La tradizione musulmana
L'Islam è forse
la religione più giovane sul pianeta, ed è strettamente imparentata con ebraismo
e cristianesimo; infatti i musulmani si considerano figli di Adamo, Noè ed
Abramo (Ibrahim è un nome molto diffuso tra i musulmani) in quanto discendenti
di Ismaele fratello di Israele, e onorano tutti i profeti e grandi personaggi
religiosi della storia ebraica come Mosé, Giuseppe (quello che divenne una
grande personalità in Egitto), il re Salomone, e altri ancora, come testimoniano
altri nomi diffusi tra i musulmani -- Yussuf, Suleiman eccetera. Inoltre i
musulmani riconoscono anche Gesù come uno dei profeti di Dio che precedettero
Maometto (per rispetto e affetto verso la figura del profeta, abbiamo scelto di
onorare la tradizione islamica di glorificarlo con la frase "che Iddio lo
benedica e gli dia pace e gloria", sallalàhu alàihi ua sàllam, spesso riportata
tra parentesi come iniziali della frase araba, SAUS).
Gli studiosi musulmani citano la Bibbia (Deuteronomio 18:17-18) dove il Signore
preannuncia l'avvento di Maometto (SAUS): "Il Signore disse: Io susciterò loro
un profeta come te di mezzo ai loro fratelli e metterò le Mie parole sulla sua
bocca e annunzierà loro tutto ciò che gli avrò comandato; se uno non ascolterà
le parole che egli dirà in nome Mio, Io stesso gliene chiederò conto."
Possiamo quindi concludere che tutte le istruzioni date da Dio nella Bibbia
attraverso i profeti e Gesù a proposito della compassione e gentilezza verso gli
animali, siano valide anche per i musulmani, dato anche l'esempio del profeta
stesso. (SAUS) Il Corano afferma: "Gli animali che vivono sulla terra e gli
uccelli che volano nel cielo non sono veramente animali, sono persone come voi."
(sura 6:38)
Secondo la tradizione islamica nessuna creatura può essere uccisa nella città
santa della Mecca. I pellegrini devono fare particolare attenzione a non
calpestare nemmeno un insetto: "vi è proibito cacciare e uccidere per tutto il
tempo del pellegrinaggio; ricordate bene il vostro dovere verso Allah, al quale
dovrete tornare." (Corano, sura 5:96)
Il profeta Maometto (SAUS) disse: "Chiunque è buono verso le creature di Dio è
buono verso sé stesso." Margoliuth, uno dei principali biografi di Maometto (SAUS),
scrive: "La sua umanità si estendeva anche alle creature. Proibì l'uso del tiro
al piccione e rimproverava coloro che maltrattavano i cammelli. Quando alcuni
dei suoi seguaci diedero fuoco a un formicaio, li costrinse a spegnerlo."
Un giorno Maometto (SAUS) raccontò ai suoi seguaci: "C'era in paese una
prostituta: stava sulla porta in attesa di clienti e vide un cane che stava
morendo di sete perché aveva attraversato il deserto. Impietosita entrò in casa,
riempì la scarpa di acqua e la portò al cane. Iddio perdonò tutti i suoi peccati
per questo atto di amore verso l'animale."
Nelle Hadith arabe tradotte da M. Hafiz Syed, leggiamo: "Il profeta passò
accanto a degli uomini che tiravano frecce a un ariete, e li rimproverò dicendo:
non fate del male agli animali. Un giorno alcune persone videro il profeta che
asciugava il muso del suo cavallo con il suo proprio scialle; alle loro domande
rispose: Stanotte Dio mi ha rimproverato per il modo in cui tratto il mio
cavallo. Un giorno un uomo aveva rubato delle uova da un nido: il profeta gli
ordinò immediatamente di rimetterle dove le aveva trovate, e aggiunse: Temete il
Signore negli animali e cavalcateli quando sono in forze, ma lasciateli riposare
quando sono stanchi. Un altro giorno, i suoi discepoli gli chiesero se ci fosse
qualche ricompensa per chi trattava bene i propri animali e si preoccupava di
dar loro da bere; il profeta rispose: Ci sono ricompense per chi fa del bene a
qualsiasi animale vivente."
Un pomeriggio, dopo essersi svegliato da un sonnellino, Maometto (SAUS) trovò un
gattino malato che si era addormentato nel suo mantello. Per non disturbarlo, il
profeta tagliò il lembo del mantello prima di alzarsi. I primi biografi indicano
che preferiva cibi vegetariani, come il pane d'orzo, il latte allungato con
l'acqua, lo yogurt con il burro o le noci, i cetrioli e i datteri, melagrane,
uva, fichi o datteri schiacciati nell'acqua. Le sue abitudini alimentari erano
estremamente modeste, come testimoniano stupiti i suoi contemporanei e biografi.
