EPILOGO
Srila Prabhupada
rimase nel mondo per altri dieci anni. Durante questo tempo egli guidò
personalmente l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna mentre
essa si estendeva in centinaia di centri in tutto il mondo. Egli aveva iniziato
migliaia di discepoli e aveva scritto e pubblicato qualcosa come sessanta libri.
Srila Prabhupada era solito dire: "Sono un uomo vecchio e potrei morire in ogni
momento, ma voi, per favore, mantenete in vita ciò che vi ho dato." Consapevole
del poco tempo rimasto a sua disposizione e della portata della sua visione,
lavorò instancabilmente.
Un verso delle Scritture vediche dichiara: "Nessuno può diffondere il canto dei
nomi di Dio in tutto il mondo senza essere stato investito di potere
direttamente da Sri Krishna."
Negli ultimi anni della sua vita in realtà Srila Prabhupada dimostrò ampiamente
di possedere un'energia tale, una tale "shakti", che gli permetteva di motivare
le persone non soltanto a cantare il mantra Hare Krishna, ma anche a lasciare le
attività colpevoli e a intraprendere una vita cosciente di Krishna diventando
missionari a tempo pieno.
Fu con l'aiuto di tali discepoli-predicatori di Srila Prabhupada che il
Movimento Hare Krishna si diffuse in tutti i continenti, mise radici e crebbe
diventando ogni anno più forte.
Uno studioso americano di Religioni, il dott. Burt Rochfort, sintetizzò questo
evento dicendo: "Vi è l'intervento del soprannaturale quando un uomo riesce a
ispirare un tale numero di persone alla coscienza di Krishna."
Sebbene non si fosse mai completamente ristabilito dalla sua malattia fisica,
Srila Prabhupada rimase sempre completamente attivo nella sua opera di
traduzione delle Scritture sanscrite in lingua inglese e, pur continuando a
viaggiare proseguì nel suo impegno di predicare la coscienza di Krishna ai suoi
nuovi ascoltatori, e di incoraggiare i suoi discepoli.
Dal 1968 al 1969 egli si spostò in lungo e in largo negli Stati Uniti, dalla
California a New York City, da Boston a Montreal, poi di nuovo a Santa Fé nel
Nuovo Messico, a Los Angeles e a San Francisco, e ancora a Seattle e a New York,
in continuazione.
Durante questo periodo egli partecipò al Festival del Ratha-yatra di San
Francisco, dove tre grandi carri furono tirati dai devoti sulle strade, secondo
la tradizione del Ratha-yatra mantenuta per migliaia di anni a Jagannatha Puri,
in India. Diecimila persone seguirono il Ratha-yatra attraverso il Golden Gate
Park nel 1969.
Srila Prabhupada voleva anche sviluppare le comunità rurali e per questa ragione
visse per un mese accampato in un appezzamento di terra selvaggia sulle colline
della Virginia Occidentale, dove istruì i suoi discepoli nell'arte di dipendere
dalla natura proteggendo le mucche e coltivando la terra.
Dovunque Srila Prabhupada si fermasse, restava in contatto coi suoi devoti e
seguiva per corrispondenza l'amministrazione del Movimento in fase di sviluppo.
Queste lettere piene di parole affettuose, sempre piene di istruzioni pratiche
per l'acquisto di nuove sedi, di istruzioni mediche e di consigli relative ai
matrimoni, erano sempre ricche di istruzioni trascendentali.
Col suo esempio personale Srila Prabhupada insegnò che è possibile praticare la
vita spirituale e simultaneamente spostarsi attivamente nel mondo.
Ciò poteva esser fatto seguendo la pratica quotidiana del canto Hare Krishna di
almeno sedici giri di Santi Nomi (che richiede circa due ore), tenendo lezioni
giornaliere e procedendo nella lettura delle Scritture sia il mattino sia la
sera.
Inoltre, tutte le attività compiute nel corso delle ventiquattro ore devono
essere dedicate alla coscienza di Krishna; in questo modo il devoto può
liberarsi dalle influenze materiali, pur vivendo in una grande città e
affrontando molte situazioni potenzialmente piene di tensione.
Nelle sue lettere e nei suoi discorsi personali Prabhupada consigliò ai suoi
seguaci: "Fate come io sto facendo."
