande pellegrino e l'apostolo instancabile di questa unità.

Lapide ricordo dell'erezione del Santuario

Questo piccolo Santuario del Santo Volto e' pure un Santuario per L'Unita', fin da principio. L'Unita' della Chiesa, che e' il Corpo mistico di Cristo, si fa soltanto il Lui, guardando il suo Volto....... >>. Ai piedi del Volto Santo di Gesu', le due, con P. Bonaventura, il 12 / 9 / 1947, recitano una preghiera per L'Unita'. Questa stessa preghiera venne trascritta dietro l'Immagine del Santo Volto, che Sr. Speranza consegnò nelle mani del Santo Padre Giovanni XXIII°, il 16 febbraio del 1959, in occasione dell'Udienza concessa ai << Cultori mondiali della S. Sindone >>. Fu allora che Sr. Speranza perorò la causa del Santo Volto e Papa Giovanni rispose: << Bene, bene; brava, brava >>. E' questa l'opera di cui parla Gesu' alla sua Serva? E' probabile. Ma veniamo a quanto troviamo nel 27° quaderno: <<.... Una luce usciva dall'armadio, dove era riposta L'Immagine del Volto di Gesu', tre volte insanguinato. Improvvisamente si spalanca la porta dell'armadio e dall'urna parte una luce come il sole, però a metà. Gesu' dice: " Questa e' l'opera ( del mio Volto Santo ) però non e' ancora completa. Quando sarà completa, la luce risplenderà più del sole " >>. Davanti a Gesu', davanti al Volto Santo insanguinato, la Serva di Dio rinnova ancora una volta il voto di vittima. E' il 18 febbraio 1950: << E' arrivata la lettera del nostro Direttore e fratellino, con l'offerta di vittima per tutti i peccatori del mondo. L'offerta l'abbiamo fatta ai piedi di Gesu', tre volte insanguinato. Gesu' e' contento. Egli ha chiesto a Sr. Concetta: " Tu accetti, con il cuore, il calice che ho preparato per te e per la mia figliuola....? Se mi dici di si, io domani, 19, la presenterò alla Santa comunione ". << Si, Signore - risponde Maria Concetta, alla presenza di Sr. Speranza - ciò che dico io lo dice anche la mia Parrina..... vittima io per tutto il mondo, con la vostra forza e rassegnazione. Cosi ti dico per parrina.... >>. << IL calice sta nell'Orto degli Ulivi - dice Gesu' - le tue sofferenze sono di un modo, quelle della mia figliuola di un altro.... >>

Interno del Santuario

E' l'offerta volontaria che la Serva di Dio presenta perché tutti gli uomini facciano convergere sul Volto9 di Gesu' il proprio cuore, la propria mente, le proprie energie affinché venga presto, sulla terra il Regno di Cristo, che e' Regno di giustizia, di amore, di pace. Con la  << Grande Promessa >>, Gesu' invitava gli uomini alla Riparazione delle offese fatte al suo Sacro Cuore, promettendo, a chi l'avesse fatto, la salvezza eterna. Con il culto al Santo Volto, Gesu' ci invita al cammino verso il suo Regno, non come singoli, ma come Corpo Mistico, perché questo cammino diventi comunitario e potremmo dire con Gesu': << AFFINCHE' TUTTI SIANO UNO COME TU SEI IN ME ED IO IN TE, O PADRE, E L'AMORE COL QUALE MI HAI AMATO SIA IN ESSI ED IO IN LORO >>.