Altri biografi, come M. Hafiz Syed, sottolineano che Maometto (SAUS) ordinò a
coloro che mangiavano carne di lavarsi la bocca prima di pregare; nell'ordine
viene specificata solo la carne, e non altri cibi.
Come mai il profeta, così benevolo e misericordioso verso tutti gli esseri, non
diede ordini più chiari e rigidi ai suoi seguaci contro il consumo di alimenti
non vegetariani?
Maometto (SAUS) conosceva bene il suo popolo.
Prima dell'avvento dell'Islam gli arabi adoravano con un atteggiamento
idolatrico una grande quantità di dei, angeli, demoni e spiriti, ai quali
sacrificavano spesso e volentieri. Gli antichi arabi adoravano pietre di ogni
genere, termitai, stelle, animali di vario genere e forme scolpite nate
interamente dalla fantasia dello scultore. Alcuni si facevano idoli con datteri
e poi in caso di necessità se li mangiavano, oppure usavano per l'adorazione le
stesse pietre che usavano nel focolare per sostenere le pentole. Nella Ka'ba
erano custoditi e adorati 360 idoli e una quantità di pietre sacre, e ancora
oggi l'adorazione rituale alla Ka'ba si svolge attorno alla "pietra nera"
venerata da tutti i musulmani come pegno consegnato a Maometto (SAUS)
direttamente dall'angelo messaggero del Signore.
Il popolo arabo non aveva alcuna pietà o riguardo per gli animali, neppure per i
cammelli che costituivano il maggiore sostegno della loro esistenza. Come
abbiamo già detto, era uso normale tagliare con una lama rovente pezzi del corpo
degli animali per mangiarne la carne mantenendoli in vita più a lungo possibile.
Inoltre, date le condizioni ambientali particolarmente difficili del deserto,
carne e sangue erano alimenti molto diffusi tra il popolo.
Lo stesso atteggiamento era diffuso nella società anche nei confronti degli
esseri umani, specialmente verso i bambini e le donne, che erano considerate
nient'altro che una merce di scambio e consumo. Gli arabi potevano avere tutte
le mogli/donne che volevano e quando si stufavano potevano ucciderle o
rivenderle senza nessuna restrizione (di qui la legge coranica che permette al
marito di ripudiare la moglie con una semplice parola, talaq, piuttosto che
ucciderla o venderla). Le relazioni sessuali tra madri e figli erano così
normali e frequenti che il Corano contiene delle proibizioni specifiche (sura 6,
versi 19-24). Le figlie femmine non erano considerate degne di venire allevate,
tanto che per la maggior parte le bambine venivano sepolte vive alla nascita, ma
gli arabi trattavano "molto rudemente" tutti i bambini in generale (la violenza
sessuale sui bambini maschi e la diffusissima omosessualità sono tuttora un
grave problema di molti paesi musulmani).
Un giorno un beduino vide il profeta comportarsi gentilmente con un bambino e lo
rimproverò aspramente per il suo atteggiamento "poco virile". Maometto (SAUS)
rispose: "Chi non ama i bambini non riceverà amore da Dio!"
Mancando di possibilità agricole sufficienti, gli arabi si dedicavano
all'allevamento di animali per scopi alimentari, ma si guadagnavano da vivere
soprattutto con il commercio degli schiavi, le scorrerie, la pirateria e le
rapine ai danni dei viaggiatori, o anche con l'esazione di tasse e pagamenti per
la "protezione" alle carovane. Lo schiavismo organizzato come industria fu
inventato dagli arabi, i quali viaggiavano regolarmente anche su enormi distanze
per assalire i villaggi africani dell'interno e catturare schiavi, che poi
utilizzavano con la stessa mentalità descritta più sopra oppure rivendevano --
prima all'impero romano, poi ai ricchi commercianti europei e infine ai
colonizzatori americani. L'uso continua tuttora senza alcuna considerazione per
le leggi nazionali ed internazionali, ed è improbabile che si interrompa nel
prossimo futuro.
Poiché il succo di datteri fermenta facilmente, gli arabi amavano molto
ubriacarsi. Possiamo dunque comprendere il valore degli insegnamenti di Mametto
(SAUS), che a persone più evolute e di costumi più puri e religiosi potrebbero
sembrare limitati. Dobbiamo ricordare inoltre che differenti interpretazioni del
Corano (scritto in Kufico, senza vocali e segni diacritici e quindi soggetto a
varie possibilità di lettura) a causa di interessi personali di vari individui e
gruppi (problema ahimé comune in tutte le religioni) ha portato allo sviluppo
nell'Islam di oltre 500 scuole diverse, ciascuna delle quali sostiene
un'interpretazione diversa.