Alcuni tra i suoi discepoli più audaci si offrirono spontaneamente di portare la
Coscienza di Krishna in Europa. Fu così che Srila Prabhupada inviò tre coppie di
discepoli sposati a Londra, mentre un discepolo non coniugato si avventurò ad
Amburgo, in Germania.
Verso la fine del 1969 Srila Prabhupada in persona si recò prima in Germania e
poi in Inghilterra, dove dimorò per alcuni mesi.
I devoti in Inghilterra avevano vissuto tempi duri all'inizio, senza un luogo
fisso in cui risiedere e senza denaro. Poi, verso la metà di un inverno di
lotta, si verificò un evento fortunato: un incontro con George Harrison dei
Beatles.
In una stanza affollata della Apple Records, Syamasundara das con il capo rasato
e vestito da devoto, sedeva in attesa di avere l'opportunità di scambiare
qualche parola con una persona che fosse in qualche modo collegata coi Beatles,
allorché George scese le scale, di ritorno da un incontro di lavoro.
Avanzando e sedendosi accanto a Syamasundara das, s'informò: "Dove siete stati?
Negli ultimi due anni ho sempre cercato di incontrare gli Hare Krishna." Il
giorno successivo Syamasundara andò a casa di George per il pranzo e là incontro
gli altri Beatles.
George Harrison canta Hare Krishna con i devoti di Londra.
Tutti avevano domande da fargli, ma George era particolarmente interessato.
Poiché aveva letto la Bhagavad gita così com’è, aveva apprezzato la concezione
personalista di Dio rispetto a quella impersonalista.
George era ansioso di incontrare Srila Prabhupada. In seguito la canzone di
George intitolata "My sweet Lord" diventò il disco numero uno in America per due
mesi consecutivi e il suo album "Living in material world", che raggiunse
milioni di vendite, fu il numero uno delle classifiche per cinque settimane.
Prabhupada mise in guardia i devoti dal dipendere da George per gli aiuti, ma
suggerì loro di trovare un luogo in cui risiedere e di prenderlo in affitto.
George invece voleva aiutare, e suggerì ai devoti di fare un disco con
l'etichetta Apple. George volle che fossero i devoti a cantare e lo produsse.
Srila Prabhupada pianificò la sua visita ai discepoli di Londra con qualche
settimana di anticipo rispetto all'uscita dell"'Hare Krishna Mantra". Il primo
giorno il disco vendette settantamila copie e in poche settimane raggiunse uno
dei massimi record di vendita in molti Paesi europei, compresi quelli
dell'Europa orientale.
A Prabhupada fu offerta una stanza negli alloggi della servitù nella tenuta di
John Lennon, dove egli si fermò per alcuni mesi.
Durante questo periodo i devoti avevano affittato un ampio spazio da adibire a
Tempio nel centro di Londra e Prabhupada vi installò personalmente le Divinità
di Radha-Krishna, nel dicembre del 1969. Fu così che il Movimento per la
Coscienza di Krishna si stabilì a Londra con grande soddisfazione di Srila
Prabhupada.
Nel 1970 Srila Prabhupada si spostò soprattutto negli Stati Uniti, dove iniziò
centinaia di discepoli e stabilì il Quartier Generale del mondo occidentale in
una antica chiesa cristiana, a Los Angeles.
Ripetutamente Srila Prabhupada diceva di voler dedicare una parte del suo tempo
al suo lavoro letterario, ma era assediato dall'amministrazione relativa ai
centri Hare Krishna diffusi in tutto il mondo, e questo impegno lo coinvolgeva
perfino nei particolari.
Per questa ragione egli tentò di costituire la commissione di un corpo
governativo di discepoli e fondò anche la Bhaktivedanta Book Trust al fine di
organizzare la stampa e la distribuzione delle opere da lui tradotte.
Srila Prabhupada disse che l'apertura di un centro dell'ISKCON richiedeva
soltanto una persona sincera, a patto che questa persona seguisse rigidamente il
suo maestro spirituale e mettesse in pratica giornalmente la regola del canto e
dell'ascolto.
Egli incoraggiava l'apertura dei centri, e in risposta i suoi giovani seguaci
realizzarono la predizione che cinquecento anni prima Sri Caitanya aveva fatto
affermando: "Il canto dei Santi Nomi di Sri Krishna si diffonderà in ogni città
e in ogni villaggio." Ogni mese, e talvolta ogni settimana un nuovo centro si
apriva, finché ve ne furono a dozzine soltanto negli Stati Uniti.
