Kumbha Mela
a cura di Parama Karuna d.
CHE COS'E' LA KUMBHA MELA
La parola kumbha significa "vaso", "contenitore", e si riferisce al contenitore
del nettare divino dell'immortalità dal quale, durante la contesa tra dei e
demoni, caddero delle gocce sul pianeta Terra. La Kumbha Mela acquista un
significato particolare nell'età dell'Aquario (anch'esso chiamato Kumbha
nell'astrologia vedica).
La Kumbha Mela attira ogni genere di pellegrini ed è considerata la più grande
riunione di persone e il più grande fenomeno religioso del mondo, poiché durante
il periodo principale nella "città della Kumbha Mela", un accampamento
temporaneo ma organizzatissimo di tende in riva al Gange, soggiornano ogni volta
da 18 a 22 milioni di persone. Eserciti di asceti e pellegrini, appartenenti a
oltre 8000 gruppi e istituzioni religiose, si mescolano spalla a spalla, tra il
clamore di cembali, corni, conchiglie, invocazioni e preghiere, soprattutto nei
momenti più cruciali del bagno rituale alla confluenza del Triveni sangam.
E' il governo indiano che organizza questo grandioso festival, costruendo circa
170 km. di passerelle sulla sabbia con piastre metalliche, altrettanti
chilometri di tubazioni di acqua potabile e cavi elettrici, nove ponti e altre
strutture e fornendo 1070 ettari di terra per centinaia di migliaia di pandal
(grandi tende per incontri spirituali), templi (e altoparlanti!), tende da
abitazione normali o di lusso, bagni, cucine, centri di pronto soccorso, mercati
interni e così via -- il tutto viene rimosso al termine del festival. Giorno e
notte si tengono rappresentazioni sacre e recitazioni delle scritture e delle
avventure dei vari avatara divini, canti e cerimonie rituali ai quali tutti
possono partecipare liberamente.
Per restituire vigore e purezza all'induismo che stava languendo di fronte a
buddhismo, jainismo e islam, nell'VIII secolo Adi Shankaracharya, che secondo le
scritture vediche era un'incarnazione di Shiva stesso, istituì alla Kumbha Mela
(che già esisteva da tempo immemorabile) la tradizione di svolgere incontri
filosofici dove gli esponenti dei vari gruppi potessero discutere della Verità
Assoluta e del bene supremo per l'umanità. Questo è in effetti lo scopo
principale della Kumbha Mela: ascoltare le istruzioni spirituali e stare in
compagnia delle persone sante. Tutto il resto può essere interessante e
folkloristico, ma non è veramente essenziale.
Come narra il Ramayana, durante il Treta yuga il Signore Ramachandra, insieme
con Sitadevi e Lakshmana, trascorse diversi giorni nell'ashram del saggio
Bharadvaja, nei pressi della confluenza dei tre fiumi, il Triveni sangam, prima
di partire per l'esilio che sarebbe durato quattordici anni. A circa 132 km da
Prayag si trova Citrakuta, la seconda tappa dell'esilio di Ramachandra, dove il
Signore soggiornò per diversi anni.
Circa 5000 anni fa, i cinque Pandava accompagnati dalla moglie Draupadi e dalla
madre Kunti, visitarono Prayaga, come descrive il Mahabharata (Vana Parva) prima
di impegnarsi nella famosa battaglia di Kurukshetra per difendere il regno dai
malvagi cugini, i figli di Dhritarastra. L'epica battaglia di Kurukshetra segnò
l'inizio dell'era di Kali, l'epoca di discordia e ipocrisia nella quale ci
troviamo attualmente.
La Sri Chaitanya Charitamrita riporta che circa 500 anni fa Sri Chaitanya
Mahaprabhu visitò Prayaga (a quei tempi già chiamata Allahabad) e Si bagnò nel
Triveni sangam per dieci giorni consecutivi, recandoSi anche a visitare il
tempio di Bindu Madhava con un seguito di migliaia di persone; fu proprio in
quel periodo a Prayaga che Sri Chaitanya trasmise a Rupa Gosvami i Suoi
insegnamenti sulla pura devozione a Krishna.
Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, fondatore del Movimento
Internazionale per la Coscienza di Krishna (ISKCON) visse a Prayag per alcuni
anni e fu iniziato qui da Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura alla Rupa
Gaudiya Math di Prayaga. In seguito, dopo la fondazione dell'ISKCON, partecipò
alla Kumbha Mela nel 1971 e poi ancora nel 1977, poco prima di lasciare il
pianeta.
Anche le cronache storiche di altri paesi dimostrano l'antichità e l'importanza
internazionale della Kumbha Mela; nel 302 a.C. lo storico greco Megastene
racconta il suo soggiorno di 72 giorni alla Kumbha Mela di Prayaga, dove secondo
il suo resoconto parteciparono due milioni e mezzo di persone. Nel VII secolo
l'imperatore Harsha invitò alla Kumbha Mela il viaggiatore cinese Hieun Tsang,
che nel suo diario lodò la religiosità e la generosità dell'imperatore. La
Kumbha Mela venne descritta anche da Mark Twain (1895) nel suo More Tramps
Abroad, dove racconta delle moltitudini impolverate che camminano sotto il sole
con grande passione e determinazione per recarsi all'appuntamento spirituale,
dei "fachiri" con i capelli incollati insieme con sterco di mucca (poiché molti
asceti fanno voto di non pettinarsi mai né di tagliarsi i capelli, lo sterco di
mucca salda i capelli costruendo una difesa antisettica), degli asceti intenti a
vari tipi di austerità e penitenze, e infine della processione di yogi nudi (i
Naga Baba) che costituiscono il gruppo di pellegrini più rispettato e temuto.
I Naga Baba sono considerati potentissimi yogi (per la maggioranza maschi, ma
anche diverse femmine) e viaggiano sempre in un gruppo foltissimo (circa mezzo
milione), completamente nudi e spesso coperti di cenere. Nessuno ha il permesso
di avvicinarsi a loro, e quando passa la loro processione la polizia tiene a
bada la folla che cerca di raccogliere la polvere toccata dai loro piedi. Si
dice che i Naga Baba si spostino smaterializzandosi e rimaterializzandosi
attraverso la corrente dei fiumi e i raggi del sole e della luna, grazie ai loro
poteri mistici. E' un fatto che nessuno, tra le vaste folle che si dirigono al
Kumbha Mela, li vede arrivare né ripartire. Arrivano al Triveni sangam nei
momenti più propizi per il bagno rituale (specialmente nella luna nuova del mese
di gennaio-febbraio), e dopo che hanno concluso le loro abluzioni e sono usciti
dall'acqua il massiccio servizio d'ordine permette al resto della folla di
bagnarsi nelle acque sacre.
Oltre a vedere da rispettosa distanza i Naga Baba, alla Kumbha Mela è possibile
incontrare numerosi yogi e asceti ma anche molti ipnotisti, maghi e falsi yogi,
panda (preti) e guru che approfittano della religiosità dei pellegrini per
raccogliere donazioni. Anche gli abitanti del luogo cercano di trarre il massimo
vantaggio dalle enormi folle, spesso chiedendo prezzi esorbitanti per traghetti,
viaggi in taxi, alberghi e generi alimentari. Un altro pericolo della Kumbha
Mela consiste proprio nel numero enorme di pellegrini; qualsiasi zuffa si
verifichi specialmente nel momento di entrare nel fiume per le abluzioni rituali
può degenerare in un vero massacro dove centinaia di persone vengono schiacciate
e soffocate. All'inizio degli anni 50 ci fu un famoso incidente in cui 350
persone rimasero uccise. Da quella volta, il governo organizza un rigido
servizio d'ordine, specialmente nei momenti astrologici delle abluzioni rituali.
Per evitare la calca spaventosa, è opportuno recarsi sull'isoletta al centro del
Triveni Sangam, con un certo anticipo (preferibilmente la mattina presto) con un
traghetto o anche attraversando il fiume a guado, per poi fare il bagno nel
fiume sulla sponda dell'isoletta, proprio di fronte alla riva dove si affollano
i milioni di pellegrini.