A problemi di interpretazione e difficoltà di accettazione della purezza
originale degli insegnamenti coranici sono dovuti anche gli accenni alla
violenza e alla prevaricazione nei confronti di altri popoli, delle donne, dei
bambini e degli schiavi, oltre che verso gli animali.
E' sicuramente vero che Maometto (SAUS) può aver promesso ai suoi seguaci una
futura ricompensa di illimitati piaceri nel paradiso, dopo la morte, dove
avrebbero goduto delle divine Houri e del forte vino di Allah -- ma questa
promessa era intesa a convincerli ad astenersi da tali intemperanze nel corso
della vita. Ovviamente, e come è facile comprendere, tali promesse avevano lo
scopo di mantenere fedeli persone la cui ragione di vita era ubriacarsi e usare
a scopi sessuali qualsiasi essere capitasse a tiro, regolando il loro
comportamento qui e adesso in modo da portarli gradualmente a sviluppare
abitudini di vita più pure e disciplinate... e in paradiso avrebbero scoperto un
livello di felicità molto più elevato di quello che potevano immaginare dalla
loro situazione contingente.
Nello stesso modo, il concetto di inimicizia verso gli "infedeli" aveva lo scopo
di proteggere i fedeli islamici dalle influenze negative di idolatri e
detrattori della religione più elevata dell'Islam, cosa decisamente necessaria
in un ambiente in cui il profeta già faticava a mantenere il minimo delle regole
e della consapevolezza spirituale. La storia dei primi anni dell'Islam è infatti
costellata di crimini, persecuzioni e attentati ai primi musulmani e persino al
profeta stesso e alla sua famiglia.
Inoltre, ai tempi in cui l'Islam cominciò a diffondersi, la civiltà mediterranea
era dominata dai resti dell'impero romano, famoso per la sua brutalità e la sua
mancanza di rispetto nei confronti di minoranze etniche e popoli "stranieri",
donne, bambini, schiavi e animali. L'esempio delle feroci persecuzioni alle
quali furono sottoposti i primi cristiani dimostra la mentalità della gente del
tempo.
In particolare, dopo il Concilio di Nicea, che abbiamo citato a proposito del
cristianesimo, il cristianesimo stesso, che era nato come religione di mitezza
(vedere il Discorso della Montagna) e tolleranza e amore verso il prossimo, a
prescindere dalla sua appartenenza religiosa ed etnica (vedere la parabola del
Buon Samaritano e l'episodio della donna Samaritana che diede da bere a Gesù), i
cristiani erano diventati estremamente violenti e crudeli nei confronti di ogni
diversità -- ebrei, dissidenti (chiamati "eretici"), pagani e così via. Non c'è
dunque da meravigliarsi che diversi gruppi di musulmani razionalizzassero la
"guerra santa" e l'inimicizia verso gli "infedeli" per diversi motivi:
proteggersi da persecuzioni e crociate varie, canalizzare gli istinti violenti
degli arabi, espandere le tradizionali attività di pirateria, schiavismo e
saccheggio incoraggiando i fedeli a impegnarvisi mantenendo la consapevolezza
del loro legame religioso (e quindi evitando di rivolgerle verso altri
musulmani). E' chiaro che tali orientamenti sono comprensibili ma non
giustificabili alla luce della morale moderna e progressista, così come è chiaro
che non costituiscono il fondamento degli insegnamenti del profeta Maometto (SAUS)
e del Signore Allah.
Esiste però ad esempio la scuola Sufi, risalente alle origini stesse dell'Islam,
che è famosa per essere particolarmente pura e illuminata (e nelle cui fila sono
venerate numerose donne sante, considerate non soltanto uguali agli uomini, ma
addirittura superiori a molti uomini) che raccomanda il vegetarianesimo, la
purezza, il distacco e la visione trascendentale, e predica l'unità di base di
tutte le religioni.
Nonostante le disastrose condizioni morali del suo popolo, il profeta cercò di
stabilire, con il suo esempio e con la predica, un modello di compassione e di
non violenza. Alcuni studiosi hanno messo in rilievo che persino con la sua
morte, Maometto (SAUS) volle sottolineare i danni del consumo di carne: una
donna non musulmana aveva invitato a pranzo il profeta e alcuni suoi compagni e
servì loro della carne avvelenata. Benché non fosse sua abitudine mangiare carne
o cibi preparati da non-musulmani (il Corano proibisce molto esplicitamente di
mangiare carne sulla quale non sia stato invocato il nome di Allah) Maometto (SAUS)
mangiò, ordinando però ai suoi compagni di non mangiare quella carne. Dopo due
anni di grave malattia che lo costrinse a letto per tutto il tempo, il profeta
morì, nel 632.