Anime coraggiose si avventurarono in Australia e in Asia, in altri Paesi
d'Europa e in Africa.
Dovunque andassero, i discepoli seguivano la semplice formula voluta da Srila
Prabhupada e dai precedenti maestri spirituali.
Prabhupada era soddisfatto di avere la prova che quella degli Hare Krishna non
era certamente una religione settaria destinata soltanto agli Indù; infatti le
persone la accettavano, dovunque i devoti sinceri andassero e ne mettessero in
pratica la dottrina fondamentale.
Questa esperienza del successo universale della Coscienza di Krishna ispirò
Srila Prabhupada a dichiarare nei commenti Bhaktivedanta delle opere che
produceva che la coscienza di Krishna aveva in sé la potenza per diventare una
religione non settaria del mondo, e che avrebbe potuto risolvere le miserie
dell'esistenza materiale.
Almeno sulla piccola scala dell'ISKCON era relativamente facile per i devoti
abbandonare l'abitudine agli intossicanti, al sesso illecito, al consumo di
carne e al gioco d'azzardo per dedicarsi completamente al servizio devozionale a
Sri Krishna.
I devoti notarono che la loro idea di felicità materiale svaniva procedendo
nella coscienza di Krishna e a questo proposito Prabhupada affermò che se ciò si
verificava su piccola scala, avrebbe potuto verificarsi anche su vasta scala, se
i capi del mondo avessero concesso qualche facilitazione su questo punto.
Per la massima parte il movimento di Prabhupada, sempre popolare, tra i giovani,
rimase un movimento per gente comune, e non fu preso in considerazione dai
politici o dalle persone ricche.
A Srila Prabhupada il suo maestro gli aveva affidato il compito di predicare la
coscienza di Krishna in Occidente e Srila Prabhupada stava già adempiendo a
quell'ordine con un successo straordinario.
Verso la metà degli anni settanta egli volle raggiungere un nuovo obiettivo,
riportare la coscienza di Krishna in India, la terra in cui la Coscienza di
Krishna era nata.
Prabhupada era solito dire che in India il novantacinque per cento della
popolazione era già cosciente di Krishna; tuttavia questa fede, nell'età
attuale, era stata ulteriormente coperta a causa della imitazione degli usi
occidentali da parte degli Indiani.
In realtà, il governo a volte imputava alla religione la causa dell'arretratezza
e delle difficoltà dell'India. Inoltre, il proliferare di swami non autentici, e
delle cosiddette incarnazioni di Dio, aveva creato confusione in India in
relazione all'effettiva conclusione delle Scritture vediche.
Per questa ragione Srila Prabhupada vedeva che la coscienza di Krishna nella sua
forma originaria, cioè i veri insegnamenti della Bhagavad-gita, era quanto mai
necessaria in India, così come altrove.
Prabhupada tornò in India per la prima volta dopo tre anni. Insegnò ai suoi
discepoli il canto del mantra Hare Krishna sulle strade, nella speranza che i
suoi "bianchi elefanti danzanti" ispirassero gli Indiani a recuperare la fede
nella loro cultura perduta.
Srila Prabhupada introdusse anche il programma dei membri a vita, invitando gli
Indiani a diventare membri dell'Associazione per sostenere l'ISKCON, per
ricevere i suoi libri e poter usufruire di una sistemazione gratuita nei centri
dell'ISKCON in cambio di una tassa d'iscrizione.
L'onda iniziale della predica dell'ISKCON in India non mancò di essere
sensazionale quando gli Indiani videro che gli Occidentali adottavano l'induismo;
essi allora accolsero cordialmente i devoti.
Così, gradualmente, cominciarono a rispettare Srila Prabhupada come un grande
santo dell'India.
A questo punto Prabhupada dette inizio a una delle sue più difficili campagne,
quella di costruire e di aprire grandi templi in India: uno a Bombay, uno a
Mayapura (il luogo di nascita di Sri Caitanya), e uno a Vrindavana, il luogo dei
divertimenti eterni di Krishna.