Il periodo astrologico propizio nel quale si tiene questo festival va dalla luna
piena del mese di Pausha (gennaio), al famoso Makara Sankranti (5 giorni dopo, è
l'ingresso del Sole nel segno del Capricorno secondo il calendario astrologico
indiano, che considera la precessione degli equinozi e quindi è leggermente
diverso da quello occidentale), alla luna nuova dei Muni ("santi" e yogi, 10
giorni più tardi rispetto a Makara Sankranti), al quinto giorno lunare
successivo (Vasanta Panchami, 5 giorni dopo la luna nuova) che celebra l'inizio
della primavera in India e festeggia la dea Sarasvati, alla luna piena del mese
di Magha (febbraio, 11 giorni dopo Vasanta Panchami) fino a Maha Shiva Ratri (la
festa di Shiva, in cui si celebra il suo matrimonio con Parvati, 13 giorni dopo,
cioè alla luna nuova successiva). Le date precise, che sono basate sul
calendario lunare e non su quello solare e quindi variano da un anno all'altro,
possono essere ottenute dai vari centri di cultura vedica presenti in tutto il
mondo. Nelle scritture vediche è detto che abitando per almeno tre giorni alla
confluenza dei tre fiumi sacri si conquista il paradiso, e bagnandosi nelle
acque sacre nei momenti propizi, si ottiene la liberazione dal ciclo di morti e
rinascite, purificandosi da ogni peccato.
Ogni anno si tiene una Magha Mela (festival di gennaio) spirituale in uno dei
quattro luoghi dove caddero le gocce di nettare dal vaso divino: Prayag (Allahabad
in Uttar Pradesh), Nasik (Maharashtra), Ujjain (Madhya Pradesh), e Haridwar (Uttar
Pradesh, sui contrafforti dell'Himalaya). A Nasik i pellegrini si bagnano nel
fiume sacro Godavari, a Ujjain, nella Ksipra, a Hardvar nel Gange e a Prayag
alla confluenza tra Gange, Yamuna e Sarasvati. Prayag è considerata il più
importante tra questi quattro luoghi santi, e la Kumbha Mela di Prayag è quella
che attira il maggior numero di persone. In cicli di 12 e 144 anni la Kumbha
Mela acquista un maggior potere spirituale, e viene quindi chiamata
rispettivamente Maha Kumbha Mela e Maha Purna Kumbha Mela. L'ultima Maha Purna
Kumbha Mela si è avuta nel 1989, quindi la prossima Maha Kumbha Mela si terrà
nel gennaio 2001, poi nel 2013.
A metà del ciclo di 12 anni (cioè ogni 6 anni) si tiene una Ardha Kumbha Mela,
leggermente meno importante della Maha Kumbha Mela.
GANGE, YAMUNA, SARASVATI
Questi tre fiumi sacri hanno origine
sulle alte vette dell'Himalaya. Il Gange sgorga da una caverna chiamata Gomukha
("bocca di mucca"), ed è considerato il fiume più importante e più famoso
dell'India. Le sue acque sono ricche di una dorata argilla naturale che possiede
grandi proprietà di purificazione e di guarigione (chiamata tilaka) e che viene
usata da tutti i religiosi per decorare il corpo con segni di buon augurio, di
disegno diverso a seconda del gruppo di appartenenza.
Il Gange emana dai piedi di loto del Signore dall'oceano Garbhodaka situato al
di là della copertura dell'universo materiale, che fu perforata dal piede dell'avatara
di Vishnu Vamanadeva quando prese possesso dei "tre passi di terra" offerti
dall'imperatore Bali Maharaja, coprendo tutta la vasta estensione dell'universo
e urtando addirittura con il piede la sua copertura esterna.
Originariamente il Gange scorreva soltanto sui pianeti superiori (dove si chiama
Mandakini), ma un re di nome Bhagiratha la pregò di discendere sulla Terra per
purificare e liberare i suoi sessantamila antenati. Compiaciuta dalle grandi
austerità di Bhagiratha, Madre Gange accettò di discendere sulla Terra, dove
venne accolta nientemeno che dal signore Shiva in persona, dalla cui testa poi
scorre sull'Himalaya (dove Shiva risiede sul monte Kailash insieme ai suoi
compagi) e nella valle sottostante.
Anche la Yamuna e la Sarasvati hanno origine nella stessa zona dell'Himalaya, ma
il fiume Sarasvati diventa sotterraneo dopo circa 100 km. di percorso.