CONCLUSIONE

Cio' che colpisce maggiormente di Maria Concetta, leggendo i quaderni ed ascoltando le testimonianze di chi l'ha conosciuta, e' il cuore grande: e' un cuore che palpita, senza sosta, per il Creatore e le sue creature. Sono emblematiche le parole di Sr. Angelica, clarissa del Monastero di Airola, e di Titina Ferrara, di Napoli. La prima dice: <<.... Lei era molto generosa, voleva sempre dare e donare..... >>. Titina Ferrara: <<.... Con tutti usava tanta carità. Ella era sempre per spogliarsi di tutto per dare agli altri, tanto che, a volte, le mancava il necessario. Mostrava tanta gioia nel vedere gli altri contenti..... >>. Insomma per chi scrive, che ha avuto modo di trarre un giudizio, attraverso il << Diario >> e le varie testimonianze, la Serva di Dio era << Felice quando vedeva o rendeva gli altri felici nel Signore >>. Questa sublime aspirazione giustifica il suo donarsi, senza riserva, a Dio ed ai fratelli. Ella ha vissuto, perciò, la Passione di Gesu' con Gesu', per consolarlo ed implorare la Divina Misericordia sulla Chiesa Purgante e Militante. Non e' forse questo il Messaggio del Santo Volto, Messaggio che il Signore, a sei anni dalla morte della sua Serva, ha accompagnato con un miracolo? Questo miracolo, probabilmente, ha suggellato il volere di Gesu', manifestatosi a Milano e ad Airola. Per chi ha avuto l'opportunità' di leggere il << Diario >> di Madre Maria Pierina e quello di Sr. Concetta, ha colto la presenza di un unico disegno divino: << Stare vicino a Gesu', amandolo e soffrendo con Lui, a vantaggio dei fratelli dimentichi, ingrati, peccatori >>. IL Messaggio del Volto di Gesu' e' una conferma di questo Disegno comune. Madre Maria Pierina - accogliendo la richiesta di Gesu' e di Maria Immacolata - vuole ardentemente la diffusione di questo Messaggio e ne fa esplicita richiesta al S. Padre, nell'udienza del 7 gennaio 1942: <<.... Questa mattina sono andata in udienza dal S. Padre, il dolce Cristo in terra ! IL nemico ha fatto di tutto per impedirmi di partire, ma e' rimasto scornato. Le baciai ripetutamente la mano mentre prendevo animo a parlare. Esposi brevemente il desiderio di Gesu', che il suo S. Volto sia onorato, e la necessità in questi tempi di dare alle anime con questa devozione, un mezzo prezioso per santificare il dolore, e perché la fede trionfi nei cuori. Esposi l'idea di fare qualche cosa per diffondere questa devozione, e chiesi a ciò una particolare benedizione, alle intenzioni, opere, persone, che si adopereranno a questo scopo. IL Santo Padre ascoltò con interesse e disse: " molto bene molto bene ". Gli parlai della diffusione della medaglia, e ne fu contento. Aggiunsi: S. Padre, se permettete Vi ricordo quanto Vi scrissi lo scorso anno, in merito alla festa del Santo Volto il Martedì di Quinquagesima; e il S. Padre mi rispose: " Si, figlia, piano piano " >>. Sei anni più tardi e cioè il 10 gennaio 1948, IL Santo Padre ebbe tra le sue mani un'accurata testimonianza circa Sr. Concetta ed il Volto Santo. Lo testimonia il Giornalista, Pier Marino Frascone, con un articolo, apparso sul quotidiano << IL Tempo >>, del 18 - 2 - 1948, il cui titolo e' << Un messaggio celeste a Papa Pio XII? >>. In quest'articolo, egli, tra l'altro, dice: <<.... Una di queste immagini, riproducenti su carta la figura della testa di Gesu' Cristo della S. Sindone, ha sudato Sangue tre volte, bagnando tutte le pagine di un quaderno nel quale era riposta. Avvolta in candidi pannolini, li ha ugualmente intrisi di sangue formando una nuova impressione della S. Sindone. Tali Immagini sono numerosissime. Quattordici ne sono state consegnate al Papa Pio XII, insieme a un'esauriente relazione..... >>. Anche P. Tommaso Tatangelo, nel suo libro >> Anima espiatrice >>, parla di questa comunicazione al S. Padre: << Di queste emissioni di sangue, verificatesi parecchie volte nell'abitazione dell'umile Serva del Signore, il 10 gennaio 1948 fu fatta ampia relazione al Sommo Pontefice, al quale ne furono inviati quattordici esemplari. A questo scopo fu preziosa la collaborazione del Maestro di Camera di Sua Santita', Mons. Alberto Arborio Mella di S. Elia, il quale prese l'impegno di far collocare il plico sullo scrittoio del Papa, dove il Santo Padre, rientrando, l'avrebbe trovato quella sera stessa. IL delicato compito era stato preparato con attenzione ed eseguito con accortezza, ed il giorno seguente una telefonata all'Ecc.mo Maestro di Camera, ne assicurava il pieno successo..... >>. IL Papa, dunque, ebbe la conferma di quanto Gesu' aveva chiesto a Madre Maria Pierina. Tuttavia, dati i tempi di continue apparizioni e visioni, non era facile discernere le vere dalle false. Oggi, a distanza