Questi erano progetti ambiziosi, e Prabhupada incontrò difficoltà in tutti i
campi, nell'acquisto del terreno, nel ricevere i permessi, nel cercare di
evitare che i suoi discepoli fossero imbrogliati dagli affaristi.
Prabhupada diceva che la gente comune non sarebbe stata molto interessata a
venire in un ambiente austero per ascoltare le conferenze sulla coscienza di
Krishna, ma se le persone avessero avuto a disposizione un tempio sontuoso,
sarebbero venute e avrebbero ascoltato, cantato e accettato il prasada senza
alcuna difficoltà.
Per questa ragione, a beneficio degli Indiani e dei devoti occidentali,
Prabhupada creò le residenze per gli ospiti collegate coi suoi templi in India,
e invitò le persone a venire e a praticare la Coscienza di Krishna in modo
completo per un certo periodo di tempo.
Nei primi anni settanta i viaggi di Prabhupada raggiunsero il culmine perché
ormai egli attraversava non soltanto gli Stati Uniti, ma tutto il globo
terrestre.
In pratica egli fece circa quattordici giri completi del mondo in questi anni,
recandosi per la prima volta a visitare Mosca, Parigi, Roma, Nairobi in Africa,
il Sudafrica, il Messico, il Sud America, e visitando nuovamente l'Australia e
altre aree.
Pur viaggiando continuamente, Srila Prabhupada in qualche modo continuò le sue
traduzioni. Si alzava all'una circa del mattino, dopo tre sole ore di sonno, e
studiava i commentari dei maestri spirituali che lo avevano preceduto; poi
scriveva i suoi commenti sullo Srimad Bhagavatam.
Per un anno e mezzo rubò un po’ di tempo alla stesura dello Srimad Bhagavatam
per tradurre il Caitanya-caritamrta, la biografia del Signore Caitanya scritta
da Krishnadas Kaviraja.
Risale a questi anni anche lo straordinario sforzo di distribuire i libri di
Srila Prabhupada, compiuto dai suoi discepoli. Nel 1974 i templi vendettero
quasi quattrocentomila libri, il che segnò un incremento del settanta per cento
rispetto agli anni precedenti, e furono distribuiti inoltre quasi quattro
milioni di riviste Back to Godhead. Tali notizie rendevano Prabhupada energico
come un uomo giovane.
Nel 1976, dopo brevi visite ai centri di tutto il mondo, Srila Prabhupada arrivò
alle Hawaii. Mentre era là, Prabhupada annunciò ai devoti che aveva quasi
terminato il settimo Canto dello Srimad Bhagavatam (che consta di dodici Canti).
A questa notizia i devoti espressero la loro felicità, e Srila Prabhupada
rispose: "Oh, potrei terminarlo molto celermente, ma devo presentarlo alla
vostra comprensione. Ciò richiede profonda riflessione e molta attenzione per
presentarlo all'uomo comune."
In seguito Srila Prabhupada disse ai suoi discepoli a Los Angeles: "I miei libri
saranno i libri di legge per la società umana nei prossimi diecimila anni."
Tornato a New York nel luglio del 1976, Prabhupada richiamò alla memoria i
vecchi giorni trascorsi in quella città, e percorse la Quinta Strada insieme con
la parata del Rathayatra.
Questo fu per Srila Prabhupada il punto culminante di dieci anni di predica a
New York.
Il New York Daily News aveva parlato del Festival e aveva riportato alcune
fotografie col titolo: "Quinta Strada, dove l'Oriente incontra l'Occidente." A
Prabhupada il titolo era piaciuto e spiegò che l'unione della cultura orientale
con quella occidentale gli ricordava l'incontro dello storpio col cieco:
"Separati, non possono far nulla... ma se si uniscono, la cultura indiana e il
denaro americano, salveranno il mondo."
La salute di Srila Prabhupada stava peggiorando, come accadeva spesso quando
viaggiava in modo così esteso. Prima che Prabhupada lasciasse New York, i devoti
lo supplicarono di restare ancora per un po' di tempo.
Prabhupada rispose: "Voglio la benedizione di poter continuare a lottare per
Krishna fino al mio ultimo respiro, proprio come Arjuna."
Ripetutamente Prabhupada spiegò che i capi dell'ISKCON avrebbero dovuto
prepararsi ad amministrare senza il suo apporto diretto.