La Yamuna è considerata figlia del Sole e sorella gemella di Yamaraja (il deva
che giudica le anime trapassate e risiede a Pitriloka, il pianeta "tribunale"
dell'universo). In sanscrito, yama significa infatti "gemello". Le sue acque
sono di un profondo blu come la carnagione di Krishna, e infatti questo fiume è
strettamente collegato con i divertimenti di Krishna nella zona di
Mathura-Vrindavana.
La personificazione del fiume Sarasvati è la dea Sarasvati (chiamata anche
Sarada, Vidyadevi o Brahmani), la figlia del signore Brahma che concede la
benedizione della saggezza e della conoscenza. Tutti gli studenti e gli
studiosi, i musicisti, gli insegnanti e gli artisti adorano la dea Sarasvati per
ottenere le sue benedizioni.
LA CITTA' DI PRAYAG (ALLAHABAD
Si trova a 135 km. ad ovest di
Varanasi (Benares) e a 227 km a sud est di Lucknow, l'attuale capitale dell'Uttar
Pradesh. E' raggiungibile in aereo da Calcutta, Delhi, Kanpur e Varanasi (Benares),
e in treno da tutte le principali città dell'India.
Fu storicamente la capitale dell'impero Gupta, e dopo l'invasione musulmana
l'imperatore Akbar (1584) ne fece la sua residenza, e vi costruì il Forte che
ancora oggi sorge alla confluenza dei fiumi sacri. Dopo il declino dei Moghul
passò nelle mani dei Maratha, fu saccheggiata dai Pathan e infine ceduta dal
Nawab di Oudh (allora reggente delle province unite di Agra e Oudh) nel 1801
agli inglesi, e dal 1857 divenne uno dei centri di rivolta contro l'imperialismo
britannico. Nel 1920 divenne il centro dell'Indian National Congress, e qui il
Mahatma Gandhi presentò per la prima volta il suo programma di disobbedienza
civile non violenta per ottenere l'indipendenza dall'impero britannico.
La famiglia Nehru abitava qui; la casa originaria, chiamata Ananda Bhavan, è
attualmente un museo storico che conserva oggetti personali appartenuti a
Motilal Nehru, Jawaharlal Nehru e Indira Gandhi.
All'interno del forte di Akbar si trova il famoso tempio di Patalpuri, dove
cresce un albero baniano considerato immortale, e già descritto nel 643 dal
viaggiatore cinese Hiuen Tsang.
L'ORIGINE DELLA KUMBHA MELA
Lo Srimad Bhagavatam, chiamato anche
Bhagavata Purana, racconta l'apparizione e le attività delle varie
manifestazioni divine (dette avatara) per la creazione, il mantenimento e la
distruzione dell'universo. Il gioco divino del mantenimento dell'universo
consiste essenzialmente nel bilanciare creazione e distruzione con il costante
rinnovamento, nell'intervento divino nella costante lotta tra il bene e il male,
tra la luce e le tenebre. La cultura vedica indica nelle figure dei deva e degli
asura la personificazione delle forze del bene e del male; questi dei e demoni
abitanti dei pianeti superiori possiedono enormi poteri e una durata di vita
molto più lunga rispetto a quella degli esseri umani. Un giorno sui pianeti
celesti, per esempio, corrisponde a un intero anno terrestre. I deva sono
persone dotate di qualità divine, che seguono gli insegnamenti delle scritture e
lavorano per la corretta amministrazione dell'universo, mentre gli asura sono
esseri dediti al materialismo, che agiscono soltanto per soddisfare i propri
capricci di avidità e potere.
Nell'eterna lotta tra deva e asura ci sono varie vicende molto interessanti
dalle quali si possono trarre utili insegnamenti anche per la vita su questo
pianeta. In uno di questi episodi, deva e asura decisero di collaborare per
estrarre il nettare dell'immortalità dall'oceano di latte. Questa titanica
impresa fu aiutata direttamente dal Signore che per l'occasione Si manifestò in
diverse forme. Innanzitutto, come Prishnigarbha, trasportò il monte Mandara fino
all'oceano di latte (che si trova a Svetadvipa, il pianeta Vaikuntha all'interno
dell'universo materiale, dove risiede la forma di Vishnu chiamata Paramatma,
Ksirodakasayi Vishnu) perché fungesse da perno. Poi il Signore Si manifestò
nella forma di Kurma, l'avatara tartaruga, perché nessun altro essere vivente
avrebbe potuto sostenere l'immenso peso del monte Mandara facendogli da perno.