di 40 anni, e' più semplice analizzarle facendo riferimento alle persone, che hanno avuto parte attiva in questo Messaggio. Mons. Gilla Vincenzo Gremigni, Vescovo di Novara, nella presentazione al libro di Sr. Maria Ildefonsa Rigamonti, sulla vita di Madre Maria Pierina De Micheli, dal titolo << Missionaria Del Volto Santo >>. tra l'altro, dice: <<.... sulla bilancia dell'Altissimo Val più un'oncia d'amore che tutte le tonnellate d'odio dell'iniquità' umana: fortunatamente. E' questo il motivo per cui il Signore non annienta la stupida superbia degli uomini, la tollera, la perdona, ed aspetta, misericordioso all'infinito. Ma c'e' sempre e ci deve essere essere chi paga. Ha pagato Lui per tutti, d'accordo; ma Egli vuole che qualcuno Gli sia accanto nell'offrire e nel soffrire....... Ha bisogno, per stabilire l'equilibrio, per abbandonare ancora più misericordia, di trovare chi si unisca a Gesu' redentore e riparatore. Non e' giusto, non e' logico, non e' neppure umano che il Figlio di Dio, che si sacrifica per gli uomini, sia lasciato solo dagli uomini..... Una notte disse: " Vuoi partecipare all'agonia del mio Spirito nel Getsemani? " " Si, o Gesu', risposi..... " La storia di Sr. Maria Pierina De Micheli e' tutta qui >>. Mons. Ilario Roatta, Vescovo del tempo di Sant'Agata dei Goti, in occasione del trasporto dei resti mortali di Maria Concetta Pantusa nel Santuario del Santo Volto, tra l'altro, disse, << Concetta ha incontrato il Signore Gesu' nella partecipazione alla sua Passione. Sappiamo che il Signore Gesu' ha associato Concetta alla sua Passione. E' stato uno degli aspetti più significativi e misteriosi della sua vita. Essa ha vissuto spesso i dolori di Cristo. Ciò merita particolare attenzione e meditazione. Dobbiamo accogliere con diligenza le descrizioni che ne fa Sr. Speranza. Cristo Gesu' ha vissuto in questa casa la sua Passione per i peccati del mondo, e l'ha rivissuta nel membro del suo Corpo, Concetta Pantusa >>. Per il Messaggio del Santo Volto, a Madre Maria Pierina ed a Sr. Concetta, si associa Sr. Speranza. Costei, in 40 anni, oltre a diffondere questo Messaggio, lo ha accolto subendone le conseguenze. Ella ha riparato e compensato con le sofferenze fisiche, ma sopratutto con quelle morali: mormorazioni, insulti, calunnie. E' Gesu' stesso a rivelarlo alla sua Serva, Maria Concetta, il 10 luglio 1941: << Durante la S. Messa ho pregato per i peccatori e per la pace, ho pregato anche per Sr. Speranza affinché il Signore la liberi dal martirio di cui Egli stesso ed alcuni Santi hanno spesso parlato. Gesu' dice: " Le ho destinato di essere la santa nascosta e morire martire; ma non crederti che il martirio si ha solo con la spada o con la scure: il suo martirio e' lungo e' lento " >>. Se andiamo ad analizzare il documento con il quale il Vescovo Ilario Roatta, le intimava la consegna del S. Volto di Gesu', si capisce meglio questa profezia. IL 6 gennaio 1961, il Vescovo scriveva a Mons. Correra in questi termini: << Rev.mo Mons. Correra, colla presente le affido l'incarico di recarsi in Airola, accompagnato dal can. Perrotta in qualità di segretario, e di entrare nella residenza della nominata Suor Speranza. Colà giunto chiederà che le venga presentato il quadro del Sacro Volto di Gesu', su cui sono disegnate le macchie di sangue; Ella lo avvolgerà con la carta e lo terrà per portarlo qui in Vescovado. Ciò fatto leggerà a Sr. Speranza ( cosi detta) la lettera che le unisco, ordinando che venga eseguito al più presto: in ogni caso non oltre il giorno 15 del corrente mese. Aggiungerà che del provvedimento sono informate anche le autorità civili. Ringrazio e benedico. IL Canonico Perrotta redigerà verbale dell'operazione. Ilario Roatta Vescovo >>. IL verbale, redatto dal Can. Perrotta, e' il seguente: << Oggi 13 gennaio 1961, alle ore 12 ci siamo recati in casa dove abita la cosi detta " Sr. Speranza ", per procedere all'incarico affidatoci da Sua Eccellenza Ilario Roatta, Vescovo della nostra diocesi. Appena giunti abbiamo chiesto che ci venisse presentato il quadro del S. Volto di Gesu', su cui sono disegnate macchie di sangue. Detto quadro l'abbiamo avvolto con carta per portarlo in Vescovado. Dopo di che abbiamo letto la lettera a lei personalmente indirizzata dallo stesso Eccellentissimo Mons. Vescovo e consegnata personalmente dal Rev.mo Mons. Correra alla suddetta, la quale non ha trovato nulla in contrario alla sostanza della lettera. Fa notare - con preghiera - che uscendo solo per servizio divino di ritenere - per tale occasione - l'abito religioso. Letto e sottoscritto.           Firmato: Mons. Correra Sr. Speranza ( Elena ) Pettinato Airola, 13 gennaio 1961 d. Perrotta >>.