Il Corano raccomanda di mangiare cibi sani e non violenti: "Che l'uomo rifletta
sul cibo che mangia, su come noi abbiamo fatto scendere la pioggia e fatto
crescere il grano, la vite e le erbe, gli olivi e le palme e i giardini e i
frutteti per il suo piacere e i pascoli per il piacere del suo bestiame. Anche
nel bestiame c'è un segno per voi: vi abbiamo dato da bere ciò che è contenuto
nel loro corpo, in mezzo al sangue e alla sporcizia -- il latte puro, dolce da
bere. E il Signore ispira le api dicendo: costruite la vostra casa nelle rocce,
negli alberi e nelle radici, poi nutritevi secondo il volere del vostro Dio.
Così dal loro ventre esce un liquido di vari colori che è molto salutare per
l'uomo. In verità, questi sono segni sui quali la gente deve riflettere." (sura
16, versi 65-69)
Uno dei pilastri dell'Islam è il digiuno, che deve servire ad allenare i fedeli
al controllo dell'avidità di cibo e bevande. Gli altri pilastri sono la
preghiera 5 volte al giorno, la fedeltà nell'adorazione regolare a Dio e il
rispetto per il profeta Maometto (SAUS) e la meditazione sui nomi e sulle
qualità del Signore infinitamente misericordioso e potente, la pratica della
carità e dell'assistenza sociale ai più deboli socialmente (specialmente vedove
e orfani) attraverso il pagamento dell'imposta coranica e il pellegrinaggio alla
Mecca, durante il quale, come abbiamo già detto, i fedeli devono esercitare
un'estrema attenzione per non fare del male a nessuna creatura vivente.
Uno dei filosofi più brillanti dell'Islam, Al-Ghazzali (1058-1111) scrive nel
suo libro Ihya Ulum ul-Din: "Mangiare la carne della mucca porta malattia (marz)
il suo latte è alimento salutare (safa) e il suo burro chiarificato è medicina
(dava). La compassione nel mangiare porta alla compassione nel vivere."
I mistici islamici, come i Sufi, considerano il vegetarianesimo come un alto
ideale spirituale. Una santa sufi, Hazrat Rabia Basri, meditava in una foresa
per non essere disturbata dalla gente, e gli animali selvatici le si
avvicinavano senza paura. Un giorno un altro sufi andò a trovarla e gli animali
fuggirono terrorizzati. Sorpreso, l'uomo chiese come mai gli animali si
comportassero in quel modo, e Rabia gli chiese che cosa avesse mangiato quel
giorno. Il sufi confessò di aver mangiato delle cipolle fritte in grasso
animale. "Hai mangiato il loro grasso! Perché non dovrebbero fuggire al tuo
arrivo?"
Un grande maestro sufi contemporaneo, Muhammad Rahim Bawa Muhaiyaddin, racconta
nel libro Il giardino segreto la parabola del cacciatore che impara la
compassione dal cerbiatto.
Nella tradizione islamica, quando un animale viene ucciso, è necessario
guardarlo negli occhi e recitare la preghiera conosciuta come kalimah, che
esorta gli esseri umani a purificarsi dalle qualità inferiori e a sviluppare
compassione. Il macellaio (sia chi uccide l'animale che chi lo tiene fermo) deve
essere inoltre un fedele musulmano e osservare rigidamente le cinque preghiere
quotidiane; tra un'uccisione e l'altra deve fare un bagno e purificarsi (cosa
che riduce di molto il numero degli animali che possono essere uccisi).
Prima della macellazione, eseguita con un coltello estremamente affilato della
lunghezza adeguata (per ridurre al minimo le sofferenze dell'animale), l'animale
deve essere nutrito e dissetato, e se durante il processo rigurgita o si lamenta
(cosa facilissima in un animale che ha appena mangiato e bevuto, e che viene
sgozzato), la sua carne diventa inadatta al consumo. Cioè il macellaio deve fare
bene attenzione a trattare l'animale con la massima delicatezza possibile, il
che riduce ulteriormente il numero di animali che possono venire uccisi nel
corso della giornata. La recitazione delle preghiere deve continuare dal primo
istante fino a dopo la morte dell'animale per dissanguamento (sono necessari da
15 a 20 minuti per ciascun animale). Questa cerimonia della qurban è così
complessa, lunga e limitante da scoraggiare ampiamente la macellazione degli
animali. "Allah disse: con questa qurban uccideranno molti meno animali, perché
mentre prima ne uccidevano mille o duemila in un solo giorno, ora potranno
ucciderne al massimo dieci o quindici."
Il Corano stesso esalta la compassione e la misericordia in 113 dei 114 capitoli
che lo compongono, con la frase di apertura Bismillahir-rahmanir-rahim, "Allah è
misericordioso e compassionevole". Il nome con il quale il Signore viene
definito più frequentemente è al-Raham, "l'Infinitamente Misericordioso", o
anche Arham al-Rahimin, "il più misericordioso tra i misericordiosi".