Ora potete incaricarvi di tutto il denaro, liberandomi completamente
dell'amministrazione. La mia unica richiesta è: "Non sprecate il denaro.
Talvolta vi ho rimproverato affinché esso non venga sprecato."
Occasionalmente egli parlò di trasferirsi in un luogo più favorevole per la sua
salute. In maggio, quando a Bombay il caldo era opprimente, egli aveva accettato
il suggerimento di recarsi a Hrsikesa.
Tuttavia, giunti là, dopo qualche giorno la salute di Prabhupada peggiorò ed
egli, ritenendo che la sua fine non fosse lontana, chiese di essere ricondotto a
Vrindavana.
Egli disse: "Se la morte deve venire, allora è meglio che sia a Vrindavana."
Prabhupada chiese che i devoti lo raggiungessero a Vrindavana; voleva poter fare
un testamento e prendere tutti i provvedimenti necessari affinché il movimento
procedesse senza intoppi, dopo il suo trapasso.
Il segretario di Prabhupada rispose: "Poiché ti vogliono bene, sono sicuro che
vorranno tutti venire per stare con te."
"Il solo amore per me", rispose di rimando Prabhupada, "sarà dimostrato nella
misura in cui coopereranno per mantenere questa istituzione, dopo che me ne sarò
andato."
Nel corso della primavera e dell'estate del 1977 la salute di Prabhupada
talvolta peggiorò e talvolta migliorò leggermente. Egli continuò a tradurre lo
Srimad Bhagavatam, non appena era in grado di farlo, ormai era giunto al decimo
Canto.
Una competizione d'amore allora si sviluppò; Srila Prabhupada esprimeva il suo
desiderio di lasciare il mondo mentre viveva nella sacra Vrindavana, ma i suoi
discepoli lo supplicavano di continuare a vivere.
Quando il segretario di Srila Prabhupada suggerì che Prabhupada avrebbe potuto
visitare nuovamente l'Occidente, e riprendere il suo vigore a contatto con la
predica, Prabhupada accettò.
Si recò a Londra dove i devoti restarono colpiti nel vedere quanto egli era
dimagrito, "proprio come un potente saggio che ha affrontato lunghe austerità
per il beneficio del genere umano". Dopo due settimane trascorse a Londra, la
salute di Prabhupada peggiorò, ed egli chiese di essere ricondotto in India.
Prabhupada convocò nuovamente la commissione del Corpo governativo affinché i
Suoi devoti si riunissero con lui a Vrindavana. Voleva essere circondato da
tutti i suoi discepoli nella sua stanza e voleva che cantassero il mantra Hare
Krishna.
Ora, più che mai, voleva la medicina del santo nome, non voleva i medici e
rifiutava le loro prescrizioni. "E meglio che non preghiate Krishna che mi
salvi", disse, "lasciatemi morire."
Come parte delle sue istruzioni e dell'esempio, Prabhupada sapeva che avrebbe
dovuto mostrare alla gente come morire.
Egli era sfuggito alla morte molte volte per grazia di Krishna, ma in seguito ai
segni ricevuti da Sri Krishna nel 1977, egli cominciò decisamente e in modo
conclusivo a chiudere la sua missione nel mondo materiale.
Il conflitto d'amore coi suoi discepoli continuò. Prabhupada amava i suoi
discepoli, e sapeva anche che essi non erano ancora completamente maturi, ma a
quale punto essi l'avrebbero mai lasciato andare?
il 14 novembre del 1977, alle 19,30, nella sua stanza nel tempio di
Krishna-Balarama a Vrindavana, Srila Prabhupada diede la sua istruzione
definitiva lasciando questo mondo mortale e tornando al regno di Dio.
La sua dipartita fu esemplare perché l'intera sua vita era stata esemplare, il
completamento di una vita intera di servizio devozionale offerto a Krishna. Il
suo trapasso fu sereno.
Durante la serata di quel giorno il medico gli chiese: "C'è qualcosa che
desideri?" Prabhupada rispose fiocamente: "Non ho desideri."
La situazione al momento del trapasso era stata perfetta: A Vrindavana, coi
devoti. La sua dipartita era stata perfetta anche perché Prabhupada stava
cantando e ascoltando i santi nomi di Dio. Negli ultimi mesi della sua vita
Srila Prabhupada aveva insegnato che era possibile incontrare la morte di passo
in passo in coscienza di Krishna.