IL Vescovo non si limitò ad ordinare alla << cosi detta >> Sr. Speranza, la consegna dell'immagine del S. Volto di Gesu', ma la diffidò a non uscire in pubblico con l'abito religioso e di sciogliere la comunità che si riuniva in casa sua. Dall'esecuzione di tale disposizione fu incaricato il maresciallo dei carabinieri, dopo che questa diffida era stata notificata per conoscenza e competenza, alle seguenti autorità: Sindaco di Airola; P. Provinciale dei Frati Minori, Benevento; P. Agostino Giordano, O. P. Parroco SS. Rosario, Avellino; Padre Commissario Santo Offizio, Roma; Questore di Benevento. Inoltre l'espressione << S. Volto di Gesu', su cui sono disegnate macchie di sangue >>, presente sia nella lettera del Vescovo, che nel verbale, sta ad indicare la convinzione delle autorità religiose nell'intervento umano dell'immagine. Non c'e' da meravigliarsi, se si pensa a quanto Gesu' aveva predetto il 17 ottobre 1947, 46° compleanno di Sr. Speranza. <<..... Dice Gesu' che quando verrà rivelato il suo Sangue, che Egli ha versato in casa nostra, non sarà ne' stimato, ne' creduto da nessuno, perché lo giudicheranno un delitto che noi abbiamo commesso contro di Lui.... >>. Quante umiliazioni ! Quante sofferenze ! E' lo stesso Vescovo, Mons. Ilario Roatta, a riconoscerlo tredici anni più tardi. E' vero che S. Eccellenza Mons. Ilario Roatta rivedrà tutto soltanto tredici anni dopo, quando riconsegnerà il S. Volto a Sr. Speranza e consentirà la custodia di Gesu' Eucaristico, il 25 gennaio 1974, dopo aver concelebrato la S. Messa con P. Gabriele Roschini e P. Bonaventura Martignetti. E' vero anche, però, che dopo circa tre mesi, il suo atteggiamento sarà meno intransigente sull'abito religioso. Ecco la sua lettera inviata a Sr. Speranza: << Alla Sign. Sorella Speranza - Airola. In seguito al provvedimento di chiusura della comunità che si riuniva in casa sua, poiché e' stato accettato con umiltà l'ordine del Vescovo, le permetto in via provvisoria e fino a nuovo ordine di poter uscire e frequentare le chiese con il suo consueto abito di foggia religiosa. Benedico ed auguro buona Pasqua  F.to Ilario Roatta Vescovo 23 / 3 / 1961