Il serpente celeste Vasuki, principe dei Naga, divenne la corda, e deva e asura
insieme si misero a frullare. Il primo prodotto di questo lavoro fu un'opera di
purificazione dell'oceano di latte: venne infatti a galla una schiuma velenosa
che doveva essere eliminata per procedere alla estrazione del nettare. Queste
scorie erano così tossiche che nessun essere vivente, per quanto potente, era in
grado di neutralizzarle. I deva pregarono dunque il potentissimo Signore Shiva,
che non è un'anima individuale bensì una manifestazione secondaria di Vishnu
stesso. La Brahma samhita afferma che il Signore Maha Vishnu, al momento della
creazione, posa il Suo sguardo sull'energia materiale e in questo modo Si
trasforma in Shiva, proprio come il latte, entrato a contatto con il succo di
tamarindo, si caglia. Così Shiva è allo stesso tempo uguale e differente dal
Signore Vishnu.
Per salvare l'universo dal potente veleno prodotto come scoria dall'oceano di
latte, Shiva lo raccolse con la mano e lo inghiottì trattenendolo nella gola.
L'azione del veleno produsse una colorazione bluastra sulla gola di Shiva, che
ancora oggi è conosciuto come Nilakantha. Mentre Shiva inghiottiva il veleno,
alcune gocce gli caddero di mano e diedero origine ai cobra, agli scorpioni e
alle altre creature velenose, animali e vegetali.
Dopo che il veleno fu così eliminato, dall'oceano di latte uscirono la mucca
Surabhi (che fu assegnata ai Rishi), il cavallo Ucchaishrava (che fu assegnato a
Bali Maharaja, l'imperatore degli asura), l'elefante Airavata (che fu assegnato
a Indra, il re dei pianeti celesti), il gioiello Kaustubha (che fu offerto al
Signore Vishnu), l'albero Parijata (che fu offerto ai deva), poi le danzatrici
celesti chiamate apsara e Lakshmidevi, che scelse di diventare la consorte del
Signore Vishnu. In seguito apparvero Varuni, la dea dei liquori, che andò agli
asura, e Balachandra, la luna crescente, che fu offerta al Signore Shiva per
rinfrescarlo, perché si sentiva poco bene dopo aver bevuto il veleno. Apparvero
poi la conchiglia Panchajanya e l'arco Haridhanu, che andarono entrambi al
Signore Vishnu, e infine un personaggio splendente, Dhanvantari, che portava un
vaso pieno di nettare.
Fino a quel momento la divisione dei prodotti dell'oceano di latte era stata
eseguita senza dispute, ma il vaso di nettare costituiva lo scopo dell'impresa,
perciò deva e asura cominciarono a strapparselo vicendevolmente di mano. Durante
questa lotta quattro gocce di nettare caddero sulla Terra, rispettivamente a
Prayag, Nasik, Ujjain e Haridwar, creando piccoli "laghi" di nettare all'interno
di vari fiumi sacri, che ogni anno tornano a manifestarsi in quel preciso
momento astrologico.
Alla fine gli asura riuscirono a impadronirsi del vaso di nettare e fuggirono,
poi cominciarono a litigare tra loro per stabilire chi avrebbe bevuto per primo.
Il Signore Vishnu Si manifestò allora nella forma di una donna bellissima,
Mohini, e Si avvicinò agli asura offrendoSi di distribuire personalmente il
nettare e mettere così fine alla disputa. Gli asura, totalmente affascinati,
accettarono, e Mohini chiese a tutti, deva e asura, si sedersi in fila
ordinatamente e aspettare il loro turno. Naturalmente Mohini cominciò a
distribuire il nettare ai deva, che si preoccupano sempre del buon funzionamento
e della protezione dell'universo, e uno dei demoni, Rahu, si travestì da deva e
s'infilò in mezzo a Surya (il Sole) e Chandra (la luna). Mentre però stava
portando alla bocca la coppa del nettare, Rahu venne scoperto e Mohini gli mozzò
la testa con il Suo disco Sudarshana prima che potesse inghiottire: in questo
modo il corpo morì ma la testa rimase immortale perché era entrata a contatto
con il nettare, diventando uno dei pianeti dell'universo, che causa
periodicamente le eclissi di sole e di luna.