Negli ultimi giorni egli disse a uno dei suoi discepoli: "Non pensare che ciò
non accadrà anche a te." Prabhupada era venuto in questo mondo su richiesta di
Krishna per insegnarci come vivere una pura vita di coscienza di Krishna, il che
include alla fine come partire da questo mondo per ottenere la vita eterna.
Quando dovremo morire potremo aggrapparci al ricordo di quella grande anima che
ha lasciato il corpo sempre pensando a Krishna, sostenuto dalla medicina del
canto Hare Krishna, col desiderio continuo di sentir parlare di Krishna e
praticando il distacco dalle condizioni miserevoli della materia.
Mentre non vi erano ragioni di lamento per la dipartita di Srila Prabhupada dal
mondo e per il suo ritorno a Dio, essa era certamente motivo di lamento per i
suoi seguaci e per le persone del mondo intero che restavano prive della
presenza del più grande amico e benefattore.
Mentre la notizia si diffondeva per il mondo a tutti i centri Hare Krishna, i
discepoli di Srila Prabhupada erano assaliti dalla paura e da un dolore senza
limiti. Essi tuttavia si rivolsero ai libri di Srila Prabhupada per trovare
conforto: "I discepoli e il maestro spirituale non sono mai separati perché il
maestro mantiene vivo il suo legame col discepolo, finché il discepolo segue le
sue istruzioni."
Il servizio in separazione era indubbiamente una realtà per i discepoli di Srila
Prabhupada; altrimenti, ora che essi erano privi della sua presenza personale,
come avrebbero potuto mantenersi nella vita spirituale?
Il fatto che essi potessero continuare come prima, accrescere i loro sentimenti
di devozione, e accrescere anche la loro capacità di servizio, significava che
Srila Prabhupada era ancora in grande misura insieme a loro.
Mentre l'ultima istruzione di Srila Prabhupada riguardava il modo in cui
l'essere umano dovrebbe morire, ora egli stava insegnando, al di là della morte,
come rendere effettivo l'insegnamento filosofico più alto del vaisnavismo
Gaudiya.
Questa realizzazione dette ai devoti la grande speranza che Srila Prabhupada, e
la vita rivoluzionaria della coscienza di Krishna che egli aveva portato con sé,
non era finita con la sua scomparsa.
Spesso, quando una grande personalità muore, il suo contributo crolla; la
presenza di Srila Prabhupada invece è rimasta e si è espansa sostenendo la vita
dei devoti. Egli è ancora in carica.
Conclusione
Nel descrivere come i seguaci di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami
Prabhupada continuarono a gustare il nettare del loro servizio in separazione,
non stiamo parlando del piccolo gruppo di alcune migliaia di devoti che egli
iniziò nel corso della sua vita.
Chiunque voglia trovare rifugio sfuggendo ai diabolici effetti della presente
età atea, può trovarlo accettando il servizio devozionale sotto la guida degli
insegnamenti di Sri Caitanya, cosi come Srila Prabhupada ce li ha trasmessi.
La predica dinamica e le realizzazioni di Srila Prabhupada rivelano gli
insegnamenti sublimi di Sri Caitanya che senza Prabhupada sarebbero stati
trascurati, male interpretati, e sarebbero rimasti all'interno dei confini
dell'India.
Srila Prabhupada in realtà fu in grado di capire la predizione di Sri Caitanya
che la coscienza di Krishna si sarebbe diffusa in ogni città e villaggio del
mondo.
I doni essenziali della coscienza di Krishna che Sri Caitanya ha offerto a
tutti, pace della mente, soddisfazione, libertà dall'ansia, possono essere
ottenuti da chiunque voglia accettare con tutto il cuore il servizio devozionale
che si offre alla Suprema Personalità di Dio.
Questo puro e felice stato può essere realizzato adottando questa eredità,
dinamica e sempre disponibile, che Prabhupada ci ha lasciato: i suoi libri, i
suoi devoti, la sua Associazione per la Coscienza di Krishna e il suo metodo
esperto per applicare la coscienza di Krishna a ogni situazione nel contesto
attuale.
Chiunque accetti con intelligenza la pratica della coscienza di Krishna
erediterà anche la realizzazione più bella: la sua relazione con Srila
Prabhupada,
il puro devoto di Krishna.