Sulla scena della consegna del S. Volto nelle mani di Mons. Correra, da parte di Sr. Speranza, la Serva di Dio, l'11 febbraio 1948 ebbe una visione diabolica. Ecco quanto ella dice:  <<..... In una giornata sono scesa nel portone per servizi: IL Vescovo con il segretario ed un cardinale. Mentre tentavano di consegnarmi una carta, questi hanno detto: " Siamo autorizzati a prendere il tuo Gesu'. Prendi il documento che ti e' stato mandato ". Io sono restata, per un istante, perplessa. Poi subito mi sono rinfrancata ed ho detto: " Chiunque voi siate, andate da Sr. Speranza, rivolgetevi a lei ". Essi hanno insistito: " No vogliamo te, non Sr. Speranza ". Allora ho detto loro di farsi il segno della croce e di recitare l'Ave Maria. Questi si sono rifiutati. Hanno fatto un forte rumore con i loro vestiti, la mitra e' diventata una pentola scassata e sono spariti " >>. L'oro va provato nel crogiolo; e Sr. Speranza, per questo Sangue, e' stata provata con ogni mezzo. IL Signore aveva promesso alle due, completo abbandono, << montagne tempestose >>, ma aveva anche promesso la gloria dopo la morte. Noi non intendiamo affatto prevenire il giudizio della S. Madre Chiesa, ma pensiamo che sia stato cosi, perché proprio la morte delle due Suore confermano la presenza di Dio in ciò che Maria Concetta ha detto e fatto. Gesu' aveva dato alla sua Serva la facoltà di scegliere il giorno della settimana in cui ella avrebbe desiderato morire. Questa facoltà, il Signore l'aveva allargata anche a Sr. Speranza..... L'attuazione di questa scelta e' stata come il suggello della presenza del Signore. A gloria di Dio e per contribuire alla realizzazione della sua Santa Volontà, riportiamo la testimonianza di chi scrive sulla morte di Sr. Speranza: <<..... Qualche anno prima che Sr. Speranza morisse, ricordandole il privilegio della scelta del giorno della morte, alla presenza di Teresa Ricciardi, le chiesi: " Sr. Concetta ha scelto il venerdì, voi quale giorno sceglieste? " Sr. Speranza, timidamente, rispose, " Sabato " Conosciuto il suo desiderio, nacque e si consolidò in me il convincimento che Sr. Speranza sarebbe morta di sabato. Tuttavia, poiché le condizioni di salute peggiorarono nel mese di febbraio, pensai alla possibilità che la sua anima volasse al Padre in uno di questi giorni: 17,28 febbraio o 4 marzo, che ricordando il miracolo del S. Volto. Passarono il 17 ed il 28: Sr. Speranza soffriva e pregava; pregava e soffriva. Sabato, 2 marzo, Sr. Speranza stava veramente male; perciò tornai nuovamente con il pensiero al sabato. Quel giorno lo trascorsi al suo capezzale. In mattinata, P. Bernardino Cennamo pensò di celebrare la S. Messa accanto al suo letto. Sr. Speranza, al sacrificio di Cristo, univa il sacrificio delle sue atroci sofferenze. La partecipazione alla S. Messa fu completa: rispondeva con affanno, ma rispondeva senza risparmiarsi. Durante la celebrazione giunse il medico, il quale, alla fine della Messa, espresse la sua ammirazione per la vitalità con cui aveva partecipato alla S. Messa, aggiungendo, dopo averla visitata, che il cuore era ancora forte. Le sofferenze aumentavano col passar del tempo. Nel pomeriggio, di tanto in tanto, diceva " Basta Gesu' ! Basta San Giuseppe ! " Tuttavia la prognosi del medico ed il polso, che molto spesso andavo a controllare e che si presentava ritmico e privo di ipotonia, mi fecero pensare al 4 marzo, anniversario della terza effusione di sangue.

Veduta esterna del Santuario

Decisi, allora, di tornare a Benevento, dive avevo un impegno in Parrocchia. Avevo pensato da uomo, che spesso muta le decisioni a seconda le necessita e le circostanze. Ben altra e' la logica di Dio ! Lasciai la cara inferma alle ore 18 circa. Dopo la riunione col gruppo di famiglia, in Parrocchia, mia moglie ed io facemmo ritorno a casa. Salendo le scale, sentii che in casa, ove non c'era alcuno, squillava il telefono. IL mio pensiero andò  subito a Sr. Speranza. Nel fare l'ultima rampa di scala, correndo, dissi a mia moglie: " E' morta Sr. Speranza ! " Dall'altra parte dell'apparecchio, infatti, era Franca Nigro che mi dava la notizia: " Antonio, e' morta Speranza ! " Furono momenti di dolore per il distacco da una persona da me stimata ed amata, con cuore di figlio; ma furono anche momenti di gioia per il segno che Dio ci dava della sua presenza, presenza che si estrinsecava attraverso la morte in cui solo Lui può intervenire ! >>. Iddio, infatti, aveva combinato cosi bene le cose da escludere la casualità anche per il peggiore malpensante. Sr. Speranza sceglie di morire di sabato e non muore in un sabato qualsiasi, visto che di sabati, in un anno, ve ne sono 52: muore in un sabato di Quaresima; come Maria Concetta - che aveva scelto il venerdì - muore il venerdì di Passione. Sr. Speranza, che e' stata l'Apostola del S. Volto, muore in un sabato, vigilia di una Domenica particolare: la Domenica della Trasfigurazione del Volto di Cristo. In questo giorno, mentre il corpo si Sr. Speranza era lì, immobile, nel Santuario del S. Volto ai piedi di Gesu' Eucaristico ed accanto alla fotografia del Corpo di Cristo della Sindone, l'anima contemplava, sul Tabor Celeste, il Volto del Cristo trionfante. Queste sono combinazioni che ci parlano manifestamente di Dio, promotore delle vicende che le due umili creature hanno vissuto. C'e' un altro elemento che fa parte di questa combinazione, non certamente umana, ne' casuale: il lunedì, 4 marzo, giorno dei funerali di Sr. Speranza, ricorreva l'anniversario della terza effusione del Sangue del Volto di Cristo. E la terza effusione tocca direttamente Sr. Speranza, perché con questa effusione, Gesu' ha lasciato impresso il suo Volto sul quaderno che le apparteneva e del quale ella diceva: << L'avevo conservato per me per scrivere qualcosa, ma non e' stato possibile >>. La sua semplicità non le faceva capire il grande dono che Gesu' le aveva fatto; non aveva scritto lei, ma a lei si era sostituito Gesu', lasciandole impresso il suo Volto, segnato a carattere di sangue. Dunque questi tre elementi: Sabato, Trasfigurazione del Tabor e terza effusione di Sangue, che ricordano la dipartita di Sr. Speranza, non si sono mai combinati dal 1942, ne' si combineranno fino al 1993 e forse oltre ! Sono segni e noi, come tali, li prendiamo e li proponiamo. Maria Concetta, in tutta questa vicenda, e' stata la protagonista. E' stata lei l'unica veggente: Sr. Speranza lo teneva sempre a precisare. Ella, che del S. Volto non e' stata soltanto la Messaggera, ma colei che, per tutta la vita, ha vissuto ciò che esprime questo Volto: il profondo dolore di Cristo cioè tutta la sua Passione, si e' incontrata col Volto trionfante del Cristo, il Venerdì di Passione ! Maria Concetta, dunque, ha vissuto la Passione col Cristo e poi, col Cristo trionfante sulla morte, trionfa. IL Calvario, allora, deve precedere il Tabor ! Sempre cosi: Non c'e' Tabor senza Calvario ! Dobbiamo morire tutti col Cristo, per risorgere con Lui, nella casa del Padre.

PREGHIERA

O Gesu', Figlio di Dio, Ti sei incarnato, sei vissuto e morto, e sei risorto per amore. E per amore sei restato in Corpo, Sangue, Anima, e Divinità in tutti i Tabernacoli del mondo. Per amore hai voluto che un bianco Lino, in cui fosti avvolto dopo morto, trasmettesse a tutti gli uomini la tua Immagine, che ci parla della tua Passione. Tu, che non hai voluto lasciarci l'Immagine luminosa del Tabor, ma quella martoriata per i nostri peccati, fa' che il neorealismo dell'uomo moderno approdi a questa grandissima realtà, quale e' la Santa Sindone, che ci suggerisce: Amore ! Amore ! per il Creatore e per i suoi figli, nostri fratelli. Tu vuoi che questa tua Immagine sia un continuo richiamo alla Preghiera, alla Riparazione ed alla Compensazione, come Tu Stesso, o Gesu', dicesti alla tua Serva, Maria Concetta Pantusa. Ti prego, perciò, glorifica questa tua umile creatura, che ha fatto della sua vita una continua Preghiera, Riparazione e Compensazione, concedendomi la grazia di guarire per sua intercessione. Te lo chiedo, o Gesu', come Tu lo chiedeste al Padre nell'Orto degli Ulivi: << Se E' possibile, passi da me questo calice, tuttavia sia fatta la tua, non la mia volontà >>. Se la mia guarigione può apportare sollievo alle anime e gloria a Te e Gesu'. accetta la preghiera di Maria Concetta, altrimenti il quotidiano olocausto mio e dei miei fratelli, che soffrono quanto me e più di me, ascenda, quale incenso riparatore, al trono della SS.ma Trinità affinché nel mondo regni l'amore, la concordia e la pace, e tutti gli uomini riconoscano Te, Re dell'Universo. O Gesu', perché venga presto il Tuo Regno d'amore, dispongo tutto me stesso ai tuoi Santi Voleri. Mi assista la Madre Tua e Madre mia, Maria Santissima che, ai piedi della Croce, raccolse il Tuo Preziosissimo Sangue e, con Esso, la cara eredità di Corredentrice del genere umano, divenendone Madre amorosa. Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo.......

IL Signore Supremo Gesu' Cristo, si muove e non si muove. Infinitamente lontano, Egli e' anche molto vicino. Presente in ogni essere e in ogni cosa, Egli e' anche all'esterno di tutto ciò che